Prestito librario negato: «Senza green pass non possiamo»

Prestito librario negato alla biblioteca di Tempio, qualificata sempre per professionalità e capacità e, sia chiaro, con la quale non esiste assolutamente alcun pregiudizio. Si è trattato, diciamo cosi, di una esagerata interpretazione dell’ennesimo decreto fasullo e fuorviante di questo governo che sta “letteralmente” ammazzando tutto,  anche la cultura. Veniamo ai fatti che la stessa anonima vittima racconta, persino nei dettagli.

Particolari, insomma, che non sarebbero necessari ma che stano a dimostrare quanto una subdola forma di cinismo si è impadronita di determinate persone che dovrebbero far funzionare un sentimento da tempo perduto, il buonsenso.

«Il diritto allo studio – racconta l’anonima (il nome conta niente, la storia invece si che ha importanza) ma conosciuta ragazza -, come ogni altro diritto, è sacrosanto e inviolabile. Ieri per la prima volta mi sono sentita davvero discriminata e rifiutata da chi, con la soddisfazione stampata in faccia per aver obbedito alle “sacre disposizioni del DPCM”, dovrebbe garantire a chiunque di farsi una propria cultura, così osannata e acclamata eppure ormai completamente piegata al potere».

In questa premessa ci sta tutta l’amarezza per una storia che non doveva nemmeno esserci.

«Sono entrata in biblioteca con la mascherina addosso – prosegue  la ragazza -, a coprire naso e bocca, ho atteso il mio turno mantenendo la distanza di sicurezza, ho osservato tutte le regole che da un anno e mezzo mi vengono imposte “dall’alto”, e poi, siccome lo dice il DPCM che ci priva di ogni capacità logica e pensante, mi è stato impedito di prendere 4 libri, apporre una firma e andare via, quando ormai ero già dentro il locale da 5 minuti». 

Prestito librario negato, non ha il green-pass- Assurdo!

Spesso, situazioni come queste, figlie di una paradossale esagerazione che sovraintende ad una separazione di coscienze, ad una perdita del senso civico, del rispetto, della buona educazione, si sovrappongono a presunti eccessi di potere. A quella divisa addosso che ci darebbe autorità per dire e fare ciò che si vuole.  Come dire, la legge non siamo noi ma a noi spetta farla rispettare. Intanto non si tratta di leggi ma di decreti che restano di proprietà di pochissimi stati europei, tra cui, ovviamente, la derelitta Italia. Decreti, non leggi, a cui attenersi ma senza che possano diventare libero arbitrio per tutti coloro che queste disposizioni le dovrebbero usare senza tracotanza o arroganza. Tant’è, alla povera ragazza non è restato che andar via. Leggete il seguito della sua tristissima lettera.

« Uscendo ho provato una grande voglia di piangere, una forte rabbia, nervosismo. Mi sembra assurdo che quest’odio accecante che va pian piano diffondendosi, si impadronisca anche di chi lavora nel mondo dell’arte, della cultura. Coloro che dovrebbero insegnare l’amore e non la discriminazione. Negli ultimi anni si parla tanto di abolire le discriminazioni… E questo sarebbe il modo giusto? Solo perché non ho il green pass non posso portare a casa dei libri? Però posso entrare in libreria a sfogliarli tutti senza comprarne neanche uno, posso entrare nei negozi di make up e provare tutti i campioncini, posso entrare nei negozi di vestiario e provare tutti i capi che voglio».

Ditemi se queste considerazioni non corrispondano al vero? E’ così che sta succedendo. Incongruenze, discriminazioni ad cazzum, prese di posizione di chi pensa di avere un qualche potere tra le mani e “goda” a imporlo. Tutto ciò genera preoccupazione e spavento. In gioco c’è il futuro dei nostri figli e dei nostri ragazzi, c’è la scuola della quale a breve ci occuperemo. C’è il futuro dell’umanità, sparsa e dispersa, confusa e infelice, sospesa tra l’obbedire sempre ad ogni ingiustizia o ribellarcisi perché il dubbio è parte integrante dell’intelligenza, anzi ne è il cuore centrale.

Prestito librario negato: «E se riprendessimo in mano il nostro cervello?»

«Iniziamo a riprendere le redini del nostro cervello – conclude la lettera – , a ragionare con la nostra testa e a violare le regole ingiuste che calpestano la nostra libertà. Smettiamola di aver paura di reclamare i nostri diritti umani, quelli che più ci riguardano (e non solo quelli che non possiamo toccare da vicino) e per favore, vi prego, provate a rispettare le scelte altrui che così voi stessi verrete rispettati. Non abbiamo bisogno di odio, men che meno oggi».

«Il mondo, sono i disobbedienti che lo mandano avanti!», ha scritto Gianni Rodari».

Una storia, come detto, che non sarebbe dovuta nemmeno iniziare. Bastava dire alla ragazza, “aspetta fuori che te li consegno dentro una busta”.Se questa è l’umanesimo che attendiamo, preferisco non viverlo.

Lettera firmata

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