Tempio Pausania, 11 ago. 2015-
Il Parco Grandi, intitolato ad un garibaldino, Francesco Grandi, nato a Tempio il 14 agosto del 1841, è collocato in un piccolo promontorio a valle del Parco delle Rimembranze. Da un lato guarda la città, e il Parco delle Rimembranze, dall’altro la Stazione Ferroviaria e il Limbara. Un progetto della precedente amministrazione, ha reso questo spazio un bell’oasi di verde e anche un posto fruibile dalla gente, con piante, fiori e anche due alberi di ulivo, gli stessi che, sino a qualche mese fa, erano alloggiati nella piazza cuore della città, Piazza Gallura. Non conosciamo le ragioni vere del loro spostamento, se dovute a motivi di carattere botanico, pare che le piante soffrissero nella vecchia sede, o se semplicemente perché, come qualcuno asserisce in questi casi, “a noi non piacevano”. Noi, intesi come nuovi amministratori.
La curiosità, rispondendo ad un invito da parte di un lettore di farci una capatina, mi ha spinto ad andarci. Ho girato alcune immagini che vi propongo. L’aspetto peggiore, come si evince, è dato dalla nostra stessa inciviltà dinanzi a spazi che avrebbero voluto ben altro trattamento. Cartacce, lattine, bottiglie, pacchetti di sigarette, buttati nel prato all’inglese, con disprezzo per un bene pubblico, come se non lo si sapesse che questo atteggiamento da imbecilli alla fine porta al degrado di ogni cosa.
L’altra curiosità, era quella di vedere come stavano le piante, premesso che non sono un esperto. Mi era stato detto che le piante erano ammalate. A vederle dal vivo, si direbbe che lo siano ma ciò può essere derivato dal recente “trapianto” e da quella fase di adattamento alla nuova dimora che tutte le piante patiscono. Una, quella più ad est, più piccola di dimensione, appare messa male e le parti secche sono tante. Chiaro che la siccità di questi mesi ha influito, pur se le piante vengono irrorate.
L’ulivo, tra l’altro, è cosa nota, ha una grande capacità rigenerativa, essendo in grado di ricostruire quasi completamente la chioma in caso di danni da gelo o per altre avversità. In questa ottica andrebbe vista anche questa fase che porterà, lo speriamo, ad una ripresa di questa pianta. Il trapianto, d’altronde, è una fase traumatica per tutte le piante, ma se è stato eseguito correttamente, come pensiamo, le radici torneranno a svilupparsi e la chioma dovrebbe riprendersi.
Prima di emettere per questi ulivi una sentenza di morte, aspettiamo che passi qualche mese. Nel frattempo, non sarebbe male un controllo più accurato sulla insana abitudine di parecchi frequentatori del posto di donarci i “regalini” quotidiani del loro passaggio nefasto.
Antonio Masoni