« Al Paolo Dettori devo la vita», un’altra storia di buona sanità.

Un'altra testimonianza della valenza di un presidio sanitario come il Paolo Dettori.

« Al Paolo Dettori devo la vita». Così esordisce un’altra bella testimonianza di quella che a ragione si chiama Buona Sanità. Una vicenda come tante accadute ma con in più la forza di volerlo raccontare per far capire quale sia la bontà di ospedali, oggi depauperati, e della loro valenza in un territorio come l’alta Gallura. Non ci sono trucchi, o inganni, quello che si evince da storie come questa, o di altre narrate in questi anni, è il ruolo fondamentale, vitale, di ospedali cosiddetti minori. 

La spietatezza dei numeri, la vigente pianificazione unita alla sottrazione dei beni fondamentali, in atto da vent’anni, ha leso tutti i diritti inalienabili. E’ passata sopra il diritto alla salute, un bene primario che non deve avere regole matematiche o ricavi, ma solo la sua applicazione nell’interesse collettivo.

Un’altra storia dunque, dove un lavoro fondamentale come quello del sanitario, viene svolto con sensibilità, amore, premure, parole incoraggianti. Capacità professionale ma anche etica comportamentale, necessaria, che resta, a mio avviso, il farmaco non farmaco che aiuta a guarire prima.

La vicenda sanitaria di Lucia Taras.

Al Paolo Dettori dico grazie ma non basta

«Ciao Antonio,  voglio raccontarti i problemi di salute che ho avuto io. L’ospedale di Tempio mi ha aiutata.. Il 24/04/2015 mi alzo come sempre,  sto bene, pulisco casa e inizio a prepararmi per andare alla stazione. Devo fare il biglietto per andare a Nuoro, per lavoro.

All’improvviso mi sento il cuore che si ghiaccia, inizio a sudare e ho attacchi di vomito.

Il Dottor Elio Tamponi

Mia figlia mi consiglia un anti acido. Dice che fa bene alla nausea. Capisco che la mia situazione è grave, gli rispondo chiama il 118. In appena 5 minuti erano a casa. Mi trasferiscono al Pronto Soccorso. La diagnosi è spietata: infarto miocardico.

Devo ringraziare il Dott. Tamponi e tutti gli altri sanitari presenti. Quello che hanno fatto per me è avermi salvato la vita. Oggi non sarei qui.

Dopo un anno e mezzo ancora al Dettori per un edema polmonare

Secondo episodio 27 agosto 2016. La sera trascorre tranquilla. Vado a letto verso la una. Inizia un fastidio alla gola e mi accorgo che non respiro bene. Cambio di continuo posizione ma niente. Esco fuori a respirare, è caldo. sto male, non cambia nulla.

Chiamo il 118, arrivano subito, li aspetto fuori casa. Non respiro. Arrivo al Pronto Soccorso del Paolo Dettori. Non ricordo chi c’era come medico, né il personale. Mi ricordo dell’anestesista ma non i volti di alcuno di loro. Rammento bene però la gentilezza e tutte le premure che mi hanno donato

Non riuscivo a respirare dalla mascherina che mi hanno messo per farmi addormentare. Avevo il vomito. Il medico mi dice di stare tranquilla e respirare come potevo. «Sto morendo», capisco di essere gravissima  In corso avevo un edema polmonare e un contemporaneo nuovo infarto.

Un sanitario, non so se infermiera o dottoressa, dietro di me mi accarezza e mi parla. Mi avvicinano la mascherina e mi risveglio il giorno dopo a Olbia. Forse non era giunta l’ora, ero viva.

Voglio ringraziare tutti, a distanza di 3 anni e mezzo. Il 118, il Pronto Soccorso, medici e infermieri. Tutti, nessuno escluso. Il reparto medicina di Tempio per essersi presi cura di me.

Ringrazio con maggiore gratitudine, anche perché a Novembre 2018 hanno salvato mio fratello con arresto cardiaco e infarto.

Per me sono i miei eroi. Grazie Antonio per avermi ascoltata. Grazie a chi vorrà leggere questa mia testimonianza»

Lucia Taras

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