«Una strada da mettere in sicurezza che ci obbliga a spese non giuste». La lettera

Una controversia che rischia di trascinarsi per le lunghe nonostante la strada comporti dei seri rischi per residenti e per chiunque si trovi a percorrerla

Una strada di campagna per alcuni, in realtà una strada importante che collega Calangianus con il complesso architettonico delle Grazie. Quattro famiglie interessate che hanno la residenza nella zona di La Talga, lungo quella che era un tempo una linea ferroviaria.

Oltre le quattro famiglie che vi abitano, nel luogo insiste anche un opificio artigianale. Un tratto asfaltato ed uno, di circa 600 metri, dove la manutenzione ordinaria spetterebbe ai confinanti, ma solo relativamente all’ingresso. La situazione, però, da diverso tempo è precipitata perché le manutenzioni, ordinaria e straordinaria, sono di competenza non già del comune di Calangianus ma dell’Unione dei Comuni Alta Gallura.

Scrive Barbara Quidacciolu, proprietaria residente di Calangianus che sta tentando tutte le vie per far presente questa situazione che è ad alto rischio e mette in serio pericolo la sicurezza di chiunque si trovi a percorrere questo tratto che definire infame è puro eufemismo.

«Ho interessato anche un legale che ha scritto una lettera un mese e mezzo fa. La lettera, indirizzata all’Unione dei Comuni e al Comune di Calangianus (affinché si facesse portavoce con l’U.d.C) mettendo in evidenza i pericoli correlati alla mancata manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, di questa strada. In particolare, la predetta strada oltre a presentare grosse buche lungo tutto il suo percorso, con le piogge invernali e ancora prima con gli incendi estivi, è diventata causa di pericolo per cose e persone.

La totale assenza di manutenzione, sia nella pulizia dei canali lungo le cunette, che consentono il normale deflusso delle acque piovane, che l’assenza del taglio delle erbacce, hanno fatto sì che l’acqua piovana si costruisse dei veri e propri canali naturali di scolo. Il pericolo per le auto in transito, nella tratto antistante la mia’abitazione, ha creato uno scolo di acqua misto a fango all’interno della mia proprietà»

Una strada di cui non si occupa nessuno

Lo scolo che invade la proprietà di Barbara, ha determinato nel tempo allagamenti all’interno e conseguenti perdite di beni. Ciò, unitamente all’esosa spesa che la famiglia si è dovuta comunque accollare perché chi dovrebbe occuparsene si è eclissato, appare come un fattore decisivo per l’azione legale intrapresa.

« Mi dica lei se è tollerabile accettare questo menefreghismo. La richiesta, attraverso il legale, di intervento urgente per il ripristino della strada, lo reputo corretto e ampiamente giustificato. Chiedo l’immediato intervento del custode della strada in parola, al fine di provvedere al ripristino delle originarie canalette di scolo delle acque. Si devono porre in essere tutte le attività di carattere tecnico necessarie affinché il deflusso dell’acqua piovana non si riversi all’interno della mia proprietà. Oltre, come giusto, al ripristino dell’intero manto stradale con eliminazione delle buche lungo tutto il percorso. Tenga conto che ci sono giornate che su questa strada ci passo anche 15 volte». 

Sarebbe auspicabile che venisse usato buon senso e la strada ripristinata per la sicurezza di tutti.

« Questa zona fu interessata da un vasto incendio – conclude la lettera di Barbara-, e ci siamo trovati intrappolati. Non è giusto che si debbano correre questi pericoli dal momento che esiste chi deve interessarsi ad evitarli».

 

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