Tempio Pausania, 27 gen. 2019-
Il presidio di occupazione Abali Basta, nella consueta assemblea di fine settimana, si è dato importanti scadenze e nuove proposte da mettere in atto a breve termine. Dopo il colloquio avuto col procuratore della Repubblica, la mattinata di ieri, si è infatti decisa una azione di carattere legale avendo individuato alcuni gravi inadempienze durante la sospensione del servizio di ostetricia nel mese di aprile 2018, mese da cui si è fermato il blocco parto e non si è mai riaperto in attesa che l’assessore Arru chiedesse la deroga ministeriale (mai chiesta).
Inoltre, si è discusso della giornata campale di ieri sera, quando il sindaco di Tempio Andrea Biancareddu, in segno di protesta contro le reiterate prese in giro da Cagliari per quanto attiene al Paolo Dettori, ha deciso di ottemperare al patto avuto col presidio di occupazione in quella ormai storica giornata del 21 novembre, in cui tutti e 11 i sindaci della Unione dei Comuni, decisero di dimettersi qualora le istanze richieste presso l’assessorato, non fossero state accolte.
Sin qui la mera cronaca di quanto accadde quel 21 novembre, il resto sono opinioni sul seguito dell’azione che portò a due documenti, il primo mediato dal prefetto di Sassari, in cui Arru promise a breve determinate azioni che sono state tutte disattese. Le ultime vicende portano al 16 gennaio, allorquando l’Unione dei Comuni emise un documento nel quale apparve soddisfatto all’80% dell’azione svolta dai sindaci fatta eccezione per il punto nascite per il quale si decise di continuare a lottare come sindaci.
Appare chiaro che ne hanno sempre saputo di più i presidianti di cosa realmente accadeva al Dettori, al punto che il documento della UdC fu ampiamente discusso e rigettato a ragione. Nulla di quanto Arru aveva detto di accogliere, contenuto in un pezzo di carta, c’era mai stato. Anzi, la situazione con l’improvvisa chiusura del reparto di Ginecologia, era solo peggiorata. Bene ha fatto Biancareddu a dare adito alle sue dimissioni, sicuramente non semplici da un punto di vista umano, ma esse sono state il segno della resa delle istituzioni per un diritto negato. Ne è stato consapevole quando ha visto coi suoi occhi la materializzazione della presa in giro dell’assessore e dell’azienda durante l’ispezione effettuata sabato della settimana precedente.
L’assemblea di Abali Basta, svoltasi al solito presso l’area CUP del Dettori, ha votato all’unanimità l’azione legale ed ha anche espresso solidarietà al sindaco di cui si è apprezzata la coerenza e il patto coi cittadini che quelle dimissioni le hanno sempre viste come un mezzo e mai come un fine. Nessuno ha mai avuto l’obiettivo di sfasciare le 11 comunità, tutt’altro, era esattamente la coesione di queste comunità che ne sarebbe uscita rafforzata rispettando il volere del territorio (in questo caso posso usare questa parola perché tra le 6.000 firme circa oltre la metà era di cittadini di fuori Tempio) che di quell’ospedale ha assoluto bisogno.
Antonio Masoni