Tempio Pausania, 12 giu. 2016-
Sui quotidiani, nelle TV scrivono e parlano di strade nuove in cantiere che lasciano, come sempre, a bocca asciutta i sardi e la Sardegna. Tra le tante lettere e segnalazioni che riceviamo, degna di attenzione questa che scrive testualmente:
“La stampa nazionale riporta i numerosi ed importanti progetti che l’Anas intende costruire sulle strade italiane: nessuna in Sardegna. La strada Olbia-Tempio e’ interrotta dal novembre 2013 per il crollo di un ponticello e nessuno protesta. Il risultato e’ quello prima ricordato. Forza Paris non incita più nessuno“.
Ha ragione il nostro lettore. Siamo capaci di cooptrae il popolo su abusi e soprusi subiti, di riuscire a destare l’attenzione su altri piccoli e grandi problemi della nostra città, ma promuovere azioni di forza su una questione vitale come le strade di collegamento, già in se fatiscenti e pericolose, non ci riesce. Si legge ogni tanto degli avvocati olbiesi che vogliono spostare il tribunale a Olbia perché non possono permettersi di perdere 1 ora di tempo per raggiungere Tempio. Come dire, meglio spostare una sede che riparare un ponte di 60 metri.
La politica sta a guardare, oltre la punta del naso non arriva. L’immobilismo è il padrone incontrastato dell’attuale politica che punta solo al risparmio e a garantire la tutela dell’oltraggio del patto di stabilità, un capestro che pesa sulle teste dei politicanti che non hanno capito ancora da che deriva e perché lo si deve assecondare. Così Olbia, vede frenati i propri interessi nella messa in sicurezza della città, che ha visto in poco meno di tre anni, risolti una minima parte dei problemi che hanno causato il disastro del 18 novembre 2013 e la strada di Monte Pinu, giace nel dimenticatoio assoluto, in attesa che venga risolta la parte giudiziaria della vicenda per la quale è in corso in questi mesi il processo.
Alla fine, come spesso accaduto, nessuno pagherà e la strada resterà sempre aperta insieme a tutti i disagi che sta comportando. L’idea, mica nuova per carità, è che Tempio e Olbia si riparlassero per questa strada, cruciale per tutti. Non è avocando a sè il tribunale che si risolve il problema. Si vuole coesione? Si cerchi allora, e la si smetta di fare demagogia o appelli all’unità quando anche a Olbia occorrono i numeri per mantenere la ASL.
La coesione tra i due centri maggiori della gallura è sotto sopra proprio per la questione sanità e la tolleranza è ridotta al lumicino. Non si sopporta più l’ingerenza dell’una e la fame vorace che le fa credere che tutte le si deve in ragione dei numeri. Tempio reagisce e prova a chiamare in aiuto il territorio dell’alta gallura che risponde presente. Una presenza che però non deve essere vista come dipendenza ma come collaborazione per un bene comune, in questo caso una strada. Domani però in cantiere ci potrebbe essere un’altra cosa, la sanità, la scuola, il turismo, l’acqua, e il territorio deve essere unito e compatto per determinare e determinarsi da solo. L’alta Gallura ha numeri e risorse per autodeterminarsi e rivendicare la propria autonomia territoriale facendo quadrato con il territorio tutto e con gli altri limitrofi, Anglona e Logudoro, così come ben hanno pensato alcuni sindaci nel piano strategico in atto.
Facciamo sentire forte il nostro appello ai sindaci che il tempo di unirsi è ora, non domani. Non aspettiamo che questa regione decida di non decidere.
Antonio Masoni