Gianfranco « Io senza cassa integrazione, con due stipendi arretrati e….»

Avanza due stipendi, febbraio e marzo 2020, non riceve la cassa integrazione e non ha diritto ad altri aiuti.

Gianfranco Murrighile, 58 anni, operaio di una azienda che lavora lapidei, granito. A fine marzo il lockdown blocca tutte le attività, la vita si ferma per tutti e anche per la sua fabbrica. L’ultimo stipendio lo riceve a gennaio e poi due altre mensilità non gli vengono date (febbraio e marzo ’20). Non si conoscono le ragioni che hanno spinto la sua azienda a non erogare quanto spetta. Scrive inutilmente, durante la chiusura alla titolare della IGS, Industria Graniti sardi, ex ISGRA.

La titolare o non risponde o lo fa qualche volta. Scrive  che gli operai risultano in cassa integrazione e che dipende dall’INPS. Nel sito dell’INPS risulta tutto ma i soldi non arrivano ugualmente. Dal consulente, per ragioni di privacy, non ottiene alcuna informazione utile. La situazione non si sblocca e alla fine decide di rivolgersi agli organi di informazione. Vorrebbe smuovere qualcosa e tenta anche questa strada dopo vane parole e promesse della politica.

Gianfranco, « Cassa integrazione non arriva e al bonus regionale non posso accedere perché risulto in cassa integrazione» 

Gianfranco Murrighile

«Il fatto – dice Gianfranco nella video intervista – è che avanzo anche le due mensilità “lavorate” di febbraio e marzo. L’ultimo stipendio è del mese di gennaio. Dalla fine di marzo chiudiamo e ci viene detto che siamo in cassa integrazione e che quindi tutto dipende dall’INPS. Di fatto, ad oggi 17 maggio, non ho visto un euro. Facendo i conti, sono 4 mesi che non ho soldi. Mia moglie è in disoccupazione ma la NASPI è finita a febbraio e si trattava di pochi spiccioli. Abbiamo tre figli, due al momento sono a Berlino e lavoricchiano ma sono rimasti perché erano andati per una breve vacanza e son rimasti bloccati dal lockdown.

A casa ho un altro figlio 13enne e sono senza soldi. Per fortuna, sono aiutato dalla mia famiglia. Mia madre, mia sorella, mio cognato e gli altri componenti che lavorano. Ho fatto richiesta dei buoni spesa, l’ho fatto per avere almeno il cibo ma sai bene che non basta. Ho affitti arretrati e soprattutto ho la mia dignità di lavoratore che chiede di avere quanto gli spetta. Ai bonus regionali non ho diritto perché risulto in cassa integrazione che non arriva. Assurdo!».

La famiglia di Gianfranco ascolta in silenzio, la forza della loro unità è viva e da coraggio

La famiglia “allargata” ascolta in silenzio, la moglie annuisce seduta in disparte. Lei è in disoccupazione con la NASPI che si è fermata a febbraio. Lavorava nel settore delle pulizie e nei lavori domestici in case altrui ma di questi tempi, con la gente bardata e terrorizzata in casa, nessuna la cerca. Una finta pandemia che ha messo in ginocchio tutti ma soprattutto la povera gente, quella con la dignità degli onesti e degli umili che si devono piegare anche alla richiesta dei buoni spesa e mai lo avrebbero pensato.

Il figlio, 13 enne, mi fa le riprese, imparano alla svelta i ragazzi. Fa le lezioni con la didattica a distanza, ed anche l’ADSL va pagata ogni mese ma per quella i soldi ci sono sempre. I figli, sempre prima di tutto.

La madre ascolta da un’altra stanza. E’ tutto paradossale, surreale e malvagiamente crudele.

La gente onesta e povera ha sempre la porta aperta: dove si mangia in quattro, si mangia in otto. La famiglia è ancora di salvezza e rifugio per non piangere drammi ben più gravi. Ma Gianfranco rivuole indietro la sua dignità calpestata, ne ha diritto. Almeno quelle due mensilità arretrate farebbero respirare la famiglia e ridarebbero fiducia e forza a chi oggi si trova a vivere questa follia di una pandemia che non c’è mai stata. 

 

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