«Cecchina e il suo donarsi gratuito e umile».

Paolo Atzei, già vescovo della nostra diocesi, traccia il suo personale ricordo di una persona che ha speso la sua vita per gli altri.

Cecchina Quidacciolu, 86 anni, la morte muta e surreale di questo tempo senza tempo, senza contatti reali, chiusi nel nostro guscio e un self control che scricchiola sempre di più. Cecchina segue, a distanza di meno di 5 mesi, la sua grande amica Gina Alias in una sorte che non risparmia nessuno, anche chi meriterebbe l’eternità per quanto ha saputo dare e lasciare a generazioni di persone.

La chiesa di San Giuseppe

Sempre armata di amore incondizionato per il prossimo, nessuno escluso. Un ritratto quello di Cecchina che ci ha scritto una sua nipote acquisita, Maria Lucia e Paolo Atzei che fu vescovo della nostra diocesi dal 1993 al 2004. Paolo Atzei, ex arcivescovo di Sassari, traccia di Cecchina un commosso ricordo.

Cecchina Quidacciolu, una vita dentro la parrocchia di San Giuseppe

Dopo una breve e veloce malattia all’età di 86 anni, un tumore in meno di due mesi, l’ha portata via. Ha lavorato nelle scuole e il suo ultimo incarico era presso la segreteria del Don Gavino Pes. Ha sempre collaborato vivamente nella parrocchia di San Giuseppe, per lei era la famiglia, È stata per tanti anni catechista, ha cresciuto generazioni di  giovani nella Gioventù Francescana. Ha collaborato attivamente nelle Vincenziane… e tanto altro senza lasciare i lavori più umili, anzi quelli erano la priorità.

Cecchina era una donna semplice e tenace, cresciuta sotto lo spirito francescano, con lo spirito di aiutare il prossimo, lasciando la sua casa sempre aperta a tutti, senza pregiudizi per colore di pelle o per religione.  Si è sempre dedicata ai bisognosi,  fino alla fine.

Paolo Atzei « Donna umile, trasparente, genuina, fedele»

Cecchina Quidacciolu

«Cecchina,
La ricordo semplice e bella nella sua interiorità di fede creduta e vissuta, in modo trasparente, genuino; nel suo donarsi gratuito, umile, per portare conforto e soccorso. Nel suo convinto dibattere argomenti anche difficili religiosi e umani, fondamentali, ancorata come era a quanto appreso e assimilato dai suoi genitori.

Il suo servizio di catechista, puntuale e fedele alla necessaria istruzione dei piccoli, che amava e con i quali conversava amabilmente. La ricordo anche  anche nella sua spigolosità temperamentale, ostinata, per difendere valori che viveva o intuizioni che coglieva da ciò che leggeva, ascoltava, rifletteva tra sé.

Infine, la ricordo per la sua pratica religiosa fedele, quotidiana, come un appuntamento da cui non prescindeva.

Era stretta al rapporto fondante, fiduciale col Signore, nella fede e nella speranza cristiana, virtù che hanno illuminato, si può dire, tutta la sua esistenza credente. Come, poi, non ringraziarla, per quanto ha fatto con la sorella per i nostri ‘fratini’, che di certo tutti ricorderete?

Dio la rimeriti per questa sua solida struttura umana e religiosa di valori creduti e vissuti.

Grazie, Cecchina! Nessuno meglio di voi nipoti può accogliere questi ricordi e ripetere con me e con tanti frati che l’hanno conosciuta e stimata, una preghiera di lode e grazie al Signore.

Che abiti per l’eternità nella sua gloria.

Io la ricorderò nella Messa, con p. Carlo, p. Silvano Bianco e altri frati, la cara Cecchina.

+ P. Paolo Atzei

Ai nipoti Gian Mario, Maria, Jana, Tina e Sandra Balata»

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