«La nipote che non conoscerò», il papà di Giulia, la donna che ha perso la figlia appena nata.

«La nipote che non conoscerò, non potrò vederla, amarla perché è morta senza vedere la luce».

Massimiliano Canu, 47 anni, pescatore,  è il papà di Giulia la ragazza di La Maddalena che ha perso sua prima figlia appena nata all’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia. E’ soffocata dal dolore la sua voce, come quella della comunità maddalenina. Massimiliano, non vedrà mai Adele, la sua prima nipotina. Adele è morta, dopo un fatale distacco di placenta e il tentativo di tenere in vita quella creaturina nell’ultimo tentativo del soccorso in elicottero sino all’ospedale di Olbia.

Uno strazio,  vivere l’emergenza dentro una planetaria emergenza sanitaria.

Un ospedale, il Merlo, che non c’è più, tenuto in vita dalla volontà straordinaria di alcuni cittadini dell’isola, dal suo sindaco e dal sostegno di tanta altra gente ma non della classe politica. A La Maddelena hanno tentato di tutto per far sentire la loro disperazione. La sanità che non c’è, dietro il paravento di meri e freddi numeri dove l’uomo sta da parte e non conta. La vita umana viene esclusa da questo manipolo di bubbolari della politica che ragiona per pochi eletti e per un proprio tornaconto. 

Un punto nascita invocato da tutti, dalle future madri, dalla comunità che occupa e grida. Donne, costrette a viaggi continui in traghetto per controllare il loro stato, abbandonate ad un destino che stasera ha avuto il fatale quanto inevitabile epilogo. Non doveva succedere, ma è successo.

L’ospedale Paolo Merlo di La Maddalena

La situazione precipita, non c’è tempo. Una corsa al Pronto Soccorso del Merlo, una visita della ginecologa che capisce la sofferenza di quell’esserino e il rischio della mamma. Adele soffoca, ma forse ce la fa a vivere. 90 minuti interminabili per il soccorso sino a Olbia. La bambina da segni vitali ma è disperatamente attaccata al tempo e ad un cesareo che le avrebbe permesso di nascere subito. Un parto prematuro, la scadenza è prevista per il 6 aprile. Adele però deve nascere, bussa fortissimo questo pomeriggio e deve uscire dal grembo. E poi, il finale, quello che nessuno avrebbe voluto. Giulia lotta ancora in rianimazione a Olbia, ma ce la farà. Adele non ce l’ha fatta.

 

Mia nipote non la conoscerò perché il dio denaro ha vanificato tutto.

« Tre giorni fa – mi dice Massimiliano – ha fatto l’ecografia. Era tutto a posto. Oggi l’imponderabile, il distacco della placenta che soffoca la bambina. Al Pronto Soccorso sono impotenti, manca rianimazione. In traghetto è impossibile, il coronavirus ha chiuso alcune corse, non si farebbe in tempo. Si chiama ambulanza da Palau ma ci sono i problemi della lingua di mare. Quando arriva l’elisoccorso è già trascorsa 1 ora e mezza. L’arrivo a Olbia con la bimba ancora viva ma in sofferenza. Un cesareo a La Maddalena avrebbe evitato questa tragedia e la morte di una bambina».

« La politica passa su tutto e tutti, in natura è molto meglio per  gli animali. Loro nascono, si cercano la sicurezza da soli. Noi non possiamo, siamo attaccati alle elemosine che nemmeno ci danno, ad un ospedale che abbiamo visto perdere tutto in poco tempo. A promesse e proclami, a firme di deroghe che non ci son state. Loro passano sulla nostra pelle e ci prendono pure per il sedere».

«Non hanno i soldi? Tagliano. Che gliene importa di Massimiliano, Giulia, Adele. Ci parlano solo di numeri, ora di contagi. Adesso si pensa a fare ospedali volanti per arginare l’epidemia. Quando c’era da mantenere quelli esistenti, allora non c’erano i soldi e i numeri. Tutto svenduto al dio denaro, come una merce qualsiasi. Ora c’è mia figlia, chissà come reagisce una figlia di 26 anni che sta lottando per sopravvivere in queste ore. La mia rabbia è troppa ma devo denunciare quanto accade perché non sono bastati questi anni che si è urlato, manifestato e preteso il diritto alla nostra salute. E’ una vergogna che siamo arrivati a questo punto, si gioca sulla vita della gente».

La comunità tutta di Tempio, il gruppo di lotta per il Dettori e per il Paolo Merlo, sono vicini alla famiglia per questa tragedia che si poteva e doveva evitare. 

Related Articles