Andrea Biancareddu revoca le dimissioni. ” Del tutto inutili per la vertenza sanitaria”.

"Oggi le mie dimissioni non servono a nulla per la causa sanitaria del Paolo Dettori"

Andrea Biancareddu  revoca stasera le sue dimissioni, alla vigilia della scadenza dei 20 giorni concessi per legge (la scadenza era mercoledì 13 febbraio) per rientrare in possesso della sua carica istituzionale. 

Resosi conto che le dimissioni, portate avanti sino allo scadere dei 20 giorni di tempo utili,  non erano servite a smuovere nulla nella vertenza sanitaria, il sindaco Biancareddu è rientrato di fatto nel suo ruolo di primo cittadino di Tempio con la revoca delle sue dimissioni.

Sono state diverse le cause e le ragioni della sue dimissioni. Le stesse furono  assunte quando si era capito che l’assessore alla Sanità Arru aveva di fatto preso in giro tutti, dai sindaci al prefetto di Sassari e non avrebbe concesso nulla di quanto previsto dalla legge di riordino della rete ospedaliera. Biancareddu aveva voluto mantenere il patto coi cittadini, stabilito il 21 novembre, quando davanti all’assemblea di Abali Basta, insieme agli altri 11 sindaci dell’Unione dei Comuni, aveva accolto l’invito a dimettersi per forzare la mano all’assessore. Nel passare dei mesi successivi, Arru aveva risposto alla mediazione del prefetto di Sassari accogliendo in buona parte le istanze rivendicate.

Successivamente, nulla si era visto al Paolo Dettori di quanto previsto. Biancareddu, pertanto,  il 25 gennaio aveva ratificato le dimissioni, non seguito, in questa scelta, da nessuno degli altri sindaci. Esattamente a questo punto, le dimissioni di Biancareddu non servivano a nulla, dal momento che la tanto decantata coesione del territorio, più nelle intenzioni che nei fatti, specie quando gli stessi richiedono dei possibili sacrifici, va a perdersi nella comodità dei ruoli che pur se insignificanti, ma danno spessore e piccoli spazi i potere.

“Armiamoci e Partite”, il motto cantato dagli altri 10 sindaci nella logica mai abbandonata che un cespo di lattuga del mio orticello è sempre meglio  che vedersi l’intero raccolto compromesso dalle voraci lumache.

L’emarginazione e la poca efficacia di una vertenza collettiva venuta meno per il mancato appoggio degli altri primi cittadini, hanno reso vana la sua scelta.

Oggi, davanti ad un pubblico attento e numeroso, dopo aver ricostruito la storia della vicenda sanitaria del Dettori, sostenuto in questa decisione della revoca dalle associazioni territoriali, dalla sua giunta, dall’intero consiglio comunale, il sindaco ha revocato le dimissioni ritornando sindaco della città.

Molto è derivato dalla inutilità di proseguire sulla ufficialità delle dimissioni definitive. Il tempo utile per la revoca delle dimissioni scadeva nella giornata di mercoledì 13 febbraio. Le dimissioni, infatti, avevano oramai perso la loro efficacia ed anche la posizione del presidio di Abali Basta le aveva ritenute superflue ai fini della lotta per il Paolo Dettori. Il comunicato del comitato, infatti, aveva precisato ” di rivalutare con serenità e senso di responsabilità le sue intenzioni di dimissioni, ritenendole noi a questo punto, ai fini della vertenza del tutto inutili”.

Molto da dire, invece, sugli altri sindaci. Tutti e dieci  hanno pensato alle appartenenze e al loro ruolo nelle rispettive comunità, scordandosi che un ospedale era e resta un presidio per l’intera alta Gallura. Non sarebbe costato nulla andare avanti tutti sulla strada delle dimissioni tenendo conto che la revoca, eseguita nei tempi previsti dalla legge, avrebbe potuto produrre degli effetti positivi per la soluzione della vertenza.

Tant’è, ora la lotta si sposta su altri obiettivi e altre strategie. Come il già intercorso colloquio col ministro della Salute Giulia Grillo e il prossimo esposto sulle inadempienze nel reparto di ostetricia.

Antonio Masoni

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