Il glossario di Millantar, non è roba da skerzo.

Glossario, che sarà mai questa parola che i cinesi usano per qualcosa di enorme, di glosso? Eh, cari lettori di Millantar e delle sue infinite iperboli letterarie, qui non si skerza più! Il glossario, giusto perché sia chiaro, è un insieme di vocaboli di uso non comune e legati ad ambiti specifici delle lingua italiana.

Rispetto alle quantiche epocali minchiate di sempre, il glossario di Millantar ha infatti una sua definizione cinica e spietata. Se sino ad oggi, dopo 4 anni e fischia di stronzate, ci passi sopra alle menate del Re, sulla scrittura, per quanto liberal ignorante, consiglierei di andarci cauti. Avendo ben in mente che alla 5^ elementare ci si arriva tutti, prima o poi.

Si sa di casi di millantariani ripetenti al 2° anno di materna: di rimandati all’esame di 5^ asilo; di bocciati in 1^ elementare. E va bene tutto, ma alla 5^ ci arrivano tutti.

Già dalle elementari, pur frequentate nel dopolavoro senza lavoro, insegnano delle nozioni che sono fondamenti del nostro minimum cognitivo. Non è che ti infarcisci di economia pensando che essa voglia dire “risparmiare” e basta. Una sana economia, voglio dire, non è essere taccagni o spilorci, ma già conoscere che la meravigliosa grammatica risulta basilare. Ti viene incontro, ti aiuta, ti suggerisce, ti evita di sprofondare nella latrina asintomatica che il vostro ego...eghino dai...rifiuta a priori. Meglio a posteriori dove da anni la state prendendo.

Il glossario clemmino

In procinto di essere considerato patrimonio dell’umanità su proposta della fondazione “Parla come mangi&bevi”, detto glossario ogni giorno si arricchisce di nuovi vocaboli.

Senza rischiare di essere contagiati da improvvise congiuntivi..ti che saprebbero di cattedratico e didattico sciovinismo letterario, qualche ritocco lo darei e lo direi. Giusto per riderci sopra. Anche per sdrammatizzare la drammaticità cerebrale che attanaglia le genti clemmiche. Già assuefatte alla pedagogica borsa scrotale dei sermoni Tarleschi.

Scrivere di fretta, è notorio, fa sovente errare. Ma di quale fretta si parla se state sempre a scrivere per ore e siete sempre col binocolo puntato dove altri scrivono, magari cose di maggior interesse? Misteri della fede smarrita, tra le illusioni che cada la “manna” o si aprano le paratie e defluisca qualcosa che non somigli alla merda di sempre.

Ergo, avete il tempo di studiare la grammatica, leggere qualche libro diverso da “Pluto in vacanza con Qui, Quo, Qua” e usare internet per vedere meglio come certi vocaboli vanno scritti.

La formazione non prevede la grammatica

Eccheccazzo, siete 4 anni a formarvi,  apprendere di uncinetto, di smagliature alle gambe,  di cerette ai coglioni e poi mi cadete sulle distorsioni linguistiche della grammatica? Eh no, non si fa così. E’ vero che una rondine non fa primavera ma è vero anche che se nasci ignorante non puoi pretendere di arrivare alla laurea senza studiare. No? Ahhh, già, è vero, scordo sempre che su Millantar ci si laurea a gratis basta avere un pedigree di galeotto o di faccendiere. Serve solo la location adatta e si diventa, magicamente, dottori, ingegneri, architetti, scienziati, banchieri, diplomatici.

Esempi di glossario millantariano

  • Io cero, tu moccoli, ella candela, noi candelabriamo, voi fiaccolate, essi torciano…
  • gli apostrofi non sono quelli del vangelo, quindi in numero di 12, ma hanno precise e uniche indicazioni che se non usati, cambiano il senso di tutto. Distanti, D’istanti….Distinti, D’istinti,,,cambia vero?
  • Le “H” e le “K” non sono un altro modo di chiamare in sardo le vacche (s’acca, la acca, ecc.) o le abbreviazioni del “ch”. Vero è che le “H” non si leggono ma si scrivono quando serve e non quando vi pare a voi altri, Altra cosetta: lo fatto, è l’ho fatto….sennò diventa articolo di “fatto”, lo fatto, lo esempio (qui l’apostrofo ritorna sagacemente a rompervi i maroni), “ah (ha) casa…oh (o) fatto..” sono espressioni che provocano sussulti gastro intestinali e imponente diarrea. Anche se, in buona pace, non me ne frega una minkia del vostro scibile lillipuziano. Anzi, ben venga per le mie menate giornaliere così, tanto per ridere
  • azzo…le doppie! Che rottura di balle che sono le doppie, sempre a complicarci l’esistenza. La facenda si complica e divventano asurde e periccolose, specie quando non occorono.;o quando servono e vengono omesse “acetato e non accettato”, ha il sapore di un bel condimento per lattuga crespa.
  • E mi raccomando le K!!!! Kazzo!!! Xkè nn abbreviano una minkia ma disturbano assai perché già non è il tempo che vi manca. E non siete tetesken dell’altoatigen…eKKeKazzo!

Glossario, come difendersi dalle insidie della ignoranza

La madre in tutte le sfide della vita è la conoscenza. Se ne disponi,  hai chances per vivere meglio. Se non ne hai, entri nel coemm e tenti la scalata alle alte vette della gerarchia millantariana. Ci puntano in tanti ma solo i migliori ci riescono. La prova provata l’abbiamo ogni giorno, dove l’affanno di sigle e siglette ad indicare lo scettro del comando, è ossessione pura. 

“Mi ricordo quand’ero RP….” ” No, no…semplice PO ma allineato!  ” RR, ero RR e comandavo le truppe di un intera regione”  ” CFP, ero nel settore mobili usati e riciclo della carta igienica usata…ehhh, bei tempi quelli!”  ” Ero VRP ma poi ho litigato con la capa che voleva che acquistassi la collana completa di Gioielli di Rakam”.

Memorie e cialtronerie di chi ha macchinato questa stronzata spacciandosi per il nuovo profeta italiano.

Un’altra chiavica dei sistemi multilevel che puntano solo a raccogliere le disperazioni e farle incontrare su questo pianeta disperso nella galassia delle cialtronerie italiane.

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