Tempio Pausania, 19 nov.
Lo chiamano “effetto nostalgia”, un intricato e complesso ensemble di emotività e amore per la propria terra, per le origini che non sono fatti accidentali, né sporadici, ma esistono in tutti noi quando la sorpresa, l’amarezza e le inquietudini prendono il sopravvento se certe cose accadono e mai vorremmo accadessero. E’ stato così per Giovanni Sanna, medico, che ha voluto scriverci una lettera che ancora risuona nelle orecchie di chi, come in tanti di noi, stanno da oltre un mese presidiando il Paolo Dettori, pacificamente ma con una energia che trabocca di amore verso qualcosa che tiene legati molti cittadini del territorio e li faceva sentire al sicuro.
“Non c’è più tempo per l’amarcord!!” hanno deciso così alcuni scienziati della disumana attitudine allo sgombero delle sicurezze che c’erano prima, codardi e vili sino a farsi strada tra bisogni e disagi.
Chi se ne importa se la gente sta perdendo i propri diritti! ” Si vive al di sopra delle aspettative, è ora di ridurre e moderare la spesa pubblica, sanità o lavoro non importa”, tuonarono da regno delle sirene liberiste, alla ricerca di business in ogni dove, ovunque esistano numeri da scorporare dalla umanità, e far quadrare come una spesa qualunque, come s trattasse di merce e non di esseri umani. ” Parola d’ordine? Business!”, e allora tutti a pagarsi la salute, viandanti, nomadi alla ricerca di un posto per ricevere tutela e garanzia di risultati.
A questo ci hanno portato, a dover per forza vivere sani. In alternativa, morire. Come bestie al macello, come pecore di un gregge che devono seguire un pastore spietato che le fa cadere nel burrone.
L’effetto nostalgia, rianima persone che a questo luogo sono attaccate tenacemente, e ne toglie fuori il minimo rigurgito di amore mai nascosto, di memorie che ridiventano fresche emozioni anche a distanza di molti anni, quando leggono una lettera che ne riscopre l’empatica partecipazione. Così è successo, che un tecnico tempiese che vive a Palau, si imbatte nella lettera di Giovanni Sanna (LINK) e gli scrive una risposta, come un tempo si era soliti fare. Chi non ha nostalgia per la penna e la lettera per corrispondere? Sono cambiati i tempi, ora si viaggia veloci, basta una mail. Poco conta, specialmente quando il contenuto evoca quel passato da cui un gallurese non si distacca mai.
E’ troppo forte la catena che lega questo valore unico che è l’amicizia col volersi sentire tutti una piccola porzione di questo “effetto nostalgia” che diventa solidarietà e vicinanza. Chi mai vorrebbe spezzare dalla città in cui si cresce il ricordo che di essa si possiede?
Grazie a Salvatore Brandano di questa ennesima testimonianza d’amore per la città e per l’ospedale Paolo Dettori.
Antonio Masoni
Caro Giovanni,
la Tua sensibilità e alta professionalità sono state apprezzate da Tutti. Ho trovato e letto la lettera che hai inviato al coraggioso Gruppo in difesa dell’Ospedale di Tempio. Ogni Tua espressione è evidenza della rettitudine, modestia e non comune esperienza, consolidate e acquisite nel campo e nella tua vita a seguito dei grandi insegnamenti della Tua
Famiglia. Non è una “sviolinata”, ma il riconoscimento del Tuo vero carattere sensibile e umano, che ci lega come fratelli.
Da non più giovane Tempiese ho potuto rivivere la mia fanciullezza e i giochi spensierati nella Piazzetta di San Francesco, nota come “piazzetta dell’Ospedale e della Chiesa di San Francesco”. Sono nato in via Nino di Gallura, nella casa dei miei Nonni materni, fra la Piazzetta “del Pilare” e “San Francesco”, dove ho giocato con Giovanni e il fratello maggiore Paolino Dettori, al quale oggi è intitolato il presidio ospedaliero, e ho vissuto i tempi dell’immediato dopo guerra, quando la Chiesa di San Francesco, ora riconsacrata, era stata provvisoriamente dismessa e utilizzata per il ricovero dei mezzi militari e deposito dell’ERLAS (era il periodo della campagna antimalarica) e quando la piazzetta ospitava attivamente le “Feste di Sant’Isidoro”. Ma la presenza attiva dell’Ospedale costituiva elemento fondamentale e prezioso per la salute di TUTTA LA GALLURA ed oltre. Sono solidale e in pieno accordo nel non comprendere (meglio… non voler comprendere) le motivazioni politiche e gli interessi che spingono la volontà di pochi autorevoli !!! personaggi ad agire contro il bene primario di ogni individuo: “LA SALUTE”. L’Ospedale baricentrico di Tempio é sempre stato il riferimento di ogni cittadino, al quale i bravissimi “medici condotti”, Tuo Padre fra i primi, indirizzavano i pazienti nei casi da loro ritenuti necessari e dopo le loro amorevoli cure. Personalmente ritengo che i politici miopi non conoscano o, per loro fortuna, non abbiano avuto necessità gravi e urgenti alle quali far fronte presso una struttura facilmente raggiungibile. Ma queste considerazioni si allungano e si aggravano se pensi allo stato tortuoso, irrisolto e malridotto, dei collegamenti stradali che ci separano dalle strutture di Cagliari e Sassari e al disagio nei tempi di percorrenza e d’intervento.
Non posso dimenticare il mio ricovero a Tempio e le cure competenti e altamente professionali della struttura medica e assistenziale, oltre le tue amorevoli cure per le quali di sono sempre riconoscente. Ricordo che nell’occasione mi avevi vivamente sconsigliato un viaggio a Sassari, preso il tuo reparto, “perché dati i tempi di percorrenza, non ce l’avrei fatta”. Ma ora sono qui a raccontarla…
Hai ben rappresentato e interpretato con grande competenza, meglio di me e di tanti altri, lo sdegno di tutti i sostenitori del Gruppo di difesa del presidio Paolo Dettori, al quale si aggiunge il movimento Maddalenino e dell’intera Gallura.
GRAZIE e un grande abbraccio, con la stima e riconoscenza di Anna.
Tore