Sclerosi multipla, recluso in casa perché l’ascensore non funziona

Inverosimile situazione di un medico affetto da Sclerosi Multipla e chiuso in casa da novembre.

Sclerosi Multipla, malattia spesso invalidante che pregiudica l’azione di chi ne è colpito. La sorte maligna, talvolta, ci mette lo zampino e fa si che un uomo di Tempio, che risulta affetto da S.M., non possa più uscire di casa. Una motivazione sciocca che, a quanto risulta, è tutt’ora pregiudicante per la vita lavorativa dell’uomo, ossia un ascensore che si è guastato a causa di un fulmine. L’uomo ha cercato sfogo anche sui social con un accorato post che ha spiegato l’accaduto.

Galluranews, è stata contattata da un signore, Marco, che è amico di Roberto Masia (questo il nome dell’uomo affetto da S.M.). La lettera di Marco:

«Spettabile Redazione vi seguo sempre e volevo rendervi partecipi di una situazione vergognosa che si sta verificando a Tempio Pausania. Un mio amico, Roberto, affetto da Sclerosi Multipla è rinchiuso in casa dal mese di novembre senza poter andare neanche a lavoro (Lui è un medico della Casa di Reclusione di Tempio Pausania) perché l’ascensore è guasto.
Vi inoltro il suo post di Facebook che ha pubblicato in un momento di sconforto e spero che voi possiate dar voce a questa vicenda inaccettabile. Grazie Marco»

IL post di Roberto, datato 26 dicembre, testimonia tutta l’amarezza per questo enorme disagio.

« La Sclerosi mi accompagna da 30 anni e quell’ascensore è indispensabile»

Roberto Masia

«Buongiorno e Buon Natale a tutti. Voglio condividere con voi il momento, particolarmente difficile, che sto vivendo. La Sclerosi Multipla, che mi accompagna da circa 30 anni, mi costringe a muovermi con i bastoni canadesi e con la sedia per lunghi tragitti. Abito al 6° piano di un condominio di 11 piani. Il 29 novembre, durante un violento temporale, un fulmine ha bruciato l’impianto elettrico dell’ascensore. Da quel giorno sono costretto a casa, impossibilitato a raggiungere il mio lavoro e vivere la frazione più importante della mia giornata. La ditta Kone che si occupa della manutenzione dell’ascensore, dopo diversi tentativi infruttuosi, comunica che potrebbe rimettere in funzione l’ascensore, non prima del mese di Febbraio. Tutto questo accade nel 2021».

Tutto ciò appare assurdo e anacronistico perché, prima cosa non possono volerci due mesi per un intervento di riparazione. In secondo luogo, si sta aggravando la situazione dell’uomo che, oltre a non poter svolgere il suo lavoro, è penalizzato da una obbligatoria presenza in casa. Non sappiamo se questa lettera e questo articolo, oltre all’accorato appello dell’uomo su facebook, riescano a sensibilizzare la Ditta Kone, che peraltro conosciamo come sollecita e ben organizzata. Proviamo a condividere questo appello il più possibile. Chissà che a Roberto non venga risolta questa incresciosa e disumana condizione.

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