CUP, Centro Unico di Prenotazione, lo sportello dove si prenotano esami e visite mediche negli ospedali. Un servizio indispensabile e necessario perché senza il passaggio da questi sportelli, possiamo scordarci di avere una qualsiasi assistenza sanitaria. Le cose, alla nascita del CUP, in principio erano diverse. La sanità, sino a una decina di anni fa, rispondeva di fatto ai bisogni della gente. Gli ospedali, in primis il nostro Paolo Dettori, fornivano prestazioni di eccellenza e chi necessitava di esami o visite specialistiche, trovava accoglimento dentro lo stesso ospedale. I tempi son cambiati radicalmente e il servizio pubblico è diventato lacunoso e del tutto insoddisfacente.
La deriva privatistica della sanità è un mostro famelico che non lascia più nulla a quella che era la migliore sanità del mondo. Se vuoi curarti, devi uscire fuori oppure devi pagare. Poche le alternative. Il CUP, col tempo, si è adeguato a creare ancor più disagio nella popolazione con appuntamenti, gestiti da un PC e da un software, a date improponibili e lontanissime ed anche fuori territorio. Alzi la mano chi non si è visto assegnare una data per una visita specialistica a 5 o 6 mesi.
Una testimonianza, giunta in redazione, oltreché evidenziare quanto detto in premessa sul CUP, ci propone una possibilità per far si che il trend in corso possa prendere una piega differente dal solito. Ci scrive una lettrice che ha chiesto l’anonimato.
«CUP, era impossibile far visitare mia madre ed allora ho fatto così»
« Mia madre doveva fare una TAC. Non si riusciva a prendere un appuntamento perché ci dicevano che le agende erano chiuse. A volte, ci rispondevano che il reparto di radiologia era in difficoltà e che non stavano facendo esami diagnostici. Siamo dovuti andare a Nuoro ma mia madre, che quel giorno non si sentiva bene per fare l’esame, ha dovuto rinunciare. Porca miseria, mi son detta, possibile che non riesco a venire a capo di questa storia? Perché, mi chiedevo di continuo, a Tempio non è possibile fare la TAC? Stanca di risposte negative, mi sono rivolta ad un avvocato. Costui si è messo a disposizione e allo sportello del CUP ho detto che il mio avvocato voleva vedere le liste chiuse. Magia. E’ uscito fuori l’appuntamento per la TAC, il giorno dopo e, ci credereste mai, proprio a Tempio.
Allora, non è che le liste son chiuse o che il reparto sia in difficoltà. La verità è un’altra e sta nelle disposizioni date al servizio di prenotazione di chiudere la porta in faccia ai bisogni della popolazione, costringere la gente a rinunciare o ad andare in privato.
Nel ringraziarvi, spero che questa mia vicenda possa essere di aiuto a quanti si imbattono in lungaggini e bugie dovute ad un centro di prenotazione che contribuisce ad affondare la sanità pubblica e non certo a sostenerla». (lettera firmata)