Collegamenti con la Corsica, situazione inverosimile.

Dei collegamenti con la Corsica abbiamo scritto a proposito di una allucinante vicenda capitata a due galluresi. Le loro peripezie in giro per il mar tirreno, hanno in qualche modo risvegliato l’interesse sulla disastrosa  gestione della Moby che ha in concessione la tratta da e per le due isole. Il racconto che abbiamo proposto è però uno dei tanti che riguardano in particolare questo momento all’indomani dell’incidente occorso alla motonave Giraglia (7 febbraio). La situazione, per la verità, è da tempo che “naviga a vista” con altre vicende che rappresentano ancor meglio la situazione disastrosa nella quale si trovano i sardi e i corsi. Hanno scritto alcuni sardi che vivono per lavoro in Corsica, subito dopo il nostro racconto. Lamentano in particolare questa avaria nei collegamenti, a dispetto di una continuità territoriale che garantisce prezzi modici.

«Non è accettabile – scrive un lettore – tutto questo. Autisti e operai costretti a tornare in Sardegna in gommone, perché la nave è ferma a Santa Teresa con uno squarcio di 8 metri. Ma in che mondo viviamo? Possibile che non esista un’altra motonave per sostituirla in attesa della sua riparazione?. Ero anch’io a bordo della Giraglia, e oggi mi trovo in Corsica da naufrago perché in Sardegna mi è difficile tornarci. Non posso permettermi il salasso dei due galluresi che hai raccontato qualche giorno fa. Se veniamo in Corsica è per lavorare e non per altre ragioni. Ti invio anche le foto del viaggio in gommone e un breve video. Questo è quel che succede a chi è costretto ad andare e tornare in Corsica e in Sardegna».

Affonda tutto, trasporti aerei, quelli marittimi, indispensabili per i sardi per spostarsi. Il tutto nel totale silenzio della politica che parla solo di soluzioni, tavoli e trattative in vista.

 

 

Collegamenti con privati, proprietari di gommoni o piccole imbarcazioni per tornare nell’isola.

I sardi, nel frattempo, quelli che lavorano, sono obbligati a arrangiarsi con mezzi quasi di fortuna. Sappiamo di vere e proprie trattative con proprietari corsi di natanti con cui si concorda il viaggio di ritorno in Sardegna. La situazione, che riguarda oltre 200 lavoratori, è diventata esplosiva e si è a conoscenza di prossime organizzazioni di questi lavoratori che si apprestano ad iniziative forti.

Perché, qualora non si sia ancora capito, non è una soluzione una tantum che si vuole. In Corsica ci si deve tornare ancora ogni settimana o più volte la settimana.

Si chiama lavoro, mica tempo libero!

Il video dove si sente distinta la voce di una persona che parla di camion fermi in attesa di un imbarco.

 

 

 

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