Monta la rabbia in città. «Ridateci l’acqua».

La rabbia è il sentimento più diffuso a Tempio. La gente si è stancata di acquistare l’acqua per bere, per l’uso in cucina e per altri scopi alimentari. Davvero non se ne può più di queste giustificazioni alle quali non segue comunicazione di nessun genere. Si è fermi a 4 mesi fa, alle analisi e alle contro analisi che confermano “acqua inquinata”. Non c’era mai stato un silenzio così per le acque delle fontane pubbliche. Non esiste alcuna certezza neppure per l’acqua di rete che nessuna ordinanza recente ha stabilito conforme.

« Ma che se la bevano loro l’acqua dei rubinetti. Gialla, terrosa, schifosa quasi sempre», urla qualcuno sui social o in altri consessi.

Dall’altra parte regna sovrano il silenzio. Scarne parole che si deve avere pazienza perché “si sta risolvendo”. Al punto che oggi si dubita di tutto e tutti, non ci si fida più di chi amministra il bene pubblico e giustifica ogni carenza o deficienza senza uno straccio di certificazione di non conformità. L’acqua è inquinata e basta, tutta la rabbia dei cittadini del territorio si infrange contro muri di bocche cucite. 

Rinaggju, Fundu di Monti, Le Tre Fontane, le due fontanelle pubbliche della città e di San Lorenzo. Tutte, col cartello appeso da fine agosto di non potabilità. Colibatteri fecali, la giustificazione. 

A domande precise, si risponde che le analisi e anche le contro analisi dicono che persiste ancora la presenza eccessiva di questi infettivi agenti di provenienza animale (cinghiali). Il dubbio che questo non corrisponda al vero, fa pari con la certezza che appare inverosimile dopo quasi 4 mesi. A ottobre, era il 25 del mese, l’assessore afferma  che “presto le acque sorgive saranno utilizzabili” ma ancora nessuna analisi ha dato parere positivo all’uso delle acque. 

La rabbia di una cittadina

Una signora di Tempio scrive una mail indirizzata al comune e all’assessore di competenza. Il testo è questo.

« Sono una cittadina di Tempio a cui sta molto a cuore la questione delle acque sorgive del nostro territorio. È già passato molto tempo dalla chiusura delle fontane da cui tutti noi attingevamo. Ora mi chiedo quale possa essere la vera ragione del protrarsi di questa  chiusura. Non è più possibile pensare a futili motivi. Mi viene davvero da pensare che le ragioni possano essere altre e più gravi. Chiedo trasparenza e serietà da parte dell’amministrazione verso noi cittadini che siamo i loro “datori di lavoro”. Sperando che la mia missiva serva a smuovere le acque! Un saluto cordiale,  Tiziana Saporito».

Emerge ancora la rabbia per il grande disagio che questa vergognosa situazione provoca nella popolazione. Fa davvero specie pensare che i tempiesi stiano andando alla sola fontana di Pastini che non a tutti piace. Personalmente, non la uso mai perché la trovo pesante. Tanti la pensano uguale e si riversano nei supermercati da dove escono carichi di acqua in bottiglia. Mai vista una situazione così contrastante con la nomea della città.

La fontana del bosco di San Lorenzo

« Io vado a Calangianus, ci sono tante fontanelle pubbliche con acqua del Limbara buonissima». Lo confermo perché anch’io ogni tanto vado a prenderla là e trovo sempre facilità all’approvvigionamento.

Qualcuno obietterà che se sei disposto ad ad andare a Fundu di Monti, lo sei anche per Calangianus che dista più o meno lo stesso chilometraggio. Ma non è questo il problema.

La gente vuol sapere cosa ci sta dietro questa interruzione così lunga e questo enigma delle acque inquinate. Che si dia risposta. Come sostiene la lettera, gli amministratori di cui noi siamo i datori di lavoro, devono dare risposte convincenti. Abali Basta anche per questa vera vergogna.

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