La paura di quella notte. L’edificio devastato dall’incendio.

Parlano i proprietari degli appartamenti invasi dall'acre fumo sprigionatosi da un rogo nelle cantine.

La paura, nelle parole dei testimoni diretti di quella notte in cui un edificio è stato percorso da un incendio. Terrore ancora vivo, negli occhi e nel racconto- Scale interne, sei appartamenti,  invasi dal fumo nerissimo e acre sprigionatosi da un incendio la notte tra il 25 e il 26 febbraio scorso. Tanti i danni causati dalla nube tossica e impetuosa che si è generata da un fuoco, di imprecisata origini, avvenuto nelle cantine al piano terra dell’edificio.

La ricostruzione non è facile, bisogna buttare ogni oggetto irrecuperabile e allo stesso tempo risanare pareti e ambienti della casa.

 

Entrare in una delle case, a distanza di 8 giorni, da l’immediata realtà della situazione accaduta quella notte. Tutto è in alto mare, all’interno figli e altre persone lavorano instancabilmente per ripristinare quanto possibile.

Tanti amici si prestano ad aiutare, a mettere a posto impianti fuori uso e farlo in tempi celeri. Non è facile, tra quello che è stato buttato e quello che deve essere riacquistato. Sino a notte inoltrata, procede questa operazione senza soste. Le pareti interne della casa sono ripulite, acidi e cloro hanno tolto l’odore del fumo.

Uno stato di emergenza che riguarda anche tutti gli altri appartamenti invasi anch’essi dal fumo. 

La paura della proprietaria dell’appartamento sottostante

« Rientrata a casa verso mezzanotte, ho usato l’apriporta elettrico per entrare nel portoncino di ingresso esterno, ho visto sprigionarsi fuori una folata di fumo nerissimo e sento anche dei rumori di crepitio, come di roba che scoppiava. La forza della pressione interna del fumo mi chiude persino il portone esterno. Capisco che si tratta di incendio, inizio ad urlare, e provo a rientrare ma l’apriporta non funziona più perché i contatori erano saltati (tutti andati in fumo). Dentro il io appartamento c’era mio marito che dormiva. Ero atterrita che non si accorgesse nel sonno del fumo perché ha difficoltà a sentire gli odori. Come fare a salire in casa? La mia preoccupazione era mio marito che era rimasto a casa. Alle mie urla sono apparse delle persone sui balconi.

La gente è uscita dalle case vicine, a prestare soccorso. Tutti i residenti dello stabile ad urlare dai balconi. Vengono chiamati i Vigili del Fuoco, in pochi minuti erano qui. Dopo poco è apparso anche mio marito, incantato e stordito, come detto non si era reso conto degli odori per un suo problema. Sarebbe morto soffocato se non si fosse risvegliato. Ho pensato subito che il fuoco fosse in casa mia non nel vano scale. Mio marito ha capito che il fuoco era entrato dal portone di ingresso di casa e ha immediatamente richiuso. La stessa cosa, al piano sopra il mio, non è riuscita, la forte pressione generata dalla nube di fumo, non lo ha permesso. Mio marito è saltato dal balcone».

Interviene l’altro proprietario dell’appartamento al piano soprastante.

La paura di morire in un incendio che non è accidentale

« Il portone di casa, quando l’ho aperto, mi ha scagliato dentro per via della forte pressione generata dal fuoco e dal fumo. Non sono riuscito a richiederlo e mi sono precipitato al balcone. Poi, ho solo pensato a mia madre che dormiva. La casa si è riempita  completamente di fumo. Il mio solo pensiero era mamma bloccata dentro. I vigili hanno subito pensato a salvare lei e tutti gli altri che ancora stavano dentro, in tutto siamo 26 persone. Ad avere la peggio dalle conseguenze del fumo mia madre, io e altre due persone dell’appartamento sopra questo. Per fortuna i sanitari del P.S. d Tempio ci hanno assistiti tutti e oggi stiamo bene. Vorrei precisare una cosa però. Non è un corto circuito, come si è ipotizzato. Se lo fosse stato, lei ( si rivolge alla signora accanto) non apriva il portone esterno elettrico. I Vigili hanno sfondato il portone esterno sulla strada per entrare, ma poco prima la signora quell’apri porta lo aveva azionato. La corrente, dunque, al momento del fuoco c’era ancora. Poi, sono andati in fumo i contatori e la corrente è saltata» .

La prima cosa da fare, come dicono insieme le due persone, era salvare la vita loro e di tutte le altre persone dentro,  poi anche il resto. Tra loro una ottant’enne che ha forse maggiori difficoltà a riacquistare quanto perduto (vedi azione solidale della comunità).

Quelle persone sui balconi sono riusciti a scendere dopo più di un’ora dal rogo. La paura di non farcela era tanta. Tutti i proprietari adesso sono preoccupati di recuperare il possibile, qualcuno ha smontato completamente la sua abitazione. Le cose da gettare sono cumuli a bordo strada di via Europa Unita n. 8. Raccontano di una notte di paura e terrore, di appartamenti da far rivivere nuovamente con nuove cose e con la speranza che, dopo 9 giorni dall’incendio, ha bisogno di tempo per essere ripresa.

Il video mostra alcuni momenti della lenta ripresa in una delle abitazioni invase dal fumo. Le immagini sono a 8 giorni dal rogo.

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