Sulla Chirurgia del Paolo Dettori vengono fuori alcuni interrogativi che lasciano presagire una prematura morte. Voci non confermate ancora dall’azienda, dicono che tutte le operazioni non differibili si faranno a Olbia, e sin qui già era così da tempo. Parliamo di interventi di complessità media e alta. Nel reparto si eseguivano sino ad ieri interventi di bassa complessità, quali ernie ecc. Le voci di cui sopra però dicono anche che al momento il reparto ha pochi pazienti e il reparto stesso verrà chiuso. Non è dato sapere se si tratta di una chiusura definitiva o di un periodo, come accaduto negli anni scorsi, nel quale l’attività si interrompe per un certo tempo per poi riprendere. Lo scorso anno, ad esempio, fu riaperto il 3 settembre dopo la sospensione nei mesi di luglio ed agosto.
La sanità pubblica, che con l’epidemia ancora in corso, sta toccando il fondo del barile, ancora una volta deve fare i conti con ben altre emergenze che nulla hanno a che fare con la mancanza di utenza. In questi mesi infatti, il reparto ha svolto appieno la sua attività anche in considerazione dell’esiguo numero di sanitari.
La chirurgia del Dettori chiuderà definitivamente o si tratta di ferie?
Questa chiusura, che si dice inizia da oggi martedì 25 agosto, non ha nulla di buono. Che il personale medico faccia la spola con Olbia, così come da Olbia arrivano i medici a Tempio, è cosa risaputa. L’azienda forse intende cambiare qualcosa e, da esperienze passate, nessun cambiamento operato sull’ospedale dell’alta Gallura, è mai stato foriero di miglioramenti e di rafforzamento.
Regge il Pronto Soccorso ma non si sa sino a quando potrà resistere.
E’ certo che se dovesse mollare anche il servizio di soccorso, sempre alle prese con carenza di personale o TAC rotta a giorni alterni, l’ospedale di Tempio sarà presto un triste ricordo.
Non fasciamoci la testa prima di essercela rotta ma le premesse, fosse confermata la chiusura della Chirurgia, portano tutte a quel destino beffardo e decisamente penalizzante per un intero territorio.
