Centauro chirurgo, intervento provvidenziale per cambiare la Peg.

Il centauro chirurgo. Quel che ti aspetteresti da chi svolge la professione medica, cioè essere al servizio dei bisogni di salute della gente. Lo pretendi da chi è deputato a farlo perché opera nella sanità del tuo territorio ma capita che non sempre ciò che appare giusto si avvera. Il caso della donna di 92 ANNI, dopo l’accorata lettera dei familiari, sembrava un altro dei troppi urli inascoltati.

Invece accade che un fatto assolutamente normale, rientra tra i gesti eroici in tempi come questi, dove gli interessi e il denaro, sono anteposti ai reali appelli di chi da anni si sente escluso, emarginato, vilipeso.

Un centauro chirurgo, medico in vacanza in Sardegna. Centauro con uno dei tanti moto raduni dell’isola, lascia  la compagnia per una fuga di assoluta umanità. Il richiamo letto sul giornale è un obbligo morale per lui, uno che opera per la gente. La stessa gente che si sente rimandare appuntamenti dalle sedi CUP, o che viene sballottata verso ospedali lontani dalla sua città, alla ricerca di una soluzione. O che è costretta a scrivere al giornale perché la propria madre deve sostituire una PEG, un tubo necessario al fabbisogno alimentare di chi oramai vive allettata e immobile da 5 anni.

Lo racconta la Nuova Sardegna, di questo Medico con la iniziale maiuscola. La sua vacanza, in fin dei conti, è solo interrotta per qualche ora. Il tempo di raggiungere la casa della donna 92enne. Togliere la Peg deteriorata e rimetterne una nuova. Uno schiaffo alla burocrazia di una azienda.

Un motociclista che vanta a Tempio amicizie di compagni escursionisti dediti alle due ruote, non si fa pregare due volte. Inforca la moto e arriva dal nuorese dove con altri appassionati trascorre le sue vacanze. 

Un chirurgo a domicilio. Una fiaba,  nella triste realtà sanitaria di questi tempi

” Noi operiamo a giorni alterni, previa prenotazione e bla bla. Le Peg le cambiamo bla bla bla. Ma deve venire qui”.

” Si, ma mia madre non può muoversi è con l’ADI (assistenza domiciliare integrata). Per forza dovete venire voi”

E’ quello che si sono sentiti dire dall’azienda sanitaria i familiari della donna. La sanità è un calcolo ragionieristico e basta. Nessuno spazio a chi in cabina di regia gestisce e comanda la nostra vita. Non è corretto, infatti, che ci si affanni a rispondere sempre con luoghi comuni infarciti di tecnologia a chi ti chiede una cosa così semplice ma altrettanto indispensabile. Non lo è, e mai lo sarà che un costo si anteponga alla salute che è un diritto e venga anche giustificato come necessario. Di necessario ci vedo solo l’intervento immediato e non la giustificata e assurda spiegazione che certi telefonisti telecomandati da leggi monstre danno alle tue rivendicazioni. Quando nemmeno le conoscono le leggi che tutelano i pazienti ADI.

Benvenuto anonimo chirurgo centauro laziale, uomo normale, che senza perdere tempo, ti sei offerto per risolvere un caso umano. Nessun cuore e nessuna pietas verso chi ha bisogno e lo grida come extrema ratio, pubblicamente. Senza tener conto delle richieste via mail senza risposta, le telefonate nel vuoto e la vocina, simpatica quanto un pugno negli occhi, di tecnocrati della sanità che sono fatti a stampino. Le ragioni del buon senso, queste sconosciute. Giuramento di Ippocrate? E chi se lo ricorda più. Vergognatevi e abbassate lo sguardo quando questo centauro chirurgo vi passera davanti.

La lezione che vi ha dato è una piccola goccia nella disumanizzazione in atto nella sanità.

Non sarà capace a diventare speranza. Ma molti di noi ci credono ancora.

 

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