«Se piace l’acqua di Fundu di Monti, ci si può andare».

L’acqua uno se la prende dove gli piace. Discussioni dopo la notizia di ieri sulla disponibilità anche delle acque finalmente conformi di Fundu di Monti. Nel momento che l’acqua preferita dai cittadini del territorio viene resa disponibile, accade che si eleva forte il dissenso sulle misure in atto. L’acqua bisogna prenderla o imbottigliata nei supermercati oppure dalle fonti più prossime alla residenza di abitazione.

Anche su questa interpretazione, pesa la scelta individuale di bere l’acqua che si preferisce e non è detto che un cittadino, per quante possano essere vicine le fonti anche in città, gradisca quella stessa acqua. Una cosa piace o non piace, mi pare che su questo punto ci si possa intendere se prevalesse il buon senso. Se invece, si deve fare di tutta un erba un fascio (che brutta parola!!), allora bisogna attenersi alle misure vigenti. Sta di fatto che non tutti hanno la fortuna di vivere con le fontane a pochi metri dalla propria casa.

Così come appare evidente che la macchina, per rifornire di acqua la propria quotidianità, devi avercela. Ora, che differenza c’è tra il fare 2 o 3 Km come sarebbe nel mio caso, o farne 10?  

Il dilemma sul piace o non piace una determinata acqua, ci fa perdere di vista l’assoluta essenzialità e indifferibilità di un bene primario come l’acqua. Così come altrettanta selezione, su quale sia per ciascuno di noi la migliore, non deve essere messa in discussione.

Ricordiamo che si tratta di misure derivate da un DPCM e non di una legge. Ordunque, le sanzioni, eventualmente comminate, sono assolutamente da contestare. Il DPCM rappresenta una misura di legge, semmai di norme cautelative di prevenzione per arginare il contagio. 

Che poi, come centinaia di volte scritto, da queste parti, se restiamo sempre le stesse persone, mi dite come cazzarola facciamo a contagiarci? Nel frattempo, molti operatori della polizia locale vigilano e sanzionano chi non ha mascherine e guanti nelle attività aperte al pubblico. Ci sarebbe da dire tanto pure su questo ma ci ritorneremo. Non so se tanti si sono accorti che i guanti sono lievitati nei costi e non tutti hanno i soldi per comprarseli (sempre che riesca a trovarli). 

«Uno può bere l’acqua che gli piace e gli aggrada di più»

Il titolo del paragrafo lascerebbe intendere una voce di qualche dissenziente,  qualcuno vi vedrebbe il facinoroso, “il polemico”, invece è la sintesi del comandante della polizia locale, Paolo Aisoni. Nel corso della telefonata con l’assessore Quargnenti, abbiamo sentito le sue parole distinte e chiare che riportiamo.

« La norma prevede che l’approvvigionamento avvenga presso fonte o esercizio commerciale più prossimo al luogo di civile abitazione o residenza. E’ evidente che tutte le acque non hanno le stesse caratteristiche. Perciò, se una persona non gradisce l’acqua particolarmente ferrosa di Pastini oppure pesante come quella di Rinaggju, può scegliere diversamente. Ho dato le indicazioni ai miei agenti, purché la fonte ricada all’interno del territorio comunale, è ammesso lo spostamento. Questa è la posizione della polizia locale che è condivisa da Polizia e Carabinieri o da altri organi di controllo. Lo spostamento, dunque, è+ ammesso in ragione delle diverse caratteristiche delle acque potabili»

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