«Chiediamo perdono a tutta la comunità», parla la famiglia di Giampiero.

Una famiglia allo stremo che continua a combattere per un figlio malato

«Chiediamo perdono alla comunità per mio figlio Giampiero», esordisce la madre dell’uomo coinvolto in un episodio di cronaca qualche giorno fa. La confessione arriva dalla famiglia che ha voluto contattarci per spiegare a chi non sa, ed è la prevalenza della popolazione, quali siano i disturbi di cui soffre il figlio 56enne. Un’analisi lucida e schietta di un ragazzo che da anni soffre di diverse patologie e che è noto per chiedere 1 euro alla gente. La questua, del tutto frutto di una situazione psicologica che ha precise origini e cause, è pressante, costante e fastidiosa ma, come precisano padre e madre, «Giampiero è buono e non farebbe male a nessuno. Non ci stiamo a leggere dei commenti di violenza a suo nome come se fosse un criminale in libertà. Quali sarebbero queste violenze? Perché non denunciarle se si hanno prove e testimoni?».

La madre è determinata nel parlare mentre il padre Franco, di tanto in tanto, si lascia andare a una pioggia di lacrime interrotta da parole strozzate. Franco mi mostra tutta la documentazione sanitaria di G.P. Un fardello enorme che ha una quindicina d’anni di vita. I referti e le consulenze specialistiche in tutta Italia, senza tregua e sempre mirate al recupero del figlio che, di fatto, peggiora col tempo. Un angioma sotto la calotta cranica, preme sul cervello provocandogli convulsioni; cinque anni fa, circa, si aggiunge un grave aneurisma sempre in prossimità del cervello. 

«Chiediamo perdono alla comunità ma chi è malato come lui non ha colpe»

« La sola colpa di Giampiero – prosegue la madre – è di essere gravemente malato ma di un male non operabile in alcun modo. L’angioma nella calotta cranica non è possibile operarlo. La diagnosi arriva da centri neurologici d’avanguardia, come Milano e Verona. L’angioma risulta troppo esteso e oltre alle convulsioni, in passato, cadeva senza rendersene conto. Col prof. Ganga, ora in pensione, che operava a Sassari, Giampiero ha ripreso una certa normalità ma subito dopo un aneurisma, sempre a livello cerebrale, gli ha dato altri problemi, sempre più gravi».

«Giampiero, aveva un lavoro ottimo, lavorava nei trasporti postali e guadagnava bene» – continua il padre. «Ebbe una esperienza di tossicodipendenza quando studiava a Sassari per il lavoro che poi ottenne. Una brutta esperienza che sicuramente ha fatto danni ma il lavoro lo svolgeva benissimo. Si ha fatto anche una sua casa. Era un ragazzo del tutto normale. Da padre posso dire che mai una sola volta mi ha mancato di rispetto, a me o alla madre. Esemplare ed educato in ogni circostanza. Quando sono iniziati i suoi problemi al cervello e la sua instabilità nel comportamento e nel chiedere soldi, abbiamo cercato soluzioni col CSM ma inutilmente. La presenza al CSM dura poco e per G.P. nessuna attività di supporto all’attività del Centro di Salute Mentale, sembra gradita. Posso solo ribadire che mai Giampiero diede adito a episodi di violenza». 

Una famiglia allo stremo: «Facciamo tutto il possibile ma non basta»

La famiglia è allo stremo, hanno fatto e faranno di tutto per questo figlio ma dispiace che la comunità abbia proferito la sentenza attraverso i social (non tutti, per fortuna) condannando un episodio senza considerare che dietro un comportamento ci sta una serie di malattie che non finiscono coi problemi al cervello. Eh no, purtroppo, perché di recente ad una situazione decisamente grave, si aggiunge anche una neoplasia polmonare. Diffusa, malefica, bastarda. I polmoni di G.P. sono invasi da un tumore e la respirazione si è aggravata tantissimo. La chemioterapia è in forse. Giampiero è buono e segue la madre e il padre in ogni avventura sanitaria degli ultimi anni. Si è riempito di farmaci di ogni specie compresi alcuni psicofarmaci per sedarlo. E la faccia semi addormentata è quella che mostra a chi lo incontra mentre chiede il solito euro, sempre più traballante e incerto, anche a rischio della sua stessa vita quando sta in mezzo al traffico.

« Mi creda Antonio – insiste la madre – non gli servono affatto i soldi se non per buttarli dentro una macchinetta senza sapere nemmeno perché lo sta facendo. E’ malato, tanto malato. I soldi ogni giorno glieli diamo perché sappiamo che beve caffè e mangia senza essere mai sazio e questo a causa anche dei farmaci che assume».

Il padre Franco e il fratello Roberto ascoltano in silenzio la madre che insiste nel chiedere perdono alla comunità per il “fastidio” dovuto a malattie precise ma di cui si ignora l’origine.

Ora anche un tumore

«Vorrei ribadire che Giampiero non può restare a casa anche per precise direttive dei sanitari da cui è stato visitato. La casa per lui è una prigione e appena può, se ne va fuori, additato dalla gente e deriso come fosse un clown. Non è bello, Antonio, per una mamma e per qualsiasi familiare, sapere che viene deriso e burlato o, peggio, fatto oggetto di dispetti di ogni specie. Quando lo incontrate, scansatelo se non siete in grado di salutarlo e dirgli due parole gentili. Evitate di dargli soldi e non vi disturberà ma, per grazia del cielo, non fategli del male perché non è in grado di comprendere cosa sia il male. Il tumore ai polmoni è diffuso e a causa delle altre patologie, non ci siamo sentiti di fargli fare la chemioterapia. Una medicina che ha assunto per il tumore, gli ha provocato delle convulsioni impressionanti».

«La cura – conclude la madre -, a causa di questa situazione, non l’abbiamo proseguita. La malattia gli provoca delirio e racconta bugie, sembra che ascolti quando gli diciamo di non uscire, ma poi scappa. E per noi è un dolore immenso sapendo che va a chiedere soldi senza sapere perché. Assume farmaci per le convulsioni, qualche sedativo e poi le gocce tre volte al giorno per stare tranquillo».

«Chiediamo perdono alla comunità ma non prendetelo in giro, è un uomo malato»

La famiglia chiede perdono alla comunità, ad ogni passaggio. Insiste nel dire di non dargli soldi ma anche di non deriderlo e prenderlo in giro. Alla luce del triste episodio accaduto qualche giorno fa, cresce l’incredulità di madre e padre anche per via di alcuni squallidi vocali che circolano via web.

La cronaca è stata scritta ma la storia di un uomo malato e della sua famiglia colpita e sotto accusa, deve ancora essere scritta. L’augurio per la comunità, che speriamo accolga con favore questa intervista alla famiglia,  è che sappia indulgere verso una questua senza alcun rischio. Per la famiglia, speriamo che sappia resistere a questo stress che giunge dal web contro il figlio. Per Giampiero, ci si augura, che abbia qualche parola gentile e possa resistere a tutte queste malattie che gli stanno distruggendo la vita. Speriamo, davvero.

Related Articles