La vertenza sanitaria. Abali Basta in assemblea

Dopo 365 giorni dal 18 ottobre 2018, un anno di lotta per Abali Basta. Un anno di assemblee, incontri, esposti, manifestazioni, contatti a più livelli politici.

La vertenza sanitaria, la vera piaga della Sardegna che soffre e bela al vento, vittima di una ostinata sperequazione che non risparmia gli ospedali prossimali, fondamento del diritto alla sanità nei territori. Questo emerge dopo l’ultima affollata assemblea indetta da Abali Basta, il movimento spontaneo di cittadini che da oltre un anno restano avvinghiati ad una lotta impari. Da un lato la folle corsa verso la perdita dello stato sociale in atto da vent’anni, dall’altra un disequilibrio nella ripartizione delle risorse finanziarie ed umane verso i grossi agglomerati urbani.

Il Dottor Elio Tamponi all’assemblea di Abali Basta

Impari, perché il mostro che in tanti non vogliono vedere si chiama finanza internazionale ed interessi delle grosse lobby che oggi mercanteggiano su ogni cosa, compresi i diritti inviolabili sanciti in costituzione. Insormontabile, per uno staterello come il nostro che decide di aderire a questa sciagura che si chiama U.E. Restandoci,  a costo di sacrificare l’umanità che dovrebbe tutelare. Del tutto inaffidabile, perché nemmeno il disegno ormai palese della privatizzazione della sanità, non può  essere venduto come “modernità”. Modernità è coniugare la progressiva crescita della tecnologia a quel che esisteva. Non bypassare il modello sanitario precedente,  democratico e dignitoso per tutti, radendo al suolo ogni velleità, anche quando si tratta di diritti.

Abali Basta, pensa che la politica possa superare questa “impasse” se soltanto rispondesse ai propri doveri. “D’altronde ce li abbiamo mandati noi a rappresentarci, questi come quelli”.  Abali Basta agisce, ieri come oggi, per cercare di far turare le falle, laddove possibile, ma, come dice durante l’assemblea, un suo portavoce, Alessandro Cordella.

” I risultati sono pochissimi, resta questa nuova pagina di umanità che si ribella allo status quo, rialza la testa, non è disposta a subire né a mollare”.

Una vertenza che non finisce né potrà finire

«L’attività del movimento – ha detto Cordella – non è tesa a dire quel personaggio è credibile quell’altro non lo è. Abali Basta ha tentato, e continuerà a farlo, di sensibilizzare i politici sulle questioni che preoccupano e incidono sulla qualità della vita e sul futuro delle comunità galluresi.

Abali Basta non ha la virtù del politicamente corretto e questa prerogativa ha evidenziato, questo si lo ammettiamo, la miseria politica di alcuni personaggi. Dei loro repentini cambi di fronte, obbligandoli a dedicare attenzione al buon senso delle nostre necessità.
Ora sapete, tutto il territorio ne ha contezza. Non è necessaria alcuna indicazione o suggerimento su chi sono, cosa hanno fatto e cosa non hanno fatto.

La consapevolezza di quanto è avvenuto, di quanto sta avvenendo, è lo strumento per mezzo del quale potremo decidere in futuro. A chi non affidare mai più le nostre dignitose esistenze, così da imprimere al nostro futuro e a quello di chi verrà dopo di noi, un diverso destino.
Sono e saranno i fatti a dircelo e i fatti hanno due prerogative: sono più convincenti delle parole e non possono essere smentiti dagli slogan».

Vertenza che deve fare i conti con la nuova riorganizzazione della rete ospedaliera.

Alla vertenza mancano le voci dei sanitari, si è detto spesso. Eccezioni ce ne vorrebbero, così come voci fuori dal coro, ma i rischi di incorrere in provvedimenti disciplinari, degni della Gestapo, sono sempre in agguato. Ecco perché la partecipazione di ieri del dott. Elio Tamponi (l’intervento è nel video) la si è salutata con piacere e speranza. Il suo intervento, è volto ad informare della situazione del suo pronto Soccorso, il reparto di cui è responsabile. Criticità a parte, si coglie un tentativo di alimentare le esternazioni pittoresche e populiste di chi oggi in Regione continua a implementare di illusioni il fuoco fatuo della sanità del Dettori. Qui occorrono fatti realistici e oggettivi riscontri dati dai numeri impietosi di chi ha provocato il tracollo “ab ovo”. Non oggi, né ieri, né ieri l’altro. Perfettamente inutile, a mio parere, soffiare sulla speranza quando il fuoco è alimentato da due legnetti umidicci.

Voci realiste sottolineano la necessità di aver toccato con mano queste false speranze. Come il bell’intervento di Mario Satta di cui questa sintesi.

« Ci teniamo questa esperienza che prosegue avendo tutti capito che questa fase politica è confusa e posticcia. Si continua a rincorrere una speranza con la sola forza della gente. Mancano le istituzioni locali, mancano le forme a suo tempo trovare con una strategia che pagò per sole 12 ore. Mestamente, è rientrata nel canovaccio solito del “faccio per non fare, decido di non di decidere, prima la tessera e poi il popolo”. “Essere riusciti a far esplodere le contraddizioni”, in questa vertenza sanitaria, forse è questo il risultato maggiore dopo un anno di esperienza. Eppure le ideologie erano e sono al bando, le bandiere lo stesso, ma si continua a fare la guerra con uno sparuto manipolo di coraggiosi ed ostinati soldati, pur sapendo che chi decide preferisce più urlare che compiere azioni concrete».

Conclusioni

Lunedì 21 ottobre  ci sarà una adunata di popolo, silenziosa e partecipe, ad un Sit-In che inizierà dalle ore 10.00. Alle 10.30 arriva la Commissione Sanità al completo da Cagliari ad ispezionare per la centesima volta in questi anni il Paolo Dettori. Si prenderà atto, lo si fa sempre, ci si azzarderà a promettere ancora una volta, poi torneranno a Cagliari a rendicontare delle mirabilie della struttura, della possibilità che arrivino presto i 1200 medici a rinfoltire i ranghi della sanità malata della Sardegna. Magari, sempre che questo accada, qualcuno verrà anche. Ne saremmo feflici tutti, ma questi lunghi anni di lotta, dal Popolo dei Lucchetti ad oggi, hanno insegnato che questa politica è strumentale solo a se stessa e ai propri bisogni. Poi, se avanza tempo, si tampona qualche falla, si aggiusta qualche reparto, e poi….dietro l’angolo, ci sono anche prossime elezioni, Questa ultima cosa, alla fine conta veramente.

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