Carnevale, il mondo capovolto, di Lucia Moretto.

Carnevale, il mondo parallelo, quello capovolto. Ospitiamo questo bel pezzo di Lucia Moretto, tempiese, che introduce il mondo del Carnevale seguendo una chiave nostalgica e romantica. Pur giovane, Lucia, ripercorre lo spirito di un Carnevale passato che oggi forse è cambiato. Restano immutati gli attori, il divertimento, l’allegria, il contagio euforico e coinvolgente.

«Ad essere sincera per poter scrivere tutto questo mi sono dovuta guardare dentro e accendere tutte le emozioni, lampadina dopo lampadina. Si aspetta sempre tanto ( forse troppo ) prima che possiamo riviverlo nuovamente.

Il carnevale è una festa amata da grandi e piccoli e voglio raccontarvi come viene aspettato ( con ansia ) il carnevale nel mio paese.

Conoscete il carnevale di Tempio? Se la risposta è no ve lo racconto! Se invece la risposta è si, leggete ogni singola parola ed emozionatevi con me!

Il Carnevale di Tempio Pausania (in gallurese Carrasciali Timpiesu) è una manifestazione folkloristica che si svolge durante il carnevale a Tempio Pausania, cittadina nel nord della Sardegna.

  • il più importante Carnevale allegorico dell’isola, membro (come Viareggio, Cento e Fano) della Federazione Italiana Carnevali. In occasione dell’edizione del 2018, il ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha posizionato il Carrasciali Timpiesu al sesto posto per bellezza in

La manifestazione, la quale richiama annualmente decine di migliaia tra figuranti e spettatori, consiste dagli anni ’60 in suggestive sfilate allegoriche che attraversano il centro storico, i cui carri rappresentano principalmente temi tra i quali prevale la satira politica e sociale, coronate dalla lunga ed affascinante tradizione che traina il Carnevale allegorico principale di Sardegna. Spiccano i richiami a maschere, tradizioni e balli tipici risalenti al Settecento

Carnevale come Stranger Things

Paragono la nostra grande festa al telefilm Stranger Things, lo paragono ad un mondo parallelo; da una parte la vita di tutti i giorni e dall’altra una vita completamente opposta e diversa.

Una vita che vorremmo vivere tutti i giorni, dove sorridere viene spontaneo, si è più socievoli con chiunque e apprezziamo ogni singola persona che abbiamo attorno.

Nel momento in cui lo stiamo vivendo godiamo a pieno ogni singolo giorno, si perchè viviamo i sei giorni della festa come se fossero gli ultimi, quindi tutto è più amplificato anche ogni singolo ballo o una semplice cantata a squarciagola.

Quelli di fuori penseranno queste parole banali, ma un “Tempiese D.O.C” quasi si emoziona ( togliamo il quasi) nel pensare ai momenti vissuti in un carnevale. Partendo da chi realizza un carro e poi il giovedì grasso lo vede mentre scorre maestoso per la strada ed è proprio in quel momento che un “carrascialaio” ( tradotto in italiano allegorista ) deve essere orgoglioso e fiero del lavoro fatto. Sente meno la fatica di tutti i mesi passati a lavorare per poter rendere il carro dignitoso e ammirevole dal pubblico. Quella fatica la porta sulle spalle ma porta sulle spalle e nelle vene quel sangue che non tutti hanno la possibilità di avere.

Avere nel sangue il carnevale è una grande responsabilità e un grande orgoglio!

La seconda categoria che sento di citare sono gli sfilanti e carrascialai anche loro, li definirei gli eroi del carnevale ( insieme alla prima categoria citata ). Gli sfilanti li vorrei dividere in tre gruppi.

Nel primo metterei: “ Gli eroi del danzante “ dove il cinema della città viene allestito a sala da ballo per i ragazzi che dopo la sfilata gradiscono finire la serata accompagnati da grandi balli e non solo. Gli eroi sono quelli che lasciano la sfilata a meta per poter andare a ballare “da Giordo” dove incontreranno o corteggeranno la donna della loro vita o forse tra un bicchiere e l’altro non riusciranno a vedere niente oltre all’alcool.

Nel secondo gruppo vorrei mettere una categoria che non ha capito l’anima vera della festa: cioè il divertimento, ma preferiscono immergersi nei fiumi dell’alcool e contemporaneamente rovinando la loro festa e quella dei loro cari

Nel terzo gruppo metto lo sfilante modello: Colui che da tutto se stesso, mente e cuore. Coinvolge il pubblico e lo fa divertire.

Il Carnevale è cambiato, la nostalgia degli anni ’90.

Sono consapevole che il carnevale è cambiato e che tutti vorremmo che tornasse almeno qualcosa come prima. In passato non c’era nemmeno l’ombra delle coreografie, pensavamo solo a divertirci e a far divertire.

Ora la sfilata è un po cambiata.  I “grandi” devono prendere in mano la situazione e riuscire a renderla un po’ più semplice, non essendo abituati alle coreografie che sono state introdotte da ormai 10 anni. Sembriamo degli “zombie” in fila indiana che camminano pronti per essere giudicati da una giuria che osserva ed assegna il voto al ballo effettuato da ogni gruppo sfilante.

Secondo la mia onesta opinione, il pubblico ha notato tutto questo e ha visto il cambiamento rispetto ai primi anni 2000. Certo, ora il carnevale come manifestazione in se è cresciuto ed è diventato grande e tutti siamo orgogliosi per questo, però la sfilata ha perso la magia che si respirava negli anni ’90.

Non dimentico mai l’emozione che credo tutti gli sfilanti provano, nel momento in cui arriviamo all’inizio del “discesone” ( via Angioi ), lì si comincia ad entrare nel vivo della festa e vedi il pubblico che aspetta e che si diverte, il sorriso dei più piccoli riempie il cuore di gioia, gli anziani diventano bimbi e tutti gli adulti in generale, tu sai che loro sono li per te e per tutti noi.

Per poi arrivare davanti alla giuria d’onore, composta dagli assessori, sindaco ed esterni che sono o fanno parte del mondo del carnevale, loro decreteranno il vincitore dell’edizione di quell’anno; ed è lì che tutto diventa più serio e ogni gruppo darà il meglio di se per dimostrare chi sono e di cosa sono capaci.

Loro valutano il tema dell’allegoria, la bellezza del carro e la famosa coreografia, dopo alla fine della fiera ogni gruppo avrà un complimento e un ringraziamento.

Finita l’esibizione della coreografia davanti alla giuria, soprattutto nell’ultima sfilata del martedì grasso, si capisce che la festa sta per giungere al termine e quindi ogni singolo ballo e ogni singola canzone verrà goduta al massimo. Sai che l’indomani tutto quello non ci sarà più.

L’emozione finale nel rogo del Re, quando capisci che è finito

L’emozione più grande la si prova nel momento in cui viene bruciato sua maestà re Giorgio ( colui che porta il male in città ) l’occhio lucido viene per forza a un “carrascialaio D.O.C”, ed è proprio lì che capisci che hai aspettato tanto tempo per poterlo rivivere e poi il tempo è volato ed è tutto finito nuovamente!

  • per questo che ogni anno e ogni carnevale viene

vissuto in modo diverso, perché ogni carnevale ha la sua storia, è un po come quando si va a visitare una nuova città e quello che combini là nessuno viene a saperlo, ecco il carnevale di tempio è proprio così. Quello che succede a carnevale, rimane al carnevale! Ogni anno ognuno ha qualcosa di nuovo da raccontare, tranne la magia! Quella è sempre la stessa da ormai sessant’anni!

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