Il Coemm cerca sostegno ad un progetto farlocco con banche fallite o in difficoltà.
Come possono banche reduci da crac o in difficoltà finanziare un progetto come quello dei consorzi? Cerchiamo di rispondere a queste domande attraverso opportune ricerche ed informazioni avute.
Come già abbiano spiegato, in un articolo che ha destato parecchio scalpore tra gli aderenti, il Coemm ha messo in piedi l’ennesima trovata propagandistica e fuorviante. Non che ci sia nulla di male a fare propaganda, soprattutto quando dietro una continua massiccia campagna di informazione, si cela qualcosa di tangibile. Il tempo, inteso come oltre 4 anni di vita di questa pantomima chiamata Mondo Migliore, però non ha mai una sola volta realizzato alcunché e continua a virare la rotta a seconda delle circostanze, le prime, come le ultime, sempre avverse.
La direzione ostinata del Coemm, negli ultimi tempi, falliti tutti gli altri obiettivi, è verso la speranza dei consorzi. Già abbiamo detto e spiegato cosa siano e come nella realtà essi debbano funzionare.
Ma che mondo migliore sarebbe se ciò che si fa dentro questa bolgia infernale, non fosse al solito stracolmo di elementi fumosi, pericolosi e criptiche chiavi di accesso?
Una donna (Francesca, nome fittizio ma persona reale) ci scrisse ” ….Lei sa dei consorzi che stanno per nascere con il prototipo iniziale del Veneto. Bene. La cosa è per mio conto aberrante, pericolosa e condurrà parecchie persone dentro un sistema terribile dal quale se ne usciranno, ne verranno distrutte. Una volta aderiti al Consorzio, infatti, per avere il Microcredito dovranno cedere le loro abitazioni in trust al Consorzio stesso. Alcuni di loro sono stati informati anche del fatto che il Consorzio, almeno in Veneto, si appoggerà alla Banca Popolare di Vicenza e alla Veneto Banca”.
Questi precisi riferimenti alle due banche venete crac, aprirono un varco per capire le ragioni di questa mistificazione. Come possono nascere i consorzi appoggiandosi a banche fallite o in difficoltà?
Le banche reduci da crac e in difficoltà non hanno capitali per finanziare nulla.
Iniziano le indagini, coadiuvate da un gruppo di persone addentro ai meccanismi bancari. Uno scenario si apre improvviso e squallido come ogni cosa sia nata in quel progetto del quale, mi appare strano, si occupino solo le forze dell’ordine, qualche giornalista e Striscia la Notizia. All’orizzonte l’ennesima truffa, stavolta consapevolmente appoggiata anche dai cosiddetti referenti regionali. Il crac della Veneto Banca e della Banca Popolare di Vicenza, di fatto liquidate due anni fa, hanno messo in ginocchio migliaia di risparmiatori. Abbiamo notizia di una singola persona che ha perso oltre 100.000 € di azioni. Ma che c’entrano due banche fallite nel veneto coi consorzi?
Come abbiamo detto diverse volte, dietro la nascita di un consorzio, è obbligatorio che ci sia un istituto di credito ma, senza stupirmene più di tanto, apprendo che proprio le due ex banche fungono da garante per la nascita dei consorzi veneti. Ma com’è possibile se le banche sono fallite e teoricamente non hanno capitali?
Qui sta l’inganno. Non stupitevi, ma le banche fallite riavranno ossigeno proprio con il patrimonio dei consorzi, ossia con gli immobili che pare si stiano acquisendo in queste settimane. Lo sconcerto è massimo quando vieni a sapere che i fondi che queste due banche fallite racimoleranno dai consorzi del Veneto serviranno per risarcire i clienti che hanno perso il loro capitale a causa del crac. In altre parole, alle due ex banche ridai fiato con il patrimonio (fondo) degli immobili acquisiti o requisiti, ma solo per pagarsi gli ingenti risarcimenti dei clienti gabbati. Grande operazione!!
Banche fallite a rifinanziare se stesse?
E il microcredito sociale che deve veicolare dai consorzi? Quello evidentemente non potrà mai esserci, visto che quelle ex banche coi soldi ricavati dalla vendita degli immobili, al massimo riescono a ripagare qualche loro cliente. E i clemmini? Loro perdono tutto, immobile ceduto e anche la speranza del MCS.
E le altre regioni italiane? In Emilia Romagna pare ci sia la BPER, (ex Banca Popolare Emilia Romagna) che non attraversa un florido momento così come gli altri istituti di credito di cui al momento non si conosce l’identità in altre regioni. Si vocifera del MPS, Monte dei Paschi di Siena (ullalà!!).
Allora, perché Sarlo ha chiesto aiuto a due banche fallite? Lo fa perché la situazione debitrice nella quale si ritrovano, non gli permette grandi spazi per riemergere. Allo stesso tempo, le banche non si fanno scrupoli, sia nel metodo che nel sistema, per raggiungere lo scopo prefisso. Non a caso, le due banche venete fallite, sono sotto esame di vicende giudiziarie molto pesanti con arrestati e un certo Giovanni Zonin (quello dell’Azienda Vinicola), presidente della B. Pop, Vicenza a cui il patrimonio venne congelato. Al momento risulta proprietario di un terreno e di qualche azione della sua banca con cui al massimo compra una pizza. Di fatto, nullatenente, ma in grado di avallare una operazione consortile pur non avendo il becco di un quattrino?
Mancano ancora due dettagli:
- Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza sono state acquistate dal Gruppo Intesa. Il gruppi Intesa può fornire una spiegazione a queste due eventuali operazioni di due sue banche fallite?
- Sarlo cosa ha da guadagnare da questa operazione? Ragionateci un pochetto, la risposta la trovate senza problemi. Un aiuto: avete mai sentito parlare di spartizione della torta tra persone di cui uno più famelico di tutti gli altri?
Attendo smentita anche per questo pezzo, qualora vi siano ovviamente.