Alle prime gocce d’acqua…Palasport, un disastro.

Alle prime gocce d’acqua, mica un acquazzone, quelle di ieri per capirci, il Palasport Tino Carta, teatro ieri di una bella manifestazione di Karate, ha dato segni inequivocabili di urgenti lavori. E dire che gli stessi lavori, in parte minima effettuati, avrebbero dovuto dare quanto meno un parziale ripristino della struttura. Invece, dopo aver perlustrato gli spazi interni, al piano del terreno di gioco, mi sono imbattuto nel degrado assoluto. Alla soddisfazione iniziale di tante persone presenti all’evento sportivo, alle luci soddisfacenti dell’impianto, fa eco una penosa situazione dei locali e delle scale di passaggio dal piano terra alle tribune.

Non bastassero i locali polverosi e scalcinati, reduci dall’incuria e dalle infiltrazione piovane, anche dal tetto, quando le prime gocce sono cadute su Tempio, pioveva sui tatami sistemati per il Karate. Vedere i giudici della gara, alzarsi durante i combattimenti con uno straccetto ad asciugare il tatami per evitare scivolate ai piccoli atleti, mi ha ricordato i parquet del basket. Nelle palestre adibite a sport di squadra, si tratta di sudore dei giocatori che viene asciugato per norme di gioco. Al Palasport, però, quelle erano le poche gocce d’acqua che penetravano dalla copertura metallica del palazzetto.

Un impianto per competizioni internazionali ma…quelle gocce d’acqua!!

Uno dei volontari che hanno ripulito l’impianto prima delle gare di ieri, ci diceva che sono stati tolti chili e chili di polvere e detriti. L’impianto che si giova dell’essere polivalente, quindi agibile anche per altri eventi, tipo convegni affollati o concerti, presenta delle pecche assurde, come di un’opera mai terminata che è lì nuova senza essere utilizzata se non sporadicamente. Chi deve pulirla? Esiste l’obbligo di restituirla in perfette condizioni dopo l’utilizzo? Le infiltrazioni dalla copertura, devono essere eliminate? Il consigliere nazionale della Fijlcam, presente ieri al Palasport, incantato dalla bellezza del luogo, lo ha descritto come uno dei migliori impianti sardi, tra i migliori d’Italia. Basta questo per renderlo funzionale e finalmente sicuro? O si vuole anche stavolta storcere il naso dinanzi a fatti concreti e rispondere col silenzio? E se arrivano altre gocce d’acqua come succede per esempio oggi, 2 marzo?

Ma queste sono polemiche, direbbe qualcuno, mica dati di fatto.

Le risposte arriveranno, infiorate di date, stanziamenti e tempistica, come al solito. Come per le luci del Manconi, bloccate da aprile 2019 o del Bernardo Demuro che doveva essere pronto dopo aver superato tutti gli ostacoli burocratici. Aspettiamo le risposte allora, che arriveranno, forse, accompagnate da altre date, altri stanziamenti e altra tempistica. 

Poi scrivi di decadenza e ti dicono che devi voler bene alla tua città. Perché, denunciarne le mancanze, vuol dire volerle male?

Masoni è cattivo, chissà chi sta appoggiando per le amministrative! Tranquilli, tutta la politica è  inutile ma son cose che ho già detto e scritto. Almeno, tacete e non promettete nulla.

 

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