I siti a caccia di Bubale, da Bufale.net a B.U.T.A.C., bufale un tanto al chilo, sono considerati riferimento quando si deve esaminare una presunta fake news. Una notizia appare sconvolgente, urgente, destabilizzante e loro in maniera immediata e plateale la “sgamano” e la spiattellano sui loro siti. Sono siti molto frequentati e sempre al centro delle mille domande della gente quando si hanno dei dubbi. Ma chi sono coloro che gestiscono questi siti?
Bufale.net: «Bufale.net è un portale di fact-checking contro la disinformazione, le bufale e l’allarmismo che su Internet dilagano, infestando le bacheche social.
Il nostro sito web offre un servizio per i cittadini completamente gratuito. Siamo persone, siamo liberi cittadini.
Voi segnalate, noi verifichiamo. I nostri articoli sono ricerche, analisi di notizie pubblicate da quotidiani, notiziari e trasmesse dalla televisione e dalla radio. Cerchiamo sempre di usare un linguaggio comprensibile, partendo dalla vostra segnalazione e riportando le nostre conclusioni sulla base di dati oggettivi». Il virgolettato è quanto scrivono nella loro pagina alla sezione “chi siamo”».
Chi c’è dietro i siti a caccia di bufale?
A capo del sito Bufale.net c’è Claudio Michelizza, amministratore e fondatore. Tra gli scopritori di bufale, c’è David Alejandro Puente Anzil, origini venezuelane, residente a Udine dove si occupa di informatica. È primo firmatario dell’iniziativa Bastabufale.it insieme a Michelangelo Coltelli, Paolo Attivissimo e Walter Quattrociocchi. È responsabile del settore fact-checking del quotidiano online Open, fondato da Enrico Mentana. Assieme al gestore di BUTAC, Michelangelo Coltelli, a ad un altro gestore di siti negazionisti, furono denunciati da un blog unitamente alla ex presidente della Camera Laura Boldrini (LINK).
Nella denuncia querela si evince che: “…La Dottoressa Laura Boldrini ha lanciato la sua iniziativa contro l’informazione libera, spacciandola per una battaglia contro le “notizie false” (Le fake news n.d.r.) che circolano, secondo la sua visione ideologica, nella Rete. E’ evidente che la Signora Boldrini ha calato la maschera: ha nominato un gruppo di negazionisti formato dal SignorPaolo Attivissimo, incallito e storico capofila dei disinformatori, dal Signor Michelangelo Coltelli, dal Signor David Alejandro Puente Anzil…”
La denuncia va oltre e sostiene: “La Signora Boldrini, coadiuvata dai soggetti in questione, chiama a raccolta le istituzioni per tentare di cancellare le verità scomode, usando tutti gli strumenti più sofisticati della propaganda e della retorica. E’ il consueto tentativo di vilipendere e ghettizzare gli scrittori ed i ricercatori non allineati, evocando addirittura circostanze psichiatriche. Gli attivisti sono anche accusati di essere venali, quando sono proprio i depistatori ad essere finanziati in modo generoso dai Ministeri, come già dal sottoscritto dimostrato in innumerevoli denunce presentate alla Magistratura nonché in articoli e video pubblicati, con dati incontrovertibili alla mano”.
Qual’è l’obiettivo dei siti a caccia di bufale?
L’attività di questi siti, parrebbe essere a sua volta negazionista, non a caccia delle verità scomode ma delle non verità comode al sistema. Fuorviante e paradossale, ma il dubbio viene quando è vero che il 90% delle non verità scoperte dai siti sono realmente bufale, dalle catene ininterrotte di ricerca di sangue, alla truffe su whatsapp o sui social se non si fosse provveduto a fare una determinata azione preventiva.
Ma la cautela e di conseguenza i dubbi e le domande, te le metti quando la bufala riguarda fior di scienziati che cercano di dire la verità e vengono “bastonati”, per non dire sputtanati, selvaggiamente da questi siti negazionisti. Il gioco credo sia chiaro. La pandemia non è una pandemia ma non si deve dire. I morti per Covid-19 in realtà non sono quel numero che viene detto dai TG, così come le autopsie dimostrano che su 50 perizie eseguite, la morte è da attribuire a trombosi e non a polmoniti interstiziali.
Una ricerca attenta su questi siti, mette però in guardia. Ad esempio il loro personalissimo elenco di siti bufalari, la black list. Tra i nomi figuravano anche Byoblu, di Claudio Messora, minacciato più volte di chiusura e Scenari Economici, entrambi siti che raccontano la verità su euro truffa e sul necessario ritorno alla nostra sovranità.
Venire a scoprire che la stessa Boldrini, con l’intento di mettere un freno alle fake news, parola ormai nel linguaggio comune, che si ritiene giusto, sia dietro anche al finanziamento degli stessi siti, mi pare terribile.
Vedete quanto poco basti per agire nella cattiva informazione che devia il pensiero, non quello libero, verso l’omologazione? Basta un solo click.
Aprite i siti a caccia di bufale stando attenti che loro stessi non siano delle bufale al servizio del sistema. Meglio dubitare, porsi domande e mai smettere di cercare la verità. Una cosa vi risulterà: non troverete mai una sola notizia vera che metta in ombra l’operato del sistema. Tutte rigorosamente attendibili.