Ospedale al capolinea. La sorte del Paolo Dettori di Tempio, ospedale territoriale con un bacino di oltre 35.000 residenti, è giunta al termine. Ben poche le speranze di salvarlo così come di procrastinarne l’agonia. In tempi non sospetti, ci riferiamo a 10 anni fa, già sussistevano seri e documentati motivi di quello che è stato poi il destino ineluttabile. La corsa del treno della distruzione della sanità in alta Gallura, è stata rapida e con svariate cicatrici. Pezzi e servizi sanitari che di volta in volta si chiudevano e chiusi son rimasti. Gli allarmi c’erano da allora mentre i galluresi di queste lande, aspettavano l’intervento divino del politico di turno. Pessima scelta contare su quaquaracquà
Al palo, pertanto, le possibilità di salvare il Paolo Dettori dalla morte, se non quanto scaturito questa mattina da una discussa riunione in direzione sanitaria con tutti o quasi i medici ospedalieri.
Un comunicato stampa, quanto prima, verrà prodotto dagli stessi sanitari per rendere informata la popolazione. Tuttavia, ci sono delle anticipazioni che abbiamo raccolto dal delegato aziendale CGIL, il dottor Giorgio Chiarelli, nefrologo (Dialisi) e dal primo momento della istanza sanitaria in prima linea per provare a rovesciare quella che appariva da quel lontano 2011, una deriva inevitabile.
Ospedale al capolinea: «Senza personale, si può solo agire in questo modo»
La dichiarazione di Chiarelli, che giunge dopo che da più parti si era gridato alla chiusura definitiva dell’ospedale, fa quantomeno tirare un sospiro di sollievo ma resta, purtroppo, solo l’ultimo giro di orologio di una partita dove la squadra di casa perde 3-0. Nessun tempo supplementare dunque e nemmeno la roulette dei calci di rigore. Questi ultimi, già da tempo tirati alle stelle, hanno il nome di tutti quei politici, vecchi e attuali, che hanno giocato con un moribondo pensando di salvarlo. Non si salvano i moribondi di cui si è deciso, da anni, il destino.
E’ da imbonitori, da venditori di pentole, da piazzisti disperati a caccia della poltroncina che garantisca il futuro a se stessi e basta.
« Da luglio – continua Giorgio Chiarelli – le autoambulanze non vengano al P.S. di Tempio perché è solo perdere tempo. Che vadano a Olbia o a Sassari. Altra cosa che si ède ciso, ripeto alla quasi unanimità, è per la Medicina. Verrà trasformata in lungodegenza, così come è attualmente. Certi ricoveri, anche se è sbagliato dirlo, sono ridicoli. Sono pazienti da RSA. Meglio precisare, tuttavia, che questa decisione collegiale, è una proposta nostra, un rimedio temporaneo che evita la totale chiusura dell’ospedale Paolo Dettori».
«Magari -commenta Chiarelli – arrivano gli anestesisti e tutto torna come prima».
Una frase, quest’ultima, che sembra una battuta ironica ma rivela anche la forza di volontà di non piegarsi a questa sorte tremenda per la sanità in Alta Gallura.
« Lo riscriva per favore: da luglio, il P.S., quindi ogni accesso all’ospedale, chiude alle 20.00 nei giorni feriali e chiude del tutto in tutti i festivi, il sabato e la domenica. Tenga presente che, avendo solo due anestesisti, o si farà così o l’ospedale avvero chiude definitivamente. Tutti i colleghi dei reparti prendano atto che bisogna lavorare e non pensino di cercare di far fare esami notturni. La medicina diventi lungodegenza in maniera definitiva e ricoverino persone stabili e non pazienti con mille problematiche. L?Areus non deve portarci più nessun paziente, che venga dirottato a Olbia o in altri centri