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Tempio Pausania, i Nero su Bianco, la video intervista alla band. Ironia, intelligenza e ottima musica.

Foto di Adry Alias

Tempio Pausania, 7 agosto 2014-

Devo farvi una confessione. Una cosa particolare attrae il mio interesse nella musica oltre, ovviamente, le capacità di chi la offre: l’intelligenza. Questo trio, da diversi anni protagonisti insieme a tante altre band della musica locale, sa imporsi proprio per questa caratteristica. Cos’è l’intelligenza però. E’ meglio spiegare cosa intendo. Per me è la capacità di essere se stessi, sapersi dare al pubblico perché si è realmente così. Non si finge insomma, non si lucra e non si fanno “furbizie ammiccanti” tali da ingannare l’ascoltatore. Nero su Bianco sono così, in scena sul palco e nella vita di tutti i giorni. Scherzano e sono seri quando occorre ma allo spettatore offrono sempre il loro animo creativo, ironico e coinvolgente. In fondo l’ironia è il connotato più significativo dell’intelligenza. Però sono tutti preparati musicalmente, un retroterra di esperienze diverse tra loro ma sempre finalizzate a prendere la vita così come viene. Che bello! Li ho ascoltati diverse volte ma ogni volta è esperienza diversa e nel gradimento, spesso esigente di chi li ascolta, noto sempre una piena soddisfazione che traspare dai sorrisi durante le canzoni, dalle risate fragorose che nascono spontanee per le battute ficcanti e immediate che caratterizzano sempre i loro spettacoli. Si, perché di spettacolo si tratta e non solo di ottima musica. In queste peculiarità risiede, a mio avviso, il loro indiscusso talento. Roberto Acciaro, ottimo pianista e cantante guida del trio, ci racconta che non ha mai fatto conservatorio. Ciò, per i musicofili, sarà pure evidente, ma per tutti gli altri passa inosservato tale è la sua maestria nel pigiare quei tasti e nel saper essere guida sonora della band. Di Enrico Sotgiu si conosce quasi tutto e, almeno per me, non è è una sorpresa visto che lo ricordo bambino  picchiare qualsiasi genere di contenitore o oggetto che emettesse un suono. Negli anni si è perfezionato e ha saputo anche studiare tutti i segreti delle percussioni che tra le sue mani diventano musica e ritmo allo stato puro. Gian Vito Carbini, autodidatta anch’egli, sa giocare con la tastiera sempre con abilità e sapienza, pur non essendo quel che si dice un virtuoso della sei corde.

Quel che ne deriva è un omogeneizzato di gusti certamente differenti all’origine, chi nasce dal funky jazz, chi dal latino americano e chi dal rock. Gusti che però  sanno omogeneizzarsi in un perfetto ensemble con la grande energia che si sprigiona ogni volta nei loro concerti. Un primo disco, che ho avuto il piacere di ascoltare e che, lo confesso, porto sempre in macchina e metto ogni volta, specialmente per tirarmi su il morale quando sta giù. Non riesce a stancarmi perbacco, anzi mi strappa un sorriso pur se la canzone l’ho sentita decine di volte. Anche le loro composizioni sono gradevoli e sempre improntate alla medesima accattivante sonorità. Piacere e divertimento, ecco cosa riescono a dare in pasto al pubblico.

Ora li attendono alcuni interessanti progetti tra cui il loro secondo disco che è in fase di ultimazione ed anche serate per tutta l’estate. Spero solo che abbiano qualche chance di poter arrivare più in alto, come meritano e come i loro numerosi estimatori si augurano, ad iniziare dal sottoscritto.

Vi propongo la video intervista e due canzoni eseguite ieri sera durante il loro spettacolo messo in piedi dal buon Riccardo Dessena in Largo De Gasperi, accanto al viale estivo dei tempiesi, la Fonte Nuova.