PVU, Partito del (dis)Valore Umano (2^).

PVU Quando nasce un nuovo movimento o partito che sia, immediatamente ci facciamo tutti la stessa domanda sintetica ma efficace: perché? Un quesito che nasce dal dubbio delle motivazioni che inducono a formare un’altra ennesima massa critica, ma anche la ragione che spinge delle persone a consorziarsi, unirsi in una struttura che evoca immediatamente poltrone, privilegi e potere. Mi si accuserà di essere qualunquista, non riconoscendomi in nessuna forza dell’arco costituzionale. Accetto,  ma partendo da radici culturali di una sinistra che non c’è più, ho visto di tutto in 45 anni che seguo, sempre da osservatore, l’ involuzione della politica.

La situazione liberista che da 30 anni ha visto i partiti frantumarsi dinanzi alla inservibilità della loro azione, dovrebbe provocare un rigetto della popolazione verso la politica. Ma i fatti ogni volta ci smentiscono, pur assistendo alla costante perdita dei nostri diritti, la politica, il partito o il movimento, attraggono con una forza persuasiva incredibile. Più stiamo male, più ci facciamo circuire da promesse, parole senza vedere mai un’unghia di risultati. Semplicemente perché risultati non ne possono arrivare. Il potere ha determinato un quadro di costante perdita dell’efficacia politica che ha origini chiare e limpide ed appartiene ad un progetto extra italiano che deve vedere le masse soccombere patendo le sofferenze peggiori. Il lavoro non c’è perché uno stato non ha più la sua governance economica, non fa spesa pubblica e deve attenersi a vincoli derivanti da trattati europei “macello” che proprio la politica ci ha indotti a seguire.

Manca il lavoro, si chiudono ospedali, scuole, la povertà raggiunge livelli da ex terzo mondo (oggi siamo noi il terzo mondo). Cose che vediamo tutti e sempre con maggiori ripercussioni. Non esiste equità sociale, i diritti erano scritti e lo sarebbero ancora ma vengono oltraggiati da new entry legislative atte a depotenziarne la forza.

PVU, il partito del disvalore umano

In questo quadro decisamente insanabile, ogni volta che nasce una nuova forza politica si cerca di individuarne i seguaci e cosa dicono. Da due anni c’è questo Partito del Valore Umano, altra sigla fuorviante e confusa. Apparente calamita per le persone buone, ha un programma accettabile nella forma ma impraticabile nella sostanza. Pochi punti, tra cui un ritorno alla moneta sovrana che altri movimenti hanno già nel loro statuto. Persino Casa Pound l’aveva così come tutti i movimenti sovranisti italiani. Non entro nel merito del programma ma mi soffermo ad analizzare il fondatore di questo partito, ossia Maurizio Sarlo. Chi sia costui credo non abbia bisogno di altre delucidazioni specialmente per chi segue le sue parabole mistiche e panteistiche, con un DIO a sua misura, ove tutti sono imbecilli tranne lui e i suoi fedeli seguaci. La storia  lo relega  tra coloro che non essendo dotati di particolari doti umane e politiche, ha cercato da una vita di ritagliarsi uno spazio di preminenza.

 

Ha bisogno di folle, sterminate greggi adulanti di pecore che inneggiano (belano) alle sue farneticazioni. Dal principio, la sua figura appare come circondata da misteriose forze che lo proteggono. Non mi riferisco solo alla sua vicenda giudiziaria dalla quale ne esce prosciolto (2011 – traffico dei rifiuti della camorra) nonostante le intercettazioni telefoniche ne definirono un ruolo.

La sua corazza non risente nemmeno di altre vicende  a partire dai reati diversi dei quali si dice debba essere  accusato, nonostante manchi il conforto di atti giudiziari, ma anche di migliaia di esposti e denunce contro la sua organizzazione. Fu lui stesso a confidare (novembre 2017) di avere ben 7 reati sul groppone. Reati pesanti che non vengono comprovati da susseguenti azioni giudiziarie di alcun tipo. Ciò fa pensare e tanto!

Il disvalore come valore, l’inutilità di un partito che non esiste.

Che il PVU sia un disvalore lo è nel fatto stesso di essere un partito, quanto mai inutile ai nostri giorni che hanno il taglio di ideologie morte e sepolte, di sinistra che agisce come la destra, di destra che raccoglie i malumori dei sinistri per vincere inutili battaglie elettorali. Che ruolo ha un partito del valore umano che alle politiche del marzo 2018 prende lo 0,14%? Lo stesso che hanno due scarpe spaiate o le tazzine col manico a sinistra: nessuno. Ma tanto basta per ricucire le truppe e asserragliarle per nuove sfide contro i poteri forti. Ma come? Un partito che sembra avere le protezioni di quei poteri che intende combattere? Ecco il disvalore, la mancanza totale di etica e di sapienza politica, il PVU non ha nemmeno la bontà di creare un baratro con gli altri partiti ma dice di volerne essere pungolo.

Ma davvero? E con quale massa critica che oggi sono a malapena qualche decina di migliaia i sopravvissuti della chimera quadriennale del quid? Poi le sorprese. Ad altre tornate elettorali decide di appoggiare fuoriusciti del berlusconismo ed ex leghiste. Ma dunque il problema qual’è? Imporsi sui partiti liberisti per avere una maggioranza del 60%? Una legnata in testa avrebbe minori conseguenze di questa barzelletta per imberbi fanciulli. Siamo seri, dai. Franceschiello avrebbe avuto più successo di questa ridicolaggine per sprovveduti ancora in cerca di una identità cerebrale.

PVU e tutto il resto, al macero che se ne ricava più valore.

Per chiudere questa farsa, ci vorrebbe quanto meno un’azione determinata della magistratura perché di cose poco pulite ve ne sono a silos.

Tutte documentate e al servizio delle procure. Manca ancora qualcosa, quel “quid” non fasullo, come quello di Sarlo, ma che riesca a ricostruire ogni singolo passaggio di una vicenda che ha il sapore della beffa per chi ha creduto nel progetto e ora in questo partito. Un quid che metta fine alla saga della mortadella del Coemm che si avvicina con passo spedito verso l’ennesima fregatura a danno di tanti seguaci ancora belanti.

Se lo si mette al macero, sia il progetto che il partito, almeno dal macero si ricava più valore. Tranne pensare di usarlo per traffici illeciti con altre regioni italiane. Che si sappia, i rifiuti non sono un business anche se qualcuno lì dentro sa bene che lo sono stati e lo saranno.

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