Le legge -si dice- non ammette l’ignoranza.

I cittadini lamentano lo stato di polizia creatosi in una città decisamente tranquilla e che ha seguito disciplinatamente le disposizioni. Anche quella dei guanti, del tutto inutili e anche pericolosi per il contagio.

La legge non ammette l’ignoranza. ” Ignorantia legis non excusat”, dicevano i latini in virtù della presunzione di conoscenza della legge. Il suo significato è: «L’ignoranza della legge non discolpa». E tale definizione si rafforza negli ultimi tempi, quelli del coronavirus, che vedono un livello maniacale dei controlli delle forze dell’ordine. Non sono rari gli episodi nei quali tali atteggiamenti, per altri versi corretti, sfociano in vere e proprie rappresaglie contro persone oneste e rispettose sino alle unghie della legge. Tant’è che  sono frequenti i posti di blocco, dove persone che ti conoscono ti chiedono i documenti oltreché quella pezza di autocertificazione che si basa su un decreto e non su una legge vigente, Vuol dire, alla fine della fiera, che una eventuale sanzione, se comminata senza alcun fine se non quello della ignoranza del decreto stesso, porterà al risarcimento.

Però sono rotture di scatole, perdite di tempo e spesso anche rappresaglie dei rangers contro poveri cittadini incautamente incappati in qualche blocco. Ad onor del vero, la categoria più vessatrice, appare quella della polizia urbana, per me sempre vigili restano, che hanno assunto una gestione del territorio tanto capillare quanto vessatoria.

La legge ammette o no l’ignoranza? A leggere questo episodio, pare proprio di si.

Scrive Nicola Tondini, medico appena tornato dalla cintura del torinese colpita dal Covid-19.

«Con la presente vorrei portare a conoscenza del personale deputato a far rispettare i decreti ministeriali relativi all’emergenza COVID sul territorio del Comune di Tempio che io, sulla base di tali decreti, in quanto appartenente al SSN, non sono tenuto all’obbligo della permanenza domiciliare. Questo, pur arrivando da zone endemiche per Covid ( tra l’altro non sarei potuto rientrare se non avessi effettuato il tampone rinofaringeo come previsto dal Dipartimento della Protezione Civile per cui ho prestato servizio ).

Detto questo non è necessario, una volta individuato come probabile untore mentre compio il reato di acquistare un giornale, che un ‘ auto di servizio della local police effettui una repentina retromarcia per redarguirmi con : ” cosa ci fai in giro ? Dovresti essere in quarantena!”
Allego copia del decreto di cui sopra»

La legge al tempo del coronavirus

Questo VAIRUS, lo scrivo da ignorante per mettermi allo stesso livello dei nostri rangers, sta creando una officina di piccoli mostri.

La solitudine dei numeri primi, è un romanzo che narra di due giovani alle prese coi problemi dell’infanzia. Vicende dolorose che marchieranno a fuoco la loro vita adulta. Interazioni sociali smarrite tra le lacerazioni dell’infanzia e perdita di una ragionevole interpretazione della cosiddetta vita normale. La divisa, premetto che è un discorso generico che non riguarda nessuno in particolare, sostituisce qualche vuoto, ne dirime e tutela la perdita, manifestandosi in spregiudicate e poco simpatiche vessazioni contro il prossimo.

Un portinaio, fatto realmente accaduto, dinanzi alle rampogne del direttore di un importante istituto, reo di una distrazione nel suo lavoro, rispose così al direttore: “Se non per me, Dottò, lo faccia per la divisa che indosso”. Non credo che vada spiegata, nella frase c’è tutto.

Diciamocela tutta: non parliamo di Tex Willer e Kit Carson che rincorrevano i delinquenti, i ladri e gli assassini. Qui si parla di persone che rincorrono medici, cittadini onesti, persone anziane prive di guanti. L’assurdità della mancanza di guanti merita un capitolo a se.

Un Decreto non legge che impone i guanti: il sistema migliore per veicolare il virus.

I guanti non servono a nulla! Renderli obbligatori senza nessuna conoscenza, li rende addirittura molto più pericolosi dell’esserne privi. Usarne un paio per ogni nostro spostamento per necessità da decreto, vorrebbe dire usarne un pacco ciascuna famiglia. Ammesso e non concesso che uno abbia i soldi per acquistarli, sono un veicolo peggiore delle mani nude. Una disinfezione immediata è sufficiente al momento dell’ingresso nell’esercizio commerciale (basterebbe acqua e cloro allo 0,02% dicono i medici).Vale per la scienza medica ma non per il decreto e per i  rangers che appendono anche i cartelli fuori degli esercizi commerciali. Ecco, si sentono realizzati finalmente, con un’autorità che hanno sempre avuto ma oggi avallata anche da decreti bislacchi e senza un senso scientifico.

Tex Willer, inseguiva delinquenti e assassini. Costoro fermano persone normali perché potenzialmente infette ( a Tempio contagi zero) ma soprattutto armate della colt con cui sono reduci da qualche rapina all’Unicredit (Ah no, è chiusa scusate).

Le magre figure si contano, basta quella raccontata dal medico. Pare che  una donna anziana che si presenta in farmacia senza guanti, venga ammonita. La farmacista ammonisce loro e dice che il farmaco si consegna a tutti, guanti o non guanti.

I rangers sono così, numeri primi che chiedono l’applicazione della legge. Nessuno viene risparmiato. Forza che vi aspetta una promozione. Però, mi raccomando, ripassatevi, senza ignoranza, il decreto stesso che voi imponete dall’alto delle stellette che a breve vi daranno.

Mio figlio mi dice: « Quando ci ricorderemo di questa epidemia, non potremmo che dirci di quanto siamo stati  coglioni». Ha ragione.

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