Alla fiera di Nord-Est, sanità in vendita.

Continua la perdita dei servizi del Paolo Dettori. A Olbia le cose non vanno meglio e a La Maddalena siamo al capolinea.

Possiamo chiamarla la Fiera del Nord Est, tanto per parafrasare una nota canzone che narra di una continua emorragia di piccoli e grandi personaggi che vengono eliminati, pian piano, ad uno ad uno. Una sconfitta del pezzo più importante dello stato sociale, quello della sanità che veniva a garantire tutti del principio costituzionale del diritto alla salute. Non è più così, oggi la salute è merce come altre, una profonda ingiustizia dove ci hanno messo le mani tutti, dai pescecani che bazzicano in politica agli addetti ai lavori stessi. Non sembri un paradosso, ma è cosa risaputa che la politica non ha fatto grande fatica a manipolare la sanità, dal momento che ha trovato complicità e braccia armate proprio dentro il settore.

i tre ospedali pubblici della Gallura

E venne il gatto….vide quell’impaurito topolino e ne fece un sol boccone. Così, la famelica voracità di ospedali ben più attrezzati, ha fatto si che ospedali minori venissero inglobati, fagocitati e digeriti, senza che a qualcuno interessasse. A quel “qualcuno” che, investito di un ruolo dominante nello scenario della politica, si è nascosto, acquattandosi nel silenzio, all’ombra rassicurante dei 14.000€ al mese o in altro dicastero o assessorato. Nomi? Serve e non serve farli, tanto, come diceva mio padre buonanima: « So tutti preccisi», son tutti uguali.

C’è sempre una vendita in corso

Alla fiera del Nord Est, c’è sempre una vendita in corso. Al Dettori, si è venduta anche la Chirurgia, che secondo l’azienda è in temporanea chiusura estiva. No, signori cari, non è temporanea ma permanente chiusura. I locali della Chirurgia, pensate un po’, oggi sono occupati da Ortopedia, anch’essa in evidente stato di crisi, e dall’Otorino. Un altro accorpamento, il sistema multiparking che prevede parcheggi a destra e manca, seconda la bisogna.

Tutto ciò che è in vendita ha però un prezzo. Ed ecco, dal cilindro, la soluzione. Personale dirottato laddove ci sarebbe bisogno e conseguente stravolgimento di ruoli e mansioni, seguendo l’iter di una perversa strategia che porta all’esaurimento delle forze. Un piano, ampiamente usato negli anni, che prevede stanchezza, stress, malattie come se piovesse, 104, trasferimenti, pensionamenti, ecc., sino alla chiusura del servizio. Strategia già usata per tutti i servizi già chiusi definitivamente.

Alla fiera del Nord Est arriva l’angelo della morte

E venne il cane… che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. C’è però un cane, nemico acerrimo del gatto. Un personaggio crudele che è più forte del gatto. Ed ecco che anche l’ospedale più attrezzato, seguendo la medesima logica ma al contrario, subisce danni e contraccolpi. Si ritrova da mangiatore ad essere mangiato, e non c’era abituato. Il tutto, condito dalle giuste rivendicazioni, trite e ritrite in questi anni, di mancanza di personale, e il solito motto: “Siamo cagliaricentrici”, indicando nel capoluogo di regione il vero accentratore della sanità pubblica sarda.

E venne il bastone, che picchiò il cane, che morse il gatto che si mangiò il topo, che al mercato mio padre comprò. IL bastone è la parafrasi del potente extraregione, colui che a livello di ministero appiattisce tutto e fa andare le cose come vuole lui, anche se la competenza in ambito sanitario, appartiene alla nostra regione. Un par de palle!

Alla fiera del Nord-Est, c’è alla fine l’angelo della morte, implacabile esecutore e indiscusso padrone del mondo. Con lui la catena si interrompe e lo scaricabarile finisce. Molti sorrideranno ma chi ha determinato la morte della tiritera sanitaria, non abita qui, non vive tra noi, se ne sta rinchiuso nella sua “turris eburnea” a giocare con bottoni e bottoncini.

Ma voi siete disuniti, nemici tra voi e troppo presi dal topolino per comprendere quanto sta accadendo da circa 30 anni.

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