Dissipare le ombre con altre domande?

Per parlare di Rinaggju, addirittura una intera pagina sul quotidiano.

Pare improbabile, se non impossibile, dissipare ombre pesanti su un’azione di vendita del bene pubblico cercando il consenso della popolazione attraverso una pagina di giornale. Discutibile, seppure lecito, il metodo cercato dal vice sindaco Addis questa mattina sulla Nuova Sardegna. Una intera pagina sponsorizzata che propone all’attenzione dei lettori le meraviglie dietro questa possibile alienazione di un bene pubblico a chissà chi. Una società senza nome, una cordata di imprenditori che oggi pare debbano costruire delle assolute opere di pregio elencate semplicemente sulla notizia del giornale. Le stesse parole sono riprese anche dal sito istituzionale del comune   e anche condivise sui social.

Quel che appare improbabile come formula comunicativa scelta dal vice sindaco, è la sua elencazione dei benefici che sono però prive dei costi, e una serie di domande che non sono la scelta giusta per dissipare le ombre. 

foto galluranews

«E mi chiedo,  – scrive Addis – davvero servirebbe a qualcosa ricercare le responsabilità di questo stato di cose   tra   le   numerose   amministrazioni   che   si   sono   succedute?».

Non solo sarebbe giusto ricercare le manchevolezze di chi si è alternato in questi 50 anni ad amministrare la città, ma è proprio necessario. Si devono ricordare i due precedenti tentativi di gestione, prima la Terme Pausania SpA e poi l’Alba immobiliare, quelli sarebbero esempi di cui tener conto. Non fosse altro perché entrambi fallimentari e con gravi perdite di risorse economiche della cordata di imprenditori da 50 milioni di lire a testa (Terme Pausania SpA).

« La   gestione   pubblica   si   è   rivelata,   evidentemente,   incapace   di   prendersi   cura   di   un   bene   così importante   e   questo   senz’altro   non   per   negligenza».

Ammettere i propri errori, suoi e quelli di chi ha amministrato in questi anni, non prescrive in automatico la colpa. Gli strumenti di comprensione e di valorizzazione ci sono in questo luogo, era ed è necessario studiarli. Allontanare le ombre, resta un dovere di chi amministra.

Dissipare le ombre? Cominciamo dalle risposte alle interrogazioni comunali.

Scrive Cordella (Resistenza Gallura): « “sento il dovere di spiegare….” comincia male il vice sindaco. Prima di soddisfare il suo dovere di spiegare, ha il dovere di rispondere ai cittadini e ai suoi colleghi consiglieri. Domande semplici e chiare: perché si é scartata fin dall’inizio l’altra manifestazione di interesse che verteva sulla concessione? Quale il progetto (le chiacchiere in questa fase, seppur scritte non valgono) ; quale il prezzo di vendita? Chi é l’acquirente? Quali le proiezioni di ricaduta economica e occupazionale sul territorio? Prospettive di sviluppo contenute in un documento di analisi e verificate da un soggetto terzo? Tanti quesiti senza risposta. Una pagina intera acquistata su un quotidiano, (pagata da chi?) per pubblicizzare una operazione per conto di una società sconosciuta». 

Di risposte nemmeno l’ombra per le due consigliere, Lattuneddu e Amic, uscite dalla maggioranza, che avevano fatto interrogazioni comunali.

La Amic rincara la dose: «Non rispondono alle legittime interrogazioni dei consiglieri, formulate su richiesta dei cittadini, figurati se rispondono a queste. Mi sbalordisce questa premura, quando in altre occasioni hanno fatto fuggire a gambe elevate gli investitori di metro cubo zero, che non avevano chiesto soldi, ma solo decoro urbano. Alla fine, per giustificare le loro mancanze e per mettere sempre in cattiva luce gli altri, come di consueto, li hanno fatti passare per dei ciarlatani. Sino a che punto si vuole arrivare! ».

Il vice sindaco, nella lettera, prosegue con le domande:

« Bè, questa è una novità che ci coglie del tutto impreparati. Vendere Rinaggiu? E se questa fosse davvero la svolta negli anni tanto attesa e faticosamente, quanto inutilmente, perseguita?».

Le occasioni verranno ma le ombre chi le dissipa?

Ricordo, avvalorando quanto scrive la Amic, che Metro Cubo Zero, il famigerato albergo diffuso, era una ghiotta occasione, con nome e cognome degli investitori. Stranamente, dietro questa vendita di Rinaggju, ci sta un avvocato che ne tutela gli interessi ma chi ci sia davvero dietro, non è dato sapere. Costoro, però, a leggere la lettera, sarebbero disposti a:

–  realizzazione di un centro benessere sportivo polivalente e termale

–               ”              di una struttura alberghiera di alta qualità

– una scuola internazionale privata di lingua inglese

– riqualificazione del centro termale

–  un parco naturalistico che circonderà il compendio.

Quante belle iniziative però! E tutto scritto come un ologramma virtuale di cui nessuno deve sapere nulla? Stavolta sono io che pongo le domande. E se permette, vice sindaco, le paure ci sono eccome dietro chi non si conosce ma vorrebbe acquistare il bene. E lei vorrebbe correre il rischio di alienare un bene come Rinaggju senza avere la certezza di chi compra, confidando solo nelle garanzie di un legale? Le basta? Oppure, i nomi si conoscono ed è meglio non farli sapere ad altri, sia mai che vengano fatte delle ricerche e si scopra qualcosa di poco chiaro?

Alla fine, così come dall’esito del consiglio comunale aperto, sono maggiori gli interrogativi delle certezze. Si vuole giocare una partita a carte coperte senza avere più i numeri, se non quelli risicati e rattoppati dell’attuale giunta. Si vorrebbe a vendere Rinaggju sulla base di dubbi e domande che certo una pagina sponsorizzata sul giornale, costata circa 1000€, non chiarisce affatto. Chi non ha paura di nulla, gioca la partita a carte scoperte, con nome, cognome e faccia. A me pare che qui di cristallino non sia rimasto nulla. Nemmeno l’acqua inquinata di Rinaggju.

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