Giovanni, il ricordo dell’amicone di tutti.

Giovanni Manconi aveva solo 55 anni, dipendente da 30 anni della Oviesse di Corso Matteotti. Entra giovane, appena 25 anni, in quei magazzini che allora erano Standa e ci è rimasto sino ad ieri pomeriggio. Ieri sera però al lavoro non riesce ad andarci.

Un avvertimento del cuore, lo indurrebbe a  saperne di più ma lui è fatalista, come dicono alcune colleghe. Sa che se qualcosa accade non potrà farci nulla.

Giovanni è così, ironico e simpatico come pochi, intelligente quanto ogni grammo di quel corpo che si allarga a dismisura. Deve mangiare meno, gli dicono, controllarsi forse lo aiuterebbe a conoscere meglio il suo cuore che lo avverte con qualche affanno.

Non ha la macchina ed è abituato ad andare a piedi. La patente non gli è mai interessata, ma ci tiene a farla avere a suo figlio, anch’egli Giovanni, 19 enne che oggi guida la macchina e di cui anche il padre si giovava.

Così è sino al pomeriggio di ieri, sabato 8 giugno. Si sente mancare, con lui il figlio che chiama al lavoro per avvertire. Prima gli dice di chiamare il 118 ma lui sostiene che non fosse necessario.

E’ un attimo, cade a terra folgorato. I soccorsi arrivano ma oramai è tardi. Giovanni ha finito di respirare.

Garbo e sottile ironia

Stamani in camera mortuaria ci sono tutti i colleghi, gli amici, il fratello Antonio, arrivato dalla Sicilia, dove svolge il suo lavoro in Finanza a Catania. Con lui ci rivediamo dopo ben 35 anni, ci conoscevamo bene e ci siamo anche frequentati. Sono passati 35 anni ma  a vicenda ci riconosciamo, nonostante l’occasione al solito non sia delle più propizie.

Davanti al feretro di Giovanni si attardano in tanti, chi esprime un ricordo sempre simpatico, chi lo definisce speciale, chi ne esalta l’intelligenza e la perfetta educazione nel suo lavoro. Una presenza che a Tempio non passa inosservata, un “rosso” di capelli, lentigginoso, che stride in questa città dove sono pochi con quei connotati.

Mi ricordo della sua costante presenza al tennis, sui gradoni di via Settembrini. Passione per il gioco e allo sport che amava osservare più che praticare. Giovanni esprimeva se stesso in ogni luogo, rideva delle cose buffe della vita perché sapeva ridere di se stesso. Grande pregio l’ironia verso se stessi. Intelligenza che nasce dalle esperienze della vita, certo alcune non facili, ma in virtù proprio di esse, lo estraniavano dalla massa che rispettava comunque, pur se ne metteva in luce le stranezze.

Juventino fedele, ma che sapeva ridere degli insuccessi e godere con ironia dei risultati positivi. Si vinca o si perda, per Giovanni, la vita era bella lo stesso.

Affabile con i colleghi che oggi ne piangono l’assenza.

” Un uomo speciale. – dicono Maria Antonia e Franca, oggi in pensione- Mai una sola parola fuori posto ed una educazione incredibile verso tutti, colleghi e clienti. Sorridente sempre, rideva di se stesso ma con grande intelligenza. E quando doveva essere serio, lo era, e puntualmente sapeva sempre dire la cosa giusta. Ci mancherà e tanto a tutti”.

Ciao Giovanni

I funerali saranno lunedì 10 giugno alle ore 10.15/10.30, partendo dalla camera mortuaria dell’ospedale civile Paolo Dettori. In aggiornamento saremo più precisi sulla Chiesa. L’abbraccio della comunità per Pina, per Giovanni, per il fratello Antonio e per tutti i parenti ed amici.

 

 

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