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Tempio Pausania, I DSA, due testimonianze di cosa siano e di come si possano contrastare. Interessante convegno all’Euromediterraneo.

Alberto Righi e Valentina Alessia Poloni durante la conferenza-testimonianza.

Tempio Pausania, 3 dic.2017-

Occorre informazione, bisogna conoscere le storie di chi sta vivendo il problema dei DSA, Disturbi Specifici dell’Apprendimento, meglio noti col termine di dislessia ma che in realtà riguardano non solo la difficoltà del leggere ma anche altre che rientrano sempre nell’apprendimento. Ne hanno parlato due giovani, Alberto e Valentina, il primo laureato in filosofia e che lavora in altro ambito ma con grande soddisfazione e la seconda al terzo anno di medicina.

La platea

Davanti ad una platea non numerosa, appena una cinquantina le persone accorse a questa importante serata di approfondimento di  problemi che riguardano il 5% della popolazione italiana, hanno con disinvoltura e simpatico coinvolgimento, raccontato le loro storie. Eventi come quello di ieri, sono occasioni importanti per sapere e conoscere e anche riconoscere in maniera immediata una difficoltà che spesso passa inosservata, che viene trattata come una patologia senza esserlo affatto e che interessa, sin dalla primissima età, molti giovani. Davanti a queste caratteristiche, meglio definirle in questo modo, anche se in realtà sono un problema a volte difficile da diagnosticare e quindi contrastare con opportuni strumenti compensativi, per fortuna oggi presenti, ci si trova non sempre adeguatamente formati e consci, soprattutto quando il mondo della scuola, la famiglia, le persone che ci stanno accanto, non sanno di cosa si tratti.

Valentina e Alberto rispondono alle domande del pubblico

Alberto Righi e Valentina Alessia Poloni, così come qualche tempo fa, due giovani di Sassari, attraverso l’ADI (Associazione Dislessia Italiana) girano per l’Italia portando nelle loro conferenze-testimonianze la loro esperienza, raccontata dagli esordi del problema sino ai sistemi adottati per combattere efficacemente la dislessia.

Scopro che i DSA sono quattro, la Dislessia (difficoltà nel leggere), la Disgrafia (Difficoltà a scrivere), la Disortografia (Difficoltà alla corretta calligrafia) e la Discalculia (Difficoltà ad eseguire operazioni matematiche a mente), ciascuna di queste ha un peso specifico spesso rilevante nella crescita dei ragazzi, delle loro famiglie e del mondo che li circonda, scuola compresa. Basta qualche volta una diagnosi precoce e quel muro che sembrava invalicabile, viene abbattuto pian piano.

Una serata davvero utile, per quanto mi riguarda anche molto formativa, pur non avendo mai avuto il problema, né avendolo vissuto coi miei figli. Mi sento anche di NON giustificare le troppe assenze del mondo della scuola, pur presente con alcuni insegnanti e alcune operatrici e operatori del settore psicologico e sociale, così come la consapevole presenza di alcune mamme che hanno il problema in casa e che cercano di apprendere il più possibile cosa usare e come abbattere le sempre presenti ostilità della società civile verso problemi che non vengono ampiamente diffusi.

Ben vengano queste testimonianze, che speriamo siano sempre di più per lanciare quel messaggio che anche ieri sera è uscito fuori dall’incontro, che la dislessia è una caratteristica, una diversità che semmai rappresenta un valore se la consideriamo in ambito sociale, così come le diversità sono sempre un valore in qualsiasi altro.

Antonio Masoni