Tempio Pausania, 18 giu. 2015-
«Il pericolo esiste, bisogna fare presto e bene». In estrema sintesi è questo il resoconto di una serata con alcuni sindaci dell’alta gallura, organizzata stasera dal Popolo dei Lucchetti presso l’Ufficio Turistico di Tempio, alla presenza di alcuni primi cittadini del territorio, Biancareddu, neo sindaco di Tempio, Loddo, sindaco di Calangianus, Marisa Careddu sindaco di Luras ed Emiliano Deiana, anch’egli confermato sindaco di Bortigiadas dopo le elezioni del 31 maggio 2015.
Unione d’intenti, nessuna voce discordante e un documento di sintesi che sarà fatto immediatamente dai sindaci. In agenda diversi punti da evidenziare entro brevissimo tempo. Il 30 giugno è la data ultima dopo la quale la legge di riordino, proposta dalla Regione Sardegna, e spinta oltre ogni regola di territorio dalla ASL di Olbia, verrà messa in atto, con buona pace di tutti i cittadini dell’alta Gallura e della lotta intrapresa da questa emerita organizzazione apartitica che si è denominata, mesi fa, Il Popolo dei Lucchetti.
A fare gli onori di casa, oltre a Nicola Luciano, insieme a Mario Satta ed altri passionali cittadini sostenitore della lotta per la salvezza del Dettori, il sindaco Biancareddu e alcuni neo assesori della sua giunta, Marotto e Pirinu, quest’ultimo di recente ha avuto la delega proprio alla Sanità, in virtù di una sua personale battaglia dai banchi della minoranza sulle carenze del nostro ospedale.
A prendere la parola, dal moderatore dell’incontro Nicola Luciano, è stato Sandro Grussu, esponenete del Popolo dei Lucchetti e delegato sindacale per i medici ospedalieri.
“I recenti accorpamenti di alcuni presidi sanitari –ha detto Grussu – che hanno interessato Cagliari e Sassari, lasciano intravvedere un seguito poco incoraggiante dove il nostro ospedale verrà privato di altri servizi fondamentali, oltre quelli di cui già si era a conoscenza. Al momento non si conosce nulla della ASL, di quante saranno e di dove andremo a confluire, ma la mossa di Olbia, intesa come ASL, di anticipare la partita con la consegna del nostro reparto di Otorino a Olbia, di fatto anche se non subito, è stata chiara e va letta in un disegno più ampio che punta ancora una volta a depotenziare di qua per arricchire di là”
Il sindaco di Calangianus Gian Martino Loddo, ha voluto ricostruire la cronologia della legge Balduzzi e di come sia stata applicata dalla RAS senza tener conto di nulla, ad iniziare dalla legge del 2006, nota come legge Dirindin, nella quale al nostro ospedale veniva attribuita la qualifica di DEA di 1° livello, cioè tutto ciò che eravamo e che entro poco tempo andremo a perdere.
“Lottare senza distinzioni ed appartenenze politiche – ha detto Marisa Careddu – la salute è un valore prioritario e nessuno può tracciarne il futuro senza tener conto del cittadino e dei suoi bisogni. In questi anni assistiamo purtroppo a casi sempre più numerosi di problemi cardiaci e io non posso permettere che un un cittadino del nostro territorio debba percorrere un’ora di macchina per un soccorso e quindi compromettere la sua stessa vita. Le nostre strade sono una piaga che dovrebbero far riflettere su quanto dico. Da noi non è come a Cagliari o Sassari o alla stessa Olbia che si mettono in macchina e raggiungono in poco tempo qualsiasi presidio sanitario in grado di affrontare qualsiasi emergenza. Quindi, uniti, lottiamo per una causa comune e coinvolgendo al massimo il territorio. Le parole sono state spese tutte ed io sono stanca di sentire in decine di incontri sempre la stessa recita. Ora basta!”
Gli interventi di Giuseppe Pirinu (neo delegato alla sanità per il comune di Tempio) e Giorgio Chiarelli, medico ospedaliero, sono state indirizzate ugualmente alla massima urgenza delle operazioni che portino ad un documento congiunto chiaro, netto e nell’interesse collettivo.
“Domani – ha ribadito Chiarelli – non dopodomani“
Ha chiuso la serie degli interventi Andrea Biancareddu, sindaco di Tempio.
Questo il resoconto di una serata poco partecipata dalla gente di Tempio. Ciò rappresenta un punto negativo che non dimostra un attaccamento a questo problema anche se poi ci sono sempre quelli che si lamenteranno quando in ospedale gli diranno: “Ci dispiace, per questo dovete andare a Olbia”.
Incoraggiante il clima di collegialità che è venuto fuori e che fa ben sperare nel futuro immediato di questo problema che non vorremmo dopodomani si rivelasse insormontabile e non superabile con piani e strategie alternative, che pure esistono e che si debbono praticare.
Antonio Masoni