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Tempio Pausania, Nessun Taglio? Il Paolo Dettori è stato tagliato eccome! Attenzione ai facili entusiasmi.

Il P.S. del Paolo Dettori - foto galluranews

Tempio Pausania, 13 ott. 2017-

Riporto per esteso la notizia apparsa sul sito del Comune di Tempio Pausania:

” L’Ospedale Paolo Dettori e il territorio possono tirare un sospiro di sollievo. Nella nuova riforma sanitaria l’Ospedale è stato riconosciuto come Dea di 1 livello di completamento e manterrà tutti i servizi esistenti compreso il punto nascite. Con gli emendamenti approvati rimangono operativi i servizi di Pronto Soccorso, Dialisi, Ginecologia, Ostetricia,  Medicina, Chirurgia, Punto Nascite, Pediatria, Otorino-Laringoiatria, Radiologia, Laboratorio analisi, Ortopedia,  Riabilitazione e Farmacia. Il Dettori sarà inoltre dotato di una struttura sub intensiva polispecialistica .

Il Sindaco Andrea Biancareddu è soddisfatto del risultato frutto di intensi mesi di lavoro e di una pressione costante messa in atto  dal Primo Cittadino, affiancato dai Sindaci dell’Unione. Nonostante la soddisfazione per il riconoscimento il Sindaco rimane prudente anche se decisamente prevale l’ottimismo di chi sta per afferrare il risultato sperato. La comparsa della classificazione del Paolo Dettori come “Ospedale di Comunità rinforzato” aveva fatto scattare l’allarme rosso. Il Sindaco ha quindi bussato alla porta della Commissione sanità e della giunta per chiedere spiegazioni e ha presidiato i lavori del Consiglio regionale dalla tribuna riservata al pubblico.

“Non è ancora arrivato il momento di abbassare la guardia” ci tiene a precisare il Sindaco Biancareddu “Dobbiamo mantenere tutti alta l’attenzione sino all’approvazione definitiva della legge per evitare spiacevoli sorprese dell’ultima ora”. In ogni caso da quando è iniziata la battaglia le prospettive sono decisamente migliorate.Da un’aspettativa nefasta stiamo uscendo a testa alta dopo due anni di una partecipata difesa dei diritti del territorio che è culminata a luglio con la discesa in piazza della Gallura e non solo e che è proseguita con la costante attività del Sindaco Biancareddu.”

Suonano così oggi le trionfalistiche parole del sindaco e la sua soddisfazione per il risultato ottenuto. Quindi questa sarebbe la vittoria della politica? L’essere giunti ad una conclusione, che è poi quella che tutti si aspettavano, nonostante sembrava scomparsa da ogni carta del testo della legge quella parola DEA 1° livello, è solo amarezza totale, è la conferma che si è trattato solo di una pietosa conferma dopo che si è portata la gente alla esasperazione, la si è dileggiata e presa per il culo, portata i piazza sino a 10.000 circa presenze per manifestazioni che hanno avuto l’esito di una grattatina in testa della politica. Elemosine sino all’ultimo per qualcosa che era, è e resta un diritto costituzionale dei cittadini, sempre più coscienti che così, scientemente, si porta un popolo allo sfinimento portandolo a morire a fuoco lento, lentissimo.

Partiamo dalla rima considerazione:

a) Tempio è DEA di 1 Livello non com’era prima ma perché rappresenta un appendice dell’ospedale di Olbia al quale e dal quale a tutti gli effetti dipenderà.

b) I servizi mantenuti, precisati nella nota del Comune, sono quelli che avevamo e manterremo, nel senso che non è, né può essere una vittoria aver perso Terapia del Dolore, ai primissimi posti in Sardegna per qualità e numeri di prestazioni, aver dimezzato i posti letto della Chirurgia che oggi è accorpata all’Otorino, la mancanza cronica di presidi sanitari e materiali che già mancavano da anni in quella asfissiante, inesorabile perdita quotidiana che ha costretto parecchi utenti a portarsi “la merenda” da casa.

c) Essere costretti, e sarà così anche nel prossimo futuro, a viaggiare per alcune prestazioni terapeutiche che prima erano in loco,  la Diabetologia per esempio, essenziale servizio che riguarda migliaia di persone, oggi lasciate sole.

d) Lo dite voi ai sanitari ai quali urge personale infermieristico e medico ogni giorno, costretti a turnazioni massacranti che odorano di privazioni, non di conquista?

Oggi, dopo questa nota e articoli di vittoria ovunque, con sindaci che si erano astenuti dal voto, eclissati dalla battaglia che rialzano la testa per dirci: “Avete visto? La vittoria della politica!” Quale politica, aggiungo. La stessa che ha pianificato la distruzione della sanità pubblica in favore del Mater Olbia che è ben lontano dall’essere aperto? Sono già tre anni che si dice, il prossimo sarà aperto (la data presunta è giugno 2018), mentre naufraga anch’esso in questioni legali e corruzioni varie, come dire la solita politica avallata da personaggi invischiati nella peggiore questione morale che ovunque penetra e succhia sostanze pubbliche.

Non sarà invece che il partito di maggioranza, vittima della sua totale dipendenza da interessi lobbistici e poco patriottici, abbia virato per non perdere i voti che certo perderà alle prossime elezioni regionali e si è genuflessa, momentaneamente, al volere di meri consensi per poi, a elezioni ancora rivinte, scagliare gli ultimi affondi alla nostra costituzione e distruggerla? O sarà mica la sentenza di un giudice che ha de-legittimato come anticostituzionali, come è nella realtà, gli scippi alla Carta e alla sovranità nazionale?

Sarà mica un esposto, consegnato nelle mani del procuratore Fiordalisi, ad aver fatto decidere che era meglio cedere a sto giro, in attesa che le acque si plachino? Lo ricordo, giusto per la cronaca, sottoscritto solo da 4 sindaci, Biancareddu, Marisa Careddu, Tirotto e Ara, che l’esposto ha fatto il suo iter naturale ed esso conteneva, punto per punto, gli scippi di questi anni e le storie firmate di alcuni casi emblematici che hanno, magari, spaventato questa politica che ha tirato un po’ il freno.

Ergo, stiano zitti quei sindaci del partito di maggioranza, che oggi esultano per la vittoria della politica. Dov’erano quando è stato chiesto loro di firmare quell’esposto? 

Riassumendo, una vittoria “sui generis” con lo status del Paolo Dettori che resta esattamente com’era, con la sola aggiunta, questa si una conquista, dei due posti di terapia semintensiva polispecialistica, che potrà dare frutti nel breve, medio termine senza la necessità di mettersi in macchina per raggiungere Olbia.

Onore al sindaco di Tempio, a quello di Bortigiadas, a quelli che hanno firmato l’esposto, alla gente della Gallura che si è stretta attorno alla questione sanità in blocco, a quelli che hanno continuato a credere in un risultato che non induce a nessun entusiasmo ma solo a chiudere una falla terribile che deve tradursi in una presa d’atto: “nessuna politica attuale potrà colmare il disavanzo di diritti che sono stati calpestati e lo saranno ancora, statene certi”.

Vigileremo, certo, saremo sempre pronti a denunciare futuri scippi alla sanità pubblica, ma non basterà per ribaltare queste infauste politiche che del bene comune se ne infischiano altamente, e non soltanto nella sanità pubblica.

Qualsiasi politica che accetta passivamente le dinamiche del risparmio, per quanto mi concerne, è scellerata e non oculata. Oggi, il taglio, il risparmio, lo spreco, sono parole che sono entrate nel gergo comune, ma sono principi sbagliati come sbagliate sono le debolezze di chi le ritiene necessarie. Necessario è tornare alla piena sovranità, di popolo e monetaria, ritornare Stato e svincolarsi dalla morsa della UE che stavolta ha lasciato respirare la sanità sarda, ma domani si riproporrà con maggiore veemenza per soddisfare la irrefrenabile deriva neoliberista che sta piegando ogni giorno la resistenza degli indifesi, dei senza lavoro, dei senza tetto, degli emarginati, dei giovani senza un futuro, dei disperati che bussano ogni giorno, a decine, alle porte dei servizi sociali per rivendicare un lavoro e un piatto di lenticchie.

Antonio Masoni