Chiara Vigo è un personaggio unico, così come unica è la sua arte: la filatura e tessitura del bisso. Questo filato preziosissimo è prodotto da un mollusco ancora presente nel Mediterraneo ma a gravissimo rischio di estinzione, a causa degli abusi e per la mancanza di leggi che lo tutelino. Così rischiamo di essere l’ultima generazione a poterlo toccare e lavorare.
Abbiamo potuto intervistare Chiara grazie ad un evento che ha tenuto di recente nello spazio dell’associazione culturale “Alkaest”, a pochi km da Tempio.
Si capisce immediatamente di avere di fronte una donna diversa, con una personalità potente, che ha speso tutta la sua vita per proteggere quest’arte meravigliosa, arrivata in Sardegna duemila anni fa.
Chiara Vigo, una donna solida e sorprendente
Chiara è una donna coltissima, poliglotta (conosce perfino l’aramaico), abituata a lottare contro i pregiudizi e le invidie. Soprattutto lotta da una vita contro chi vorrebbe fare un business con il bisso, che per sua natura non può alimentare dei grossi mercati come qualcuno pretenderebbe.
Così la tela raffigurante il “Leone delle donne”, simbolo del museo, ha dovuto traslocare. Un simbolo importante, questo: rappresenta la capacità della donna di difendere, per i suoi figli, tutto ciò che è buono e sacro. Tante cose, nell’arte di chiara, riportano al potere femminile e al matriarcato sardo, simboleggiato dall’asfodelo.
Ora gli antichi telai delle sue antenate sono ospitati in un locale molto più piccolo, insieme a tante sue opere. Altri suoi lavori – ricami, tele, stendardi – fanno mostra di sé in tanti musei della Penisola e di tutta Europa. Per realizzarli usa le unghie o un telaio simile a quelli usati 2000 anni fa in Mesopotamia.
Oltre che Commendatore della Repubblica, Chiara è anche consulente del Vaticano. Nel 2004 è stata invitata da Benedetto XVI a periziare il “Volto santo di Manoppello”. Si tratta di una reliquia trovata 500 anni fa vicino a Pescara, raffigurante un volto identico a quello impresso sulla Sindone di Torino. Una delle innumerevoli esperienze della sua vita, che continua ad essere intensa come poche altre.
La Pinna Nobilis Setacea
Ma cos’è il bisso?
È un filato che viene ricavato dalla “barba” della Pinna Nobilis Setacea, il più grande bivalve del Mediterraneo. Può raggiungere il metro e venti di altezza e vivere 25 anni. Fino a qualche tempo fa era presente in gran numero nelle coste del sud Sardegna, molto più che altrove; e per ottenere il suo filamento (detto anche bioccolo, o lanapesce, o lanapinna) veniva strappato dal fondale e ucciso.
È stata proprio Chiara Vigo a ideare un sistema che consente di tagliarne frammenti di pochi centimetri senza disturbare l’animale. Naturalmente il processo di filatura diviene molto più difficile e richiede molto più tempo.
Naturalmente sarebbe tutto diverso se si creassero le aree marine protette: allora sì, la Pinna Nobilis sarebbe realmente tutelata. Ma inspiegabilmente la Regione Sardegna si rifiuta di prenderle in considerazione. «Forse perché nelle lagune di Sant’Antioco sono previsti gli impianti eolici offshore?», si chiede Chiara.
Abbiamo paura di conoscere la risposta.
La casa di Chiara Vigo è sempre aperta
Una delle cose che emerge con maggior forza, chiacchierando con lei, è il suo grande desiderio di tramandare la sua arte, almeno negli aspetti che le è consentito mostrare. La sua porta è sempre aperta, e l’invito a varcarla è rimarcato anche da cartelli umoristici. Sogna di mettere su una scuola per bambini, ma finora non le è stata data la possibilità.
Sono tanti i bambini che entrano nella sua casa e che, una volta di fronte al telaio, non vogliono più andarsene.
Abbiamo visto la stessa cosa a Telti, quando una allieva di Chiara ha allestito un laboratorio di tessitura durante la Sagra del Mirto. I bambini stavano lì delle ore, concentratissimi. Perdere il senso del tempo è una sensazione meravigliosa. E lo stesso accade quando si prova a filare.
Ma col bisso, la “seta del mare”, è un’altra cosa. Averlo tra le mani è un privilegio. Si può comprendere come mai gli antichi re e sacerdoti vestissero di oro, porpora e bisso, come attestano tutti i libri sacri a cominciare dall’Antico Testamento.
28 “Maestri” prima di lei
Chiara Vigo è l’ultima, per ora, di una stirpe di 29 donne che hanno praticato e insegnato la lavorazione del Bisso. Facciamo in modo che non sia davvero l’ultima.
Molte cose attorno a quest’arte meritano di essere raccolte, tutelate, tramandate, a cominciare dai disegni di tessitura che un tempo erano specifici per ogni paese sardo.
Soprattutto chiediamo a gran voce che la Pinna Nobilis Setacea sia protetta sul serio, con leggi adeguate che la Regione Sardegna può emanare. Perché ciò che si perde è perso per sempre; e se ai nostri amministratori non importa, ricordiamoglielo noi. Facciamo in modo di poter continuare a “tessere il filo dell’acqua”.
Qui il video del nostro incontro con Chiara.
Se non riesci a vederlo, clicca sul lucchetto in basso a destra per accettare i Cookies.
Crediti:
La foto di copertina è di Gloria Asunis.
Le riprese sono di Roberto Latte.
Alcune delle immagini utilizzate in questo articolo si trovano nel bellissimo libro di Susanna Lavazza dal titolo “Chiara Vigo. L’ultimo Maestro di Bisso”.
Altre immagini e informazioni si possono trovare sul sito https://www.chiaravigo.it/
Un ringraziamento speciale a Domitilla Parodi.