L’altra campana, il racconto di Giovanni.

L'altra faccia della tristissima vicenda

Ascoltare sempre l’altra campana, è un dovere di chi si occupa di informazione. Apprendere sempre i due aspetti di una spinosa vicenda che potrebbe sfociare in una tragedia, richiede sangue freddo e molta calma. Ben contento, accetto di ascoltare Giovanni Azzena, 80enne tempiese, trovatosi al centro di furiose polemiche dal web per l’articolo scritto da me sulla base del “DIN” della campana, ossia la versione di Anna.

Ad ogni DIN deve sempre corrispondere il DON. Questo stasera ho fatto proprio perché chiamato dallo stesso Azzena a sentire quanto aveva da dirmi.

L’altra campana, nel frattempo, ha risuonato alcune evidenti distorsioni nel precedente racconto di Anna. Le cose, evidentemente, non stavano messe nel modo da me descritto. Una cosa appare certa, la signora Anna non ha una situazione psichica equilibrata né conforme. A Tempio, pare, sia cosa nota ma personalmente non la conoscevo

Da cosa e da chi capisco questo? All’indomani del mio pezzo, la donna posta su facebook inviti all’adunata di popolo che avrebbe dovuto fare la caccia all’untore, ossia l’Azzena. Una caccia a delle streghe che in realtà non ci sono mai state. Perché quanto lei mi ha raccontato, è solo frutto di sua fantasia.

Avete presente cosa sono i Disturbi di personalità?  In breve, possiamo dire   che esistono 10 diversi tipi di disturbo di personalità che emergono secondo varie modalità ma tutte riconducibili a stati di alterazione e sdoppiamento,

Quando ascoltai Anna al telefono, lei mi sembrò pacata, tranquilla, una sufficiente capacità di descrivere i fatti e una buona proprietà di linguaggio. Tanto basta, a volte, per confidare che il suo racconto, possa essere considerato più che attendibile, seppure tragico. Tra l’altro, tutto accompagnato da prove documentali e audio inequivocabili.

Poi ascolti l’altra campana e tutto assume una portata differente, e ti proietti in una dimensione nuova, dove la sola vittima è lui, Giovanni.

L’altra campana.

Giovanni Azzena mi accoglie nella sua abitazione. Ha compreso quanto io avevo scritto, sulla base ripeto di prove apparentemente inequivocabili, ma inizia a raccontarmi una storia del tutto diversa. 

Le scale della casa.

« Lei si presentò come una donna serena, educata, gentile, la prima volta che la incontrai è nel 2017. Credo che la sua casa l’abbia acquistata in quell’anno. ” Ci vedremo spesso” mi disse e le risposi che ero contento di avere una vicina. Dopo mesi e mesi di buon vicinato, un giorno mi sbarra l’accesso al portone. “Signora, la invito a pulire le scale anche lei”, le dico. Mi rispose con una serie di improperi e parolacce indicibili, così, senza una ragione.

L’ingresso della casa di Giovanni deteriorato dall’acido

Da quel momento è iniziata una guerra fatta di dispetti assurdi, mi sporcava le scale di proposito, mi buttava cartacce, mi mise l’acido sull’ingresso di casa. Una volta, una sottile polverina (me la mostra) che se appena bagnata diventa sdrucciolevole. Fino a darmi un calcio in mezzo alle gambe da cui ho avuto 20 gg di cura. In quella occasione, si inventa al PS di Tempio una mia aggressione. Falso! Il suo avvocato venne a casa per cercare di tenermi tranquillo. L’avvocato, che poi l’ha anche lasciata perché, a suo dire, era una follia occuparsi di una donna siffatta. L’avvocato mi chiese come stavo andando tra noi e mi confermò che l’aveva abbandonata perché pericolosa».

La storia raccontata da Giovanni conferma che la donna è instabile, e il suo obiettivo, è quello di una donna che non sa quel che dice e fa ma ogni sua mossa sembra premeditata e strategica per far apparire Giovanni un pazzo. Tra le altre cose, sembra che la stessa abbia una  importante situazione debitoria.

Una campana che dice di anni di dispetti pesanti  e assurdo comportamento

« E’ vero che l’ho minacciata di ammazzarla, e ti garantisco che alla mia età, alle condizioni a cui mi ha condotto in questi anni, forse lo avrei anche fatto. Sul coltello, intanto,, ti posso dire che non ho nessun coltello da 40 cm ma a lei che si nascondeva dietro la porta a spiare ogni mia mossa, parola o telefonata con altri, mica l’ho detto. Nessun coltello ma solo un modo per cercare di difendermi da una donna folle e lucida nella sua strategia altrettanto folle. Vuole portarmi alla esasperazione e c’è anche riuscita. Queste ( me le mostra) sono le 5 denunce che le ho fatto, per ragioni diverse».

C’è tempo per piangere il suo cane, Evi, morto qualche mese fa. Era la sua sola compagnia e anche il cane è stato un problema per la donna che aveva sempre da lamentarsi pure di lui. La donna registra tutto e tutto diffonde, cosa che non si deve fare. Viola la privacy dell’uomo, che è intento a chiamare o rispondere al telefono persone di sua conoscenza. Nel mezzo, un rapporto di un uomo con una nipotina “adottiva”, Laura. Una dolcissima ragazza di 20 anni,  che viene spesso a trovare quell’uomo che è diventato un familiare per la sua famiglia dopo aver battezzato il fratello. Laura viene aggredita dalla donna, che le dice male parole che terrorizzano la sua serenità. Va spesso a trovare Giovanni, è un nonno per lei. Le porta le torte per il compleanno, e lui ricambia con l’affetto straordinario che nemmeno un nonno ha per i suoi nipoti veri.

La storia continua ma la campana scordata non era quella dell’uomo

Tanto basta per indispettire la donna che la chiama “puttanella”, senza ritegno alcuno. O dire in giro che una ragazza viene a fare le pulizie in casa dell’uomo ma in realtà per farsi dare dei soldi per altro. E’ di oggi la denuncia delle contumelie di ogni genere subite, ai Carabinieri di Tempio.

La storia prosegue con dispetti di ogni sorta come le uova buttate sull’auto dell’uomo tempo fa. Dispetto che portano Giovanni a reiterare la minaccia di morte verso la donna. Minacce che Giovanni non tramuterà mai in azione. Il suo legittimo sfogo deriva dal non farcela più alla sua età. 80 anni, affetto da problemi di salute, solo a casa. L’unico conforto era il suo cane. Da quando il cane è morto, la solitudine diventa rabbia a causa di tutti questi problemi con una donna sicuramente malata di mente. Non c’è peggior malato di chi si rifiuta di riconoscere la sua malattia. E la donna, ha una lucidità mirata a creare terrore che agisce. Il terrore che Giovanni cerca di incutere nella donna per dissuaderla, non fa altro che rafforzare la follia della donna.

«Anche il tentativo di investirla, è una bugia. Dopo una furiosa lite, si mise in mezzo strada quando mi vide passare. Sterzai per evitarla. Quando mi vedeva, abbaiava per ricordarmi il mio cane. Mi faceva le corna, o il dito medio, chiamandomi cornuto».

Oggi la questione è nelle mani dei Carabinieri. La serenità è scomparsa anche se da una ventina di giorni la donna ha lasciato il suo appartamento dove fa ritorno ogni tanto a prendere delle cose. Il raid di sabato, contro l’uomo, che Anna organizza, non va a buon fine. Si presentano all’appello della donna su facebook solo due persone che se ne stanno però tranquille.

La sola cosa che bisogna fare, è cercare di evitare ulteriori follie. Meglio che gli animi si calmino e si inizia a ragionare per addivenire a una soluzione positiva per tutti. Il resto, è solo attesa che su questa donna si assumano decisioni definitive e la stessa venga assistita da chi potrà darle una mano.

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