La Zona Poi, quartiere a valle della città, tra i più popolati della città, sta vivendo da tempo una incresciosa situazione notturna. Ci scrive un residente che esprime il suo disagio per quanto sta accadendo. Il malcontento trova nelle notti calde di questa torrida estate il suo apice e pare che chi lavora e deve, comunque, riposare, non possa a causa di rumori e scorribande, musica ad alto volume e molestie. Ecco cosa scrive il nostro anonimo lettore.
«Buonasera Antonio,
Ricorro, dopo l’ennesimo episodio, a te e alla tua sensibilità oltre che amicizia per poterti esporre i fatti che da ormai mesi, se non addirittura qualche estate, sono accaduti e che accadono nel quartiere “POI” dove risiedo’.
Premetto che tutti siamo stati ragazzi, tutti abbiamo avuto il privilegio, il diritto e il dovere di giocare “in carrera”, in piazzetta ed ovunque ce ne fosse luogo e possibilità. Tutti abbiamo giocato a pallone, a
nascondino, ci siamo rincorsi con gli amichetti e urlato a qualsiasi situazione senza rendersene conto. Tutti abbiamo fatto le gare in bicicletta nelle vie, nelle discesone con trampolini improvvisati e sbucciandoci (passami l’espressione) ginocchia, mani e gomiti. Tutti siamo stati ragazzi, bambini, riso, urlato, giocato, pianto e chi più ne ha più ne metta. Ma sempre con qualcosa cosa in più rispetto alle nuove generazioni: Il rispetto e l’educazione».
Zona Poi, Scorribande e musica ad alto volume sino a notte fonda
«Ti dico questo – prosegue la lettera – perché ho, come tanti residenti, decine di esempi (anche con registrazioni, filmati, foto che purtroppo per una questione di privacy non possono essere mostrati) dove si fanno i giri delle vie in moto senza casco a tutte le ore, anche alla una e le due di notte, e non un giro ma diversi. Si suonano i campanelli e si scappa, dopo magari aver detto qualche parolina poco piacevole, a persone anziane incluse, con magari qualche problema serio di salute o pur semplicemente una situazione familiare delicata. O anche a ragazzi poco più grandi di loro che osservano solo il fatto di stare attenti quando in bici non prestano attenzione agli incroci delle curve e sei costretto a trenate improvvise nella speranza di riuscirci sempre. Essere sbeffeggiati con un linguaggio che io a quell’età mi sognavo.
Petardi, casse bluetooth che seppur a finestra chiusa (privandoti del fresco della notte) senti profondamente e chiaramente le parole di ogni singola canzone ascoltata. Per non parlare della pulizia di una piazzetta che da poco é stata rimodernata e già versa in uno stato purtroppo increscioso.
Zona Poi, «Le segnalazioni finora non hanno sortito effetto»
Queste carissimo Antonio sono alcune, e ripeto alcune, delle cose che quotidianamente viviamo, giusto per farti capire com’é la situazione da, purtroppo, diverso tempo. Mi sento quasi come un portavoce di decine di residenti che dopo diverse segnalazioni alle autorità, in comune, persino ad alcuni dei genitori dei ragazzi, si ritrovano a doversi rassegnare e lasciare che le cose vadano così 0 temere ripercussioni alle proprie case, le proprie auto o comunque timore in generale per qualsiasi cosa.
In tutto questo mi chiedo solo una cosa e, soprattutto, senza voler puntare il dito contro nessuno; dove sono finiti i valori? Dove é finita l’educazione? Dov’è finito il rispetto? Dove vogliamo arrivare se lasciamo che le cose vadano cosi?
Non sono uno che legge libri ect, ma su internet, ma giornali e sui social si, e mi viene in mente sempre una frase di Nelson Mandela:
“ L’ educazione e ‘arma più potente che si possa usare per cambiare il mondo”.
Ti ringrazio vivamente Antonio, per qualsiasi chiarimento o dubbio sempre disponibile» (lettera firmata)