Ricordo, ci hanno lasciato.

Ricordo. La morte, si dice sempre, è una contrapposizione alla vita, come l’ombra alla luce, la tristezza alla gioia, il silenzio al rumore. Tutto quello che è reale ha un omologo nel suo contrario. Non esiste l’uno senza l’altro, nell’eterno carosello della vita di tutti.

Oggi piangiamo un giovane, domani verrà il turno di altri che ci lasciano per sempre ma restano nell’eterno di chi li ha amati.  Morte e vita, accadono ogni giorno in ciascuno di noi. E’ la paura di accettarne l’ineluttabilità che le tiene separate e le allontana.

Pensiamo, giustamente, che la vita non sia una corsa verso la morte ma una faticosa ribellione affinché la morte arrivi sempre tardi, quando il  pensiero placa ogni sorta di insoddisfazione, rimorsi e rimpianti. Quando la stanchezza, la malattia, il respiro corto, diventano i nostri compagni di viaggio.

Mentre muore un ragazzo di 45 anni, altre vite si allontanano dal nostro scenario, nel rispetto del gioco delle contrapposizioni che spesso fa prevalere l’ombra alla luce, la tristezza alla gioia, il silenzio al rumore.

Capita così che vieni a sapere che sono deceduti due uomini,  della tempra antica che questa stagione luttuosa ha voluto con se, ancora e ancora, nel tempo infinito di croci giovani e meno giovani. La stagione del dolore prevale su quella della felicità.

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Saluto un collega, Tore Sanna, 84 anni, la bontà e la simpatia racchiuse dentro un uomo semplice, a cui un collega disse che aveva raggiunto la pensione ma lui non se ne accorse.

Il lavoro che diventa abitudine senza l’anagrafe che ne sancisce la scadenza.

Tore ed io ci volevamo bene. “Parlava sempre di te”, mi ha detto ieri il genero. Lo so, “ed io parlavo sempre di lui”. Sono tanti i diari da scrivere con  le sue frasi storiche, i suoi pasticci linguistici, le tante divertenti scene in tanti anni trascorsi assieme.

Era un buono, incapace a far del male, rispettoso persino oltre il dovuto. Affettuoso, non lesinava mai di mostrarti come gli anni in lui avevano scolpito la grandezza di una vera  umanità che manca ai giorni nostri.

L’abbraccio al figlio Felicino, che lo ha protetto e assistito sino alla fine, alla figlia Anna Maria e al di lei marito Pancrazio Alias, ai nipoti Mara ed Emanuele, ai fratelli Angelo, Diego e Mario, alla sorella Marilena, ai cognati e a tutti i parenti.

I funerali di Tore si svolgeranno domattina, lunedì 18 marzo, alle ore 9.45 partendo dall’ospedale civile per la chiesa del Rosario.

 

Peppino Mureddu aveva 89 anni,  ha lottato strenuamente negli ultimi tempi contro la malattia.

Ha ceduto alle complicanze respiratorie che stanno decimando la popolazione anziana, specialmente in questi ultimi mesi invernali.

L’abbraccio all’amica Patrizia, la figlia che anima e corpo si era dedicata i genitori in questi anni.

Alla moglie Anna Brandano, ai figli Vanni con Piera, Gavino con Annunziata, Maurizio con Cristina, alla nipote Giovanna con Luciano e Carol, Noemi con Mario, ai cognati e le cognate, ai nipoti e ai parenti tutti.

I funerali di Peppino Mureddu si terranno lunedì 18 marzo, alle 10.50 presso la Chiesa parrocchiale di San Giuseppe. 

 

 

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