Nel 1992 gli ospedali diventano Azienda, lo sfascio della sanità pubblica inizia da allora.

La verità sulle cause.

PREMESSA

Questa lettera viene scritta da una dottoressa medico chirurgo- ortopedico di Bologna, in data 12 dicembre 2017, oltre un anno fa.

Sono riflessioni condivisibili in ogni parte, scritte da un addetto ai lavori, da chi ha capito che a volte è necessario raccontare le cose come stanno. Il medico bolognese, è una dentro il sistema, che vede le cose come stanno e quando lo sfascio della sanità pubblica trova persone che ne denunciano l’assenza, si tratta di persone autorevoli e non di opinioni.

Il clima intimidatorio, la quasi totale coercizione delle voci che contano all’interno degli ospedali, le poche rimostranze sindacali, hanno sempre frenato il dissenso. Anche quando esso era ed è palesemente confacente alla verità dei fatti.

Lo porto come contributo per chi ancora non si fosse reso conto che non ci sono vie di fuga se non quella di abbattere il sistema dall’interno, attraverso la lotta di un popolo intero che ha capito e he non accetta più di essere asservito a questa politica strumentale al potere e a queste logiche capitalistiche che governano l’Europa. 

fonte quotidianosanità.it

LA LETTERA

Lo sfascio della sanità è iniziato quando hanno trasformato gli ospedali in “aziende”

12 DIC – Gentile direttore,
ritengo che lo sfascio della sanità sia iniziato quando i politici hanno trasformato gli ospedali in “aziende”!

Nel 1992 i politici trasformarono gli ospedali in “Aziende”, aziende che dovevano produrre profitti, mentre la mission del Sistema Sanitario era e deve essere la qualità delle cure erogate e non la quantità delle stesse.

Io mi oppongo con forza ad una deriva economicistica del SSR, legata al metodo di lavoro “fordista”, di inizio ‘900 che paragona il lavoro sanitario a quello di una catena di montaggio per auto, legato unicamente ai tempi medi di produzione di un pezzo meccanico.

Ribadisco che l’ospedale produce salute, non produce profitti e chi ha la competenza di gestire il Servizio Sanitario Regionale e Nazionale ha il dovere di affrontare il tema del Personale Sanitario ed ha il compito di investire su di esso, non fosse altro perché rappresenta il cardine fondamentale su cui ruota la sanità.

Invece continuano imperterriti i tagli lineari alla sanità da parte di tutti i governi e, come denuncia la Fp Cgil, si è verificata una emorragia di personale sanitario, dal 2009 al 2016, di 50.000 lavoratori. Per non parlare poi degli 80.000 posti letti tagliati negli ultimi 10 anni.

Anni di blocco del turn over, di pensionamenti, di gravidanze non sostituite, di ipertrofia e precarizzazione dell’orario di lavoro medico e infermieristico.
Il SSN si è retto solo grazie alla abnegazione degli operatori, che si sono fatti carico di condizioni di lavoro al limite dello schiavismo.  Una quantità impressionante di ore di lavoro eccedenti il dovuto.
Una cifra, pari a circa 10 milioni ogni anno per i soli medici ospedalieri, ore che non verranno mai retribuite o recuperate.
Non dico falsità, se affermo che ogni sanitario lavora, mediamente, ben oltre le canoniche 48 ore settimanali,nell’ottica di un nuovo caporalato 2!

La politica deve capire che è prioritario incentivare il capitale professionale sanitario, mentre attualmente lo demotiva, con stipendi bloccati da 8 anni. Inoltre,  con il peggioramento delle condizioni di lavoro, con una vistosa emorragia delle dotazioni organiche e con numerosi medici ed infermieri affetti da burn out! (l’esito patologico di un processo stressogeno che interessa, in varia misura)

Mi chiedo e vi chiedo, quale Azienda con 653.352 dipendenti (dati 2015) agisce per anni, solo sui costi generali e non si interessa delle condizioni di lavoro e della “soddisfazione” dei propri dipendenti?

Per superare l’attuale sfascio della sanità è indispensabile puntare sulla “gratificazione” del personale, perché senza un personale motivato e gratificato non si risolvono i problemi che affossano la Sanità.

La gratificazione del personale è un elemento fondamentale come la consapevolezza che chi opera in sanità opera per il più essenziale dei diritti umani: la salute.

Gli eventi avversi che si stanno verificando negli ospedali, si legano all’insufficienza organizzativa e d’organico, ma vengono cinicamente riversati sul personale dagli stessi politici che sono i veri responsabili della attuale disorganizzazione.

Ma i politici sappiano che il sanitario è immune da censure e viene assolto da qualsiasi tribunale, se l’ospedale è carente o disorganizzato, come recita la Sentenza Cassazione N° 46.336, del 10 novembre 2014.
Dalle motivazioni di questa storica sentenza si evince che :

”Il pz. avrebbe potuto essere salvato, ma disguidi e disorganizzazioni non imputabili all’unico sanitario presente in PS ortopedico, l’hanno impedito”. Quindi, anche la giurisprudenza riconosce le colpe di amministratori poco accorti.

E’ arrivato il momento di risollevare la testa e di attuare una “legittima difesa”, perchè l’unico colpevole della situazione attuale è una classe politica imbelle.

La politica che ha permesso di preservare i propri gruppi dirigenti, invece di garantire i livelli minimi di sicurezza clinica ed organizzativa.
Investire in Sanità significa agire non solo sul versante economico, ma soprattutto nell’ottica di tutele professionali e di riconoscimento del merito e della professionalità.
 
Dato che la classe medica ci mette quotidianamente la faccia, è arrivato il momento che anche la politica ci metta la propria, di faccia.

Per salvaguardare il diritto alla salute dei cittadini, sancito come fondamentale dalla Costituzione.

Dott.ssa Mirka Cocconcelli
Chirurgo ortopedico
Bologna

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