In un laconico comunicato la Assl annuncia la ristrutturazione delle sale operatorie.

E’ un laconico comunicato, ristretto all’indispensabile, quello ricevuto oggi dall’ATS-Assl di Olbia riguardante i lavori di messa a norma delle due sale operatorie del Paolo Dettori. La premura con cui si risponde alle sollecitazioni della stampa, lascia intendere che non devono sussistere dubbi sulla veridicità di alcune indiscrezioni peraltro non apparse nel sito dell’azienda. Il caso, sollevato da questo blog e dal quotidiano, ha suscitato le proteste immediate della popolazione del territorio, decisamente intollerante ad altri scippi e sottrazioni. In questa fase stanno emergendo le vistose lacune sanitarie che non riguardano solo Tempio e La Maddalena maa, a quanto pare anche la stessa Olbia. Notizia di oggi, infatti, la chiusura del servizio di diabetologia pediatrica del Giovanni Paolo II, che aggiunge disagio ad altri evidenti carenze come quella delle visiti specialistiche.

Nel sintetico comunicato stampa la Assl Olbia dice:

« Prendono il via oggi i lavori di ammodernamento del blocco operatorio dell’ospedale “Paolo Dettori” di Tempio Pausania. Nonostante i lavori nella struttura tempiese verranno comunque garantite tutte le urgenze.

 Sono iniziati in queste ore i lavori di rifacimento della pavimentazione e dell’impianto elettrico del blocco operatorio al IV piano del “Paolo Dettori”. L’intervento ha un costo di circa 30.000 euro e i lavori dovrebbero concludersi entro l’estate. In questo periodo tutte le urgenze chirurgiche non differibili verranno garantite nelle sale operatorio al III piano della struttura tempiese».

Laconico comunicato  privo di informazioni esaustive.

Laconico ed anche del tutto privo delle informazioni sulle vere ragioni per le quali siano necessarie, in un momento come questo per la sanità sarda, rifare i pavimenti e gli impianti elettrici del blocco operatorio. L’azienda non deve fornire spiegazioni ma agire, così è dato supporre, anche quando piovono le richieste di ben altro genere che riguardano la cronica mancanza di sanitari, medici e infermieri, o di un’urgenza del territorio che riguarda la riapertura delle visite. La lentezza con cui si muove il plantigrado aziendale della sanità sarda, è sempre stato foriero di sciagure.

Giovanni Paolo II di Olbia – foto galluranews

Che ne è stato dell’impegno del comitato territoriale dei sindaci e delle richieste ormai storiche per il Dettori? E che ne sarà del Paolo Merlo, dimenticato e abbandonato da anni? 

Mentre tutta la sanità sarda grida giustizia, in Gallura si mette in sicurezza il blocco operatorio. L’unica sala disponibile, riservata alle solo urgenze,  dovrà bastare per tutti i reparti chirurgici..

Avremmo urlato, come sempre, il disappunto per gli altri due ospedali Tempio e La Maddalena, se non fosse che anche nell’ospedale pubblico del Giovanni Paolo II i tempi, fatte le debite proporzioni, non depongono a favore degli amici olbiesi.

Anche per l’ospedale cardine della Gallura, quello di Olbia, si inizia a parlare di smantellamento.

Col Mater Olbia alle prese con ben altro genere di problematiche, il vento soffia sempre di più verso la rincorsa al privato. 

Ed il mal comune non è mai né mezzo nè intero gaudio per nessuno.

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