Morire a 14 anni

Morire a soli 14 anni, questo è accaduto ieri pomeriggio, giorno di San Giovanni ad Aggius, paese della Gallura interna, dove i sentimenti si vivono pienamente, consapevoli che dove le persone si conoscono tutte, esiste una solidarietà elevata. E di solidarietà e sostegno la famiglia del povero Alessio Pirino,  ne avrà tanto bisogno. Ci si chiede come sia possibile che da una pedalata, possa derivare una morte così atroce, eppure è successo. Una discesa ripida, uno sbandamento e si finisce a terra con tutto il peso che grava sulla testa. Il resto si chiama fatalità. Una scalinata, un cancello e quell’attimo che significa destino, assurdo e spietato.

Alessio lascia i genitori e la famiglia nel dolore più potente, quando l’adolescenza si impadronisce della formazione dei ragazzi e ne rappresenta il periodo migliore. La spensieratezza, si dice, che è un valore di vita unico, che presto, a volte troppo, si scorda o, come nel beffardo destino di Alessio, appena si sfiora.

Una comunità attonita, uno strazio per i giovani genitori, per il nonno Giovanni, lui che di soccorsi ne ha fatti a centinaia e che ha dovuto anche fare quello del suo nipote.

Qualcuno, in questi eventi tragici, dice sempre “non ci sono parole”. Eh già, è proprio così. Non possono esisterne di efficaci per lenire questa tragedia così come risultano banali le solite frasi di circostanza. Eppure, in qualche risicato spazietto dell’anima di ciascuno di noi, questo immenso dolore è condiviso e partecipato, come fosse il nostro.

Morire a 14 anni

Immagine di dolore,

uno schema libero e perverso,

come il fato che uccide,

come il nostro appuntamento con lei,

la morte.

 

Quale divinatoria eclissi,

quale sacrale luna nera,

quali parole trovare,

per comprendere una fine prematura?

 

Quale beffa sia la vita,

solo chi la celebra o la piange,

può definirne il messaggio,

e forse la ragione.

La vita è la ricevuta di una raccomandata,

spedita verso un destinatario ignoto,

sai dove si trova ma non saprai mai chi sia.

 

La vita,

è l’ordinaria ragione che ti viene imposta,

non la comandi,

né la dirigi.

Sa essa, quando indicarti i confini,

quel ponte sospeso,

tra la coscienza e l’indefinito destino.

Il dolore non tace mai….

 

come un girasole,

cercherà sempre luce nuova,

pur nell’oscurità,

avrà sempre desiderio di urlare,

e fredde lacrime,

tante, troppe,

da piangere.

A.M.

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