Tonino Zimbo era così, anche con la sua famiglia. L’aveva vestita d’amore, circondata di forza e di bontà, senza mai rinunciare ad una sana e piacevole ironia. Dal mese di marzo, un brutto male lo aveva colpito e in due mesi se l’è portato via. Un grande uomo, un marito e padre esemplare.
Tempio piange un altro pezzo della sua storia. Quel tempo, a cavallo tra gli anni ’70 e gli ’80 che, per i sessantenni di oggi, è un campo da calcio polveroso e un pallone che risuonava di metallo quando lo calciavi. Ogni volta che ci vedevamo, a parte le reminescenze calcistiche, con lui si parlava dell’oggi, delle difficoltà del lavoro, della situazione della città a cui è sempre stato legato. Non aveva mezze parole, sempre sul pezzo e una battuta finale che smorzava qualsiasi negatività. Zimbo era così.
Ciao Zimbo, un abbraccio affettuoso alla moglie, alla cara Giuliana, Gian Mario, Fabio e a tutta la famiglia. Mancherai e tanto.