Il bavaglio ai sanitari, rei di difendere i diritti sia della categoria che dei malati, è un dei tanti aspetti che sovraintendono alla dittatura. Anche se qualcuno si mette a ridere, ovviamente cancellato per manifesta stupidità, è dittatura in ogni accezione che sottintende alla parola stessa. La privazione del diritto al dissenso, pena l’eliminazione o l’alterazione della visibilità mediatica, non possiamo chiamarla in altro modo. Lo sanno gli addetti ai lavori del comparto sanitario che si vedono raggiunti da provvedimenti disciplinari punitivi e lo sanno anche chi i diritti cercano di manifestarli in qualsiasi maniera. Oggi è il turno dei medici, ai quali per privarli della licenza di parola e di protesta, tolgono persino la sacrosanta liceità dello scrivere della sanità pubblica. Bastano due avvisi dell’azienda e quelle voci “fuori dal coro”, tacciono. L’obbligo dell’allineamento alle ingiustizie diventa lecito per una dittatura. Bisogna seguire gliordini e eseguirli anche quando vanno contro i loro stessi diritti.
Lo scrivo da sei anni, che questo infame risultato non nasce da oggi a domani o come conseguenza di una finta pandemia. La pandemia, semmai, è il pretesto con la quale la strategia volta a distruggere lo stato sociale, si esercita al meglio. Il terrore, le fobie di ammalarsi, gli spettri di immagini teleguidate e l’informazione omologata, fanno il resto. Il bavaglio, parola che evoca storie passate da non ripetere mai più, in realtà è il modo per raggiungere prima il fine. Strumenti e armi che oggi apparentemente sparano a salve ma, nella realtà dei fatti, incidono e determinano molto più delle armi convenzionali.
Bavaglio per governare i sudditi impauriti
Quando si parla degli ospedali agonizzanti, come oggi fa tendenza perché il risveglio brusco di tante persone, ha svelato il piano criminale in atto. si continua a sbagliare il tiro. Pensare al dentista assessore o al ministro alla salute con laurea in scienze politiche, come responsabili di quanto sta succedendo, significa non aver capito nulla. Lo si evince anche dalla lettera del sindacalista medico di oggi al giornale. Così come lo di deduce dall’accorata lettera del vice sindaco Addis all’azienda sanitaria. Elenchi e mancanze, ripetute centinaia di volte nel conteggio delle cause del depotenziamento dell’ospedale, ovviamente non bastano. Già fatto in centinaia di articoli di giornale e di questo blog.
O si capisce che c’è sotto un piano finalizzato a distruggere per intero il welfare e i diritti acquisiti dal dopo guerra ad oggi, o si continuerà a incidere quanto una lama dentellata di un coltello da cucina che pensa di abbattere la Tour Eiffel.