Il lockdown della sanità sarda. Dall’Ogliastra l’ennesimo grido di dolore.

Una lettera aperta alla politica regionale, ai dirigenti dell'azienda sanitaria nella quale si leggono problemi irrisolti e l'assoluta indifferenza con cui, Covid a parte, è finita l'intera sanità della Sardegna.

Il lockdown della sanità pubblica sarda.  Se lo chiedono i difensori dell’ospedale di Lanusei che da anni lottano per rivendicare il proprio diritto alla salute. Una lettera aperta alla politica regionale, ai dirigenti dell’azienda sanitaria nella quale si leggono problemi irrisolti e l’assoluta indifferenza con cui, Covid a parte, è finita l’intera sanità della Sardegna.

Le grida di dolore sono quotidiane, da La Maddalena a Tempio, sino a ogni territorio dell’isola dove ancora resistono ospedali marginali.

La sanità territoriale che pagherà il prezzo più elevato di una distrazione mondiale che ha vissuto solo ed esclusivamente per una epidemia che nasconde interessi colossali delle lobby farmaceutiche e del business dei vaccini.

Nel frattempo, dagli ospedali sardi, ritardi, ambulatori chiusi, mancata assistenza a tutti gli altri malati, peripezie di malati terminali che sono rimasti senza le cure indispensabili. In barba al diritto alla salute, oramai di fatto cancellato dalla nostra costituzione, si continua a rivendicare e lottare senza ottenere nulla.

Sanità in lockdown? Scrivono gli amici di Giù le Mani dall’Ogliastra

«Caro Presidente, Assessore, Direttore ATS e ASSL, Perché la Sanità pubblica è ancora in lockdown mentre il Paese lentamente ritorna alla normalità?

Dopo il lungo periodo di lockdown, che ha visto la sospensione delle attività ambulatoriali ed ospedaliere di ricovero non urgenti, è importante che si riprendano gradualmente le visite specialistiche e gli screening dei malati che necessitano di controlli e test. Tra i pazienti che maggiormente hanno bisogno di riprendere i controlli ci sono i malati oncologici e quelli cardiologici. In questi tre mesi di emergenza, molti malati di cancro, ictus, infarto, angina (solo per citare alcune patologie più frequenti) hanno subito ritardi nelle terapie salva-vita, o perché le hanno loro stessi posticipate, per timore di andare in ospedale e contrarre l’infezione SARS-CoV-2, o a causa di una momentanea riorganizzazione l’emergenza che ha rinviato ogni cura che non fosse estremamente urgente.

È importante per questo motivo che la ATS/ASSL e il nosocomio riorganizzino le riaperture, con nuovi percorsi di sicurezza, cercando di smaltire le liste d’attesa che nel frattempo sono diventate infinitamente lunghe. Le restrizioni dovute alla pandemia hanno evidenziato ancora di più le carenze della sanità pubblica e hanno riportato al centro dell’attenzione le condizioni in cui versa il nostro sistema sanitario regionale».

Con il lockdown si è capita l’importanza di disporre di una sanità accettabile.

«La pandemia in corso ci ha fatto capire ancora di più, qualora servisse, l’importanza del Servizio sanitario pubblico e la gravità dei tagli lineari applicati in passato. Sono stati chiusi interi reparti ospedalieri, abbiamo perso tantissimi posti letto in dieci anni, pensando che le risorse nella sanità potessero essere sacrificate per ottenere chissà quali risparmi. Così facendo la salute dei cittadini è stata esposta a seri rischi.

L’esperienza che stiamo vivendo in questi giorni difficili rende evidente quanto le politiche del passato fossero sbagliate e pericolose. Possiamo dire, dati Istat alla mano, che le politiche di tagli non sono coincise con una riduzione della spesa pubblica per la sanità in Italia e in Sardegna in particolare, anzi. In diversi anni in cui i posti letto e gli ospedali sono diminuiti sensibilmente, le risorse per il Ssn sono cresciute costantemente.

Pertanto, Giùlemanidall’ogliastra chiede con forza che tale situazione venga al più presto risolta e che ci si avvii con le dovute cautele verso il ritorno alla normalità nella Sanità pubblica. L’ospedale Ogliastrino è parte integrante del sistema Ogliastra e non permetteremo a nessuno un suo ulteriore depotenziamento o addirittura chiusura».

I problemi irrisolti che il lockdown anche della sanità pubblica ha esaltato

«I problemi che attanagliano il nostro nosocomio ormai si sono cronicizzati e tutte le soluzioni temporanee adottate per far fronte alle varie emergenze sono state inefficaci. A  gran voce chiediamo che:

  • Si riprendano le attività ambulatoriali ed ospedaliere sospese nel periodo della pandemia;
  • ”        ”            le terapie salvavita; Si riprendano le visite ambulatoriali e gli screening . Sempre con forza ribadiamo la richiesta che:
  • Il pronto soccorso sia degno di tale nome e che non sia soltanto una stazione dove far partire pazienti per altre destinazioni;
  • Il reparto di ortopedia, da oltre un anno bloccato, abbia nuovamente una sua piena operatività;
  • Il punto nascita non venga messo in discussione e che dia la certezza alle future mamme di poter partorire in tutta la tranquillità possibile;
  • Venga una volta per tutte messa la parola fine alla indecente telenovela dell’emodinamica».

Vogliamo risposte

«Giù le mani dall’Ogliastra non chiede più risposte da chicchessia ma vuole fatti concreti e il rispetto per il popolo ogliastrino che da sempre ha subito ogni tipo di angherie. La salute non ha colori politici e le patologie non si curano a parole!In Ogliastra il diritto alla solidarietà, alla pari dignità e alla salute non vengono applicati.

Difendere la sanità’ e la dignità di una popolazione non è un merito, è un dovere civico di tutti. Giù le mani dall’Ogliastra c’è e sarà sempre in prima linea. Distinti Saluti. Coordinamento #Giulemanidallogliastra»

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