Il dito e la luna, immagine sfuocata del pensiero distorto.

Guarda il dito e non la luna, lo sentiamo spesso come il principio della scarsa capacità di analizzare un contesto nella sua interezza. Il vizio di osservare un minimo dettaglio e spulciarlo sino a farlo diventare foriero addirittura di cattiva informazione. Tipico della distrazione social che ha abituato ad una parziale o superficiale analisi di un tema, il dito e la luna tornano a seppellire il pensiero comune con piccate affermazioni. In esse, è il dito che prevale, come quasi sempre, rispetto alla luna che è molto più grande ed importante.

Orticelli seminati da tal altri che si inseriscono, quasi a fartela pagare, per precedenti osservazioni sempre sul dito rispetto alla luna. Cronache spicciole di macro problemi osservati da un punto di vista microscopico. Il che sarebbe anche utile e funzionale. Sarà anche importante, da un punto di vista scientifico direi straordinario, scoprire com’è fatto un virus, ma la “luna” sono gli effetti dello stesso. La specificità di un individuo non è fatta di unghie e capelli, ma della totale sua conformazione, di  aspetti caratteriali, umani in modo principale. 

Tant’è, che si continua l’ispezione microscopica del problema senza intravvederne la sua totalità. Lo si vede nelle conseguenze delle scellerate scelte della politica. Si persegue, semmai ci si riesca, la soluzione del piccolo problema ma non si possiede la capacità di analisi dell’intero complesso di annessi e conseguenze che ne derivano. E’ tutto importante ma la luna lo è sempre di più del dito che la indica.

Nell’informazione, avviene la stessa cosa. Un articolo lo si legge seguendo la sua interezza di ragionamento oppure lo si scannerizza nei dettagli, a volte insignificanti. Se poi, qualcosa va a ledere non si sa cosa del prestigio di qualcuno o di qualcosa, allora la chiave di lettura resta ancorata al solito dito e alla solita luna oscurata. 

Dito e luna nell’emergenza socio-sanitaria.

Potrei scrivere decine di esempi su questa innata tendenza all’osservazione parziale di un problema. Ne scrivo in maniera generica, giusto perché non è il momento di soffermarmi su alcuni commenti che potrei addurre a mio supporto.

fonte scenarieconomici.it – archivio google immagini

Mi piacerebbe sapere, ma davvero la ritengo una esigenza, dove si son cacciate tutte quelle persone che oggi lamentano la disfatta dello stato sociale, ad iniziare dalla sanità. Dove stanno ora o dov’erano prima, quando “un gruppetto” di agitatori di folle, accusati anche di complotti indicibili al regno costituito di Eurolandia, certe tematiche le mettevano in evidenza.

Dove stavano, quando un altro “gruppetto” di facinorosi e “sporchi bolscevichi”, occupava il Paolo Dettori per una strenua resistenza alla perdita del nostro ospedale. Che anche quella lotta, da un certo punto di osservazione, era un altro “dito” contro la solita “luna” che era ed è la madre dell’intero sfascio sociale in atto.

E ci voleva il coronavirus per far emergere in tutta la sua virulenza anche una ribellione al regime di cui sopra?

Oggi, le voci si amplificano meglio,  il problema sono le conseguenze che ne deriveranno. Sempre però, seguendo lo stesso discorso del dito e della luna. Leggo più di ieri la parola “liberismo”, ed è positivo.

Logiche dell’orticello e del mio appezzamento da difendere e rivendicare, un altro dito e stavolta nessuna luna. La visione parziale delle problematiche in corso che partorisce “vergogne”, ” maledizioni”, “ci vogliono ammazzare”, come se piovesse, ma nessuna analisi del perché, del quando (oltre 20 anni) e del come. 

E diamo la colpa all’untore va, che così ci salviamo la coscienza.

Tanto, un “untore”, inteso come capro espiatorio dei mali, lo si trova sempre. E’ la cosa più semplice del mondo trovarne uno.

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