C.S.M. ” Manca l’educatore e il centro diurno è chiuso”.

C.S.M. Una accorata lettera di un gruppo di madri dei ragazzi che frequentano il centro diurno del Centro di Salute Mentale di Villa Lissia, pone l’attenzione su alcune carenze.

La sede del CSM di Tempio in circ.ne San Giuseppe

«Innanzitutto- scrivono – il centro diurno è chiuso dalla fine del  mese di aprile. Non conosciamo le motivazioni per cui ancora non si sia provveduto a sostituire il “vecchio” educatore. Con questa lettera aperta, esprimiamo tutto il nostro disagio per questo servizio che manca». 

Il centro diurno, frequentato da circa 25 persone, è dalla sua nascita un punto fermo e sostanziale dell’attività di recupero dei suoi assistiti. Non sono sufficienti le innumerevoli attività che vi si svolgono e la lettera traccia il senso della profonda amarezza dei genitori.

« I nostri ragazzi – prosegue la lettera – sono abituati alla frequentazione quotidiana del Centro. L’attività che si basa sull’incontro, sulla socializzazione tra loro, sulle attività che vi si svolgono, il pranzo assieme, è per loro di grande importanza. Alla fine, tornano a casa dopo una intensa giornata ». 

Traspare evidente quanto le attività del centro diurno siano fondamentali per i ragazzi. Aiutano all’impegno giornaliero, contribuendo ad alleggerire il carico delle responsabilità delle famiglie.

« L’assenza di tutto questo – conclude lo scritto – ha come conseguenza l’appesantimento del carico familiare e lo scompenso della loro situazione psico fisica. Purtroppo, ciò accade durante la stagione estiva. Prima i ragazzi venivano accompagnati al mare, svolgevano attività all’aperto, mentre ira vivono in isolamento. Chiediamo che il centro diurno venga riaperto ». 

Una lettera che non ha un destinatario ma tanti, che rappresenta uno sfogo che deriva da una situazione risolvibile ma, come tante altre, di questi tempi, insormontabile. Il blog, come ha fatto altre volte, prova a lanciare il grido di allarme alla comunità e alle istituzioni preposte.

Riaprite il centro diurno del C.S.M.

C.S.M., una realtà sanitaria e sociale da salvaguardare

Sul C.S.M., raccogliamo la testimonianza di Nina,  una delle volontarie che quotidianamente si spendono nel sostegno a questi ragazzi.

« Oggi siamo ad una gita con i ragazzi – ci dice al telefono – e cerchiamo tutti come possiamo di essere di aiuto al Centro. Non basta evidentemente, ci vuole altro. Il disagio dei genitori è enorme.

Le madri, in questi mesi di assenza dell’attività diurna del centro, sono disperate. L’educatore manca da fine aprile, e di educatori in un centro con questo numero di ragazzi, ce ne vorrebbero altri. Perché non viene sostituito?

I ragazzi sono tanti, minimo 25 al centro diurno. A questi si aggiungono gli ospiti della Casa Famiglia, adesso una decina.

Provo una rabbia incredibile – aggiunge Nina – come si possono lasciare i ragazzi senza il solo centro territoriale idoneo al loro sostegno educativo?

Non si possono trattare sempre come “ultimi”  ragazzi che dovrebbero avere sempre la massima attenzione. L’educatore che c’era prima riusciva ad andare avanti grazie alla presenza di noi volontari, altrimenti si pensi al suo lavoro immane. Cucinare, assistere, svolgere coi ragazzi le attività che li riguardano.

Lo ripeto, oggi non c’è nemmeno questa figura quando ce ne sarebbero volute diverse. Venticinque ragazzi, coi problemi psichici che si portano appresso, dimmi come è possibile che siano lasciati soli e abbandonati? Poi, volendo proprio mettere il dito sulla piaga, anche due soli medici, credimi, non bastano. Basta una urgenza e il sistema si paralizza».

L’ennesima lettera, purtroppo non l’ultima di questo pessimo sistema sanitario. Villa Lissia, una delle peculiarità più importanti di questo territorio grazie anche a questa intensa attività socio sanitaria. Serve un miracolo, parola impropria, ovvio, ma utile a  ribadire la poca, se non totale disfatta della sanità pubblica e la mancanza di attenzioni verso questo centro diurno,  unp dei grandi risultati di una passata, migliore sensibilità  politica. 

Oggi, si vive sempre sui trascorsi della memoria, di quando il senso di umanità prevaleva sulle deprecabili questioni finanziarie.

 

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