Pronto Soccorso del Dettori: uno sconcio senza fine.

Pronto Soccorso del Paolo Dettori, sconcio assoluto. Una situazione da terzo mondo quello registrato in questi due gionri a causa del trasferimento (temporaneo) di alcuni casi sospettie altri positivi al Covid. Irreale sarebbe un termine adeguato per descrivere quanto sta succedendo da qualche giorno dentro il vecchio triage del P.S., per capirci la sala d’attesa. 

Riepiloghiamo per maggiore chiarezza.

Nelle giornate scorse, vengono ricoverati al Pronto Soccorso due pazienti sospetti. Sono un uomo e una donna e, obbligatoriamente, vengono alloggiati entrambi nella unica stanza disponibile in caso di sintomatici non ancora sottoposti al tampone..

Ieri è stata la giornata cruciale. Giungono diverse autoambulanze, una quella del 118 locale, con altrettante persone sospette o positive. La permanenza nelle autoambulanze si limita a buona parte della giornata, poi devono essere trasferite all’interno della struttura sanitaria. Si, ma dove? Ricordiamo che l’ospedale di Tempio non è abilitato a centro Covid e i  pazienti devono essere quanto prima trasferiti in adeguati centri, Olbia in primis.

Al Pronto Soccorso, in tre in una stanza senza bagno e acqua.

I tre pazienti sono al momento alloggiati nella vecchia sala d’attesa del P.S. Non hanno bagno, lavandino e nemmeno acqua. I sanitari, dall’alto di una umanità non corrisposta da chi dovrebbe provvedere, fanno del loro meglio. Puliscono i pazienti adagiati su lettighe con acqua e materiale sanitario (garze, ecc.). Vi lasciamo intuire le difficoltà igienico sanitarie. Un quarto paziente viene portato a Olbia, al Mater. Nel frattempo che il paziente sintomatico viene trasferito al Mater, oggi ne arriva un altro. Dunque, sono sempre 4 i pazienti dentro il Pronto Soccorso.

Tutte queste persone non possono uscire da dove si trovano. I loro bisogni, vengono espletati dentro cestini speciali che devono essere trattati come rifiuti speciali. Uno scandalo e una vergogna della sanità e di chi ne sta decretando la morte. 

Per quanto riguarda invece i due pazienti ricoverati all’interno della sola stanza adibita a positivi o sospetti, entrambi sono in isolamento fiduciario presso il proprio domicilio. Il loro ricovero è durato qualche giorno appena. In attesa entrambi del tampone ma con sintomatologia sospetta. 

« Noi lavoriamo per la gente e con amore e dedizione ma mi si dica come possiamo fare?».

L’accorato grido di sconforto di chi dentro quell’ospedale ci lavora e lo fa sempre con umanità e coscienza. Parole, queste ultime, che sono scomparse dal vocabolario dei pirati della sanità pubblica. E non venitemi a parlare del Covid per favore. Era e resta il pretesto per far sparire la sanità e gli ospedali come il nostro e tanti altri in Italia.

 

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