Marcello Scano, « Non ho afferrato la logica dell’operazione Rinaggju».

La lettera al blog di Marcello Scano, noto imprenditore tempiese nel settore florovivaistico, indugia sulla questione Rinaggju. La sua opinione, come quella di qualunque cittadino  interessato a dare una sua valutazione di quanto accade e accadrà, sarà sempre filtrata e pubblicata. Quando parliamo di “filtro”, ci riferiamo al linguaggio usato che dev’essere comunque basato sul civile e democratico confronto. Ringraziamo il Dottor Scano per questa sua lettera (La redazione)

« Ho avuto il coraggio di leggere fino in fondo la pagina che i cittadini di Tempio hanno pagato per permettere al vice sindaco di elencare le ragioni, che i testoni dei tempiesi non capiscono, per le quali i consiglieri comunali  al completo (quasi !) sono favorevoli alla privatizzazione di Rinaggiu.

 Ho pensato che forse sarebbe bastata una paginetta di quaderno per esprimere questi concetti.

Io,  molto modestamente, devo dire che non ho  afferrato la logica che ha portato a questa decisione.

Oggi (giovedì 16 gennaio ndr)) sono stato in consiglio comunale a sentire la discussione su Rinaggiu e confesso di aver capito ben poco. Qualcuno o qualcuna della striminzita opposizione, accusata da qualche altro oppositore, che non si opponeva, di essere sovranista, esprimeva la sua contrarietà alla vendita di Rinaggiu.

Suffragando la sua posizione con argomenti che mi sono parsi più che convincenti. Se Mister X, che vorrebbe comprare si propone di seguire la stessa linea fallimentare di chi lo ha preceduto, perché dovrebbe riuscire a “valorizzare” (che termine osceno, usato dagli architetti per i peggiori misfatti) Rinaggiu?».

Marcello Scano, ” Dubbi e nessuna certezza”.

«Tanto più che lo stesso   sindaco incaricato ha già dichiarato che i tempi non sono i migliori per creare delle terme.  Tutti gli altri invece  volevano  convincerci che nessuno voleva vendere e che naturalmente i cittadini erano male informati. Nella accanita discussione  non si capiva molto perché i consiglieri dell’opposizione che non si oppone, erano più agguerriti di quelli del partito al governo del paese nel sostenere che la vendita non era in programma, si trattava di rendere disponibile  alla “valorizzazione” i 12 ettari di Rinaggiu.

Tuttavia ci sono molti dubbi che non mi sono stati chiariti: Si dice che non si vuole vendere e nello stesso tempo si dice che esiste un compratore. Un compratore che non si palesa, non si sa quanto offre, non si sa quali sono le sue capacità finanziarie, è tutto avvolto nel più fitto mistero .

Eppure poiché tutti consiglieri ripongono fiducia in costui o costoro (esclusi due, che pure facevano parte della maggioranza ed il loro dissenso è significativo), qualche notizia deve essere trapelata.

Una consigliera particolarmente  accesa nel difendere l’indifendibile, ma lo fa spesso per mestiere, è convinta che con la vendita si possono  fare tante cose utili alla “città”…»

Un po’ come la pelle dell’orso.

Marcello Scano prosegue la sua riflessione «E’ un po’ la storia della pelle dell’orso. Non si ha una valutazione  e non mi pare  facile la stima, che deve essere in funzione dell’utilizzo del bene stesso, la sua potenzialità in questo caso, almeno così dice la teoria estimativa

Un illustre professore di urbanistica dell’Università di Firenze ha affermato che i fabbricati ormai fatiscenti e del tutto fuori contesto devono essere demoliti, invece la giunta e i suoi sostenitori sostengono che è il caso di restaurarli, cosa già fatta  in precedenza per abbandonarli poi all’opera dei vandali.

Un mio amico di Arzachena mi raccontava le sue visite a Rinaggiu, mitica meta di tempi passati: veniva dal suo paese col padre e percorreva la Fonte Nuova, allora piena di fiori come le aiuole delle grandi città e poi attraverso la pineta si giungeva alle fonti di Rinaggiu, curatissime.

Il luogo era sempre affollato di gente, con i venditori sullo spiazzo antistante e le fonti con i clienti in fila ad attingere l’acqua. Poi è stato messo in opera un portale di un podere, del tutto fuori posto e che toglie la vista alle fonti. Fonti oggi deserte con alberi  senescenti, mai diradati e potati .Il vice sindaco sostiene che il Comune non ha fondi. Stranamente li trova per tante opere inutili e tanti ne saranno spesi per sfigurare lo spiazzo della Pischinaccia.

Questa è Tempio,  sembra un paese sonnolento, privo di voglia di lottare ma la presenza massiccia di tante persone al Consiglio comunale mi pare un fatto nuovo ed importante. Spero che i giovani si mobilitino e sappiano scacciare i mercanti dal Tempio...»

Marcello Scano

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